Un libretto per l’emancipazione economica
I gruppi VSL costituiscono una sorta di cassa di risparmio comunitaria, di solito composti a maggioranza da donne che possono così gestire in autonomia i propri guadagni e richiedere prestiti per svolgere delle attività generatrici di reddito senza dover ricorrere all’approvazione dei propri mariti, padri o fratelli.
Dallo scorso febbraio, Mani Tese sta formando i nuovi gruppi che riceveranno un fondo dal progetto per attivare il meccanismo di risparmio/prestiti, garantendo quindi l’autoalimentarsi della cassa del gruppo e la sua sostenibilità.
Nella comunità di Biguinge 2, la formazione si svolge, come di consueto, all’ombra di un grande mango, in prossimità della lingua d’asfalto rosicchiata e piena di buche che conduce fino alla frontiera con il Senegal e la Casamance. Nell’afa del primo pomeriggio, le donne manjaca del gruppo VSL denominato “No djubi” (letteralmente “vediamo”, nel senso di “vediamo come va l’esperienza…”), un po’ assonnate e provate dalla mattinata di lavoro nei campi o al mercato, ascoltano l’animatrice di Mani Tese, mama Zanda, che illustra il funzionamento della cassa, lo statuto del gruppo e il ruolo dei membri del comitato di gestione.
Per rendere la formazione più dinamica, l’animatrice fa degli esempi pratici mostrando il kit che ogni gruppo VSL ha ricevuto in dotazione: una cassaforte portatile, libretti di risparmio, sacchetti di stoffa (per i diversi “fondi” della cassa), calcolatrice, quaderni e timbri.
La pila di libretti gialli si erge sul tavolino al centro del cerchio di vesti e copricapi colorati delle manjaca. Ognuna riceverà un libretto sul quale saranno timbrate le “azioni” corrispondenti ai franchi depositati. Un timbro per ogni 500 franchi. Più timbri significano più azioni, ovvero una fetta di guadagno maggiore all’apertura della cassa di fine anno, quando verranno ripartiti i tassi di interesse (juros) accumulati dal gruppo. Ma risparmiare di più permette anche di richiedere prestiti più alti, secondo la proporzione 1:3. Per esempio, se risparmi 10.000 franchi, puoi chiedere un prestito di 30.000 franchi.
L’attenzione generale si ridesta quando si passa alla prova del risparmio. Una per una, le manjaca del “No djubi” vengono chiamate per depositare i loro risparmi della settimana nella ciotolina preposta. Gli animi si scaldano, il tono delle voci si alza, causando un po’ di confusione tra le due contabili incaricate di ricevere i franchi, contarli e annunciarli al resto del gruppo. Mama Zanda è brava a riportare l’ordine, servendosi di qualche barzelletta che fa scuotere dalle risate le donne più corpulente.
L’importo minimo da depositare è di 500 franchi, ma non è sempre obbligatorio risparmiare, dipende dalla disponibilità del momento. Per cominciare a richiedere prestiti, invece, bisognerà attendere l’erogazione del fondo da parte di Mani Tese, al termine del ciclo di formazioni.