Una nuova alleanza per la trasformazione agroecologica nelle aree urbane di Milano

Lo scorso 20 novembre si è tenuta l’iniziativa organizzata da Mani Tese, Soulfood Forestfarms e dal Corso di Laurea in Geografia, Ambiente e Territorio dell’Università degli Studi di Milano, all’interno del progetto europeo “Rebooting the Food System”

Lo scorso 20 novembre, in occasione dell’Anniversario della Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, abbiamo vissuto una giornata intensa e partecipata, organizzata da Mani Tese, SoulFood Forestfarms e dal Corso di Laurea in Geografia, Ambiente e Territorio dell’Università degli Studi di Milano, all’interno del progetto europeo Rebooting the Food System.

L’incontro è nato con un obiettivo chiaro: costruire insieme una nuova alleanza per la trasformazione agroecologica nelle aree urbane di Milano, capace di affrontare le disuguaglianze alimentari e di promuovere un modello di sviluppo che unisca giustizia sociale, sostenibilità ambientale e tutela dei diritti dell’infanzia.

Durante la giornata, istituzioni, università, organizzazioni sociali e comunità locali si sono confrontate in uno spazio aperto di dialogo e co-progettazione. Protagonisti della giornata: gli studenti e le studentesse dell’Istituto Comprensivo Tommaso Grossi di Milano con cui abbiamo svolto un laboratorio di ricerca azione nell’Agroforesta gestita da SoulFood ForestFarms. È emersa con forza una consapevolezza condivisa: le disuguaglianze alimentari non rappresentano un effetto collaterale del sistema attuale, ma una sua conseguenza strutturale.

Questa realtà si collega direttamente ai principi sanciti dalla Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, che, tra i suoi 54 articoli, riconosce anche il diritto a un’alimentazione adeguata, ad acqua potabile sicura e a vivere in un ambiente sano, oltre al ruolo fondamentale dell’educazione nel promuovere il rispetto per la natura. Diritti che non possono essere garantiti senza ripensare profondamente i sistemi alimentari e le politiche urbane.

In quest’ottica, la trasformazione agroecologica, orientata alla giustizia sociale e ambientale, emerge come una via concreta per garantire i diritti dei più giovani, ridurre le disuguaglianze globali e costruire città più eque, resilienti e rigenerative. È un percorso che mette al centro la cura: della terra, delle comunità e delle generazioni future.

Tra i messaggi che hanno accompagnato la giornata, uno in particolare ha risuonato in modo trasversale:

Cibo, diritti e futuro sono inseparabili. Solo ripensando il nostro rapporto con la terra e con le comunità possiamo costruire città più giuste e sostenibili. L’agroecologia è un atto di cura verso le persone, verso la natura e verso le generazioni che verranno.

Il progetto “Rebooting the Food System” è co-finanziato dall’Unione europea. I contenuti di questo articolo sono responsabilità della sola Mani Tese ETS e non riflettono necessariamente le opinioni dell’Unione europea.

Le imprese tra tutela dei diritti umani e ambientali e competitività

Focus sul settore agroalimentare per il sondaggio condotto da WeWorld e Mani Tese in collaborazione con Campagna Impresa2030 e ASviS.

Il sondaggio condotto con WeWorld e Mani Tese in collaborazione con Campagna Impresa2030 e ASviS analizza le responsabilità delle grandi imprese del settore agroalimentare nella tutela dei diritti umani e dell’ambiente. L’indagine mette in luce criticità globali e italiane secondo cui oltre 2 milioni di persone lavorano in condizioni di schiavitù moderna e circa 200.000 lavoratori agricoli in Italia sono gravemente sfruttati.

Nonostante questo scenario, l’opinione pubblica sostiene normative più rigorose: il 73% degli intervistati – inclusi imprenditori e autonomi – e l’81% degli elettori di centrodestra ritengono che regole più severe possano rafforzare il Made in Italy e la competitività del settore. Un orientamento che si contrappone alla recente posizione del Parlamento europeo sul Pacchetto Omnibus I, che indebolisce alcune delle principali disposizioni europee in materia di sostenibilità, tra cui la CSDDD.

Il sondaggio evidenzia un chiaro divario tra le aspettative dei cittadini e le scelte politiche: l’85% degli italiani ritiene che le grandi imprese dovrebbero essere legalmente obbligate a prevenire danni a persone, ambiente e clima, anche quando ciò comporta costi aggiuntivi.

Per la versione integrale del sondaggio clicca QUI.

Partecipare per Trasformare

Un incontro per soci, volontari e giovani attivisti di Mani Tese il 15 e 16 novembre, a Vicchio (FI).

Non solo esserci, ma scegliere di mettersi in ascolto, di condividere esperienze, bisogni e visioni.
“Partecipare per Trasformare” nasce come un momento dedicato prima di tutto a noi — soci, volontari, operatori, realtà territoriali, studenti, giovani e attivisti — per riconnetterci, confrontarci e immaginare insieme nuove forme di collaborazione e crescita comune.

In un tempo segnato da complessità e frammentazione, la partecipazione acquista un significato ancora più profondo: è dialogo, corresponsabilità, costruzione collettiva. È la capacità di riconoscere nell’altro un alleato, non solo un interlocutore. Per questo, l’obiettivo di questi giorni non è semplicemente riflettere sulla partecipazione, ma praticarla — creando uno spazio autentico di ascolto reciproco, dove far emergere bisogni, aspettative e desideri di futuro.

Da sempre, per Mani Tese, partecipare significa scegliere di non restare indifferenti, ma di agire insieme per la giustizia sociale e ambientale. È grazie al contributo e alla relazione viva tra persone e territori che l’associazione ha potuto crescere, mantenendo salde le sue radici e aprendosi continuamente al cambiamento.

Oggi più che mai, sentiamo il bisogno di rafforzare questo legame: di tornare a incontrarci come comunità di intenti. In un mondo attraversato da crisi interconnesse e disuguaglianze, la partecipazione non è solo un valore: è una necessità. E proprio dal dialogo può nascere la spinta per un rinnovato impegno comune.

Questa due giorni sarà un laboratorio di confronto, dove esperienze e pratiche diventeranno terreno fertile per idee nuove e percorsi condivisi. Un’occasione per riscoprire il senso profondo del fare con: come modo di essere comunità, di crescere insieme, di dare forza — ogni giorno — alla missione di Mani Tese in Italia e nel mondo.

QUI il programma completo dell’evento.

 

“Mangal”: un video-reportage racconta il nostro impegno in Mozambico

Un viaggio tra resilienza, innovazione e cooperazione nella Zambezia: Mani Tese e Will Media raccontano il Mozambico che cambia, dove la natura diventa alleata e le soluzioni nascono dal basso.

“Mangal – Alleanze e innovazioni dove non te le aspetti” è un reportage realizzato da Will Media in collaborazione con Mani Tese. Guidata dal nostro Rappresentante Paese Nicola De Domenico, Giulia Bassetto – Autrice di Sostenibilità e Clima per Will & Chora Media – si è mossa tra Quelimane e la Provincia della Zambezia, alla scoperta della realtà sociale ed economica di questa fetta di Mozambico.

Attraverso le testimonianze dello staff locale di Mani Tese, così come grazie ai racconti della popolazione, dal reportage emerge con evidenza anche una storia di resilienza e adattamento, di chi non si arrende e si adatta con ingegno immaginando un futuro diverso. Un futuro in cui la natura non è solo qualcosa da proteggere, o da cui proteggersi, ma anche un’alleata preziosa con cui collaborare.

Un seme per contrastare l’insicurezza alimentare e il cambiamento climatico

Il documentario si sofferma su “Ethaka – Un modello di produzione agricola e consumo sostenibile per la resilienza climatica e la sicurezza alimentare e nutrizionale”, progettualità finanziata dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI) attraverso l’Agenzia per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS) e realizzata da Mani Tese in collaborazione con ICEI e Oikos. Tra orti locali e ripiantumazione di mangrovie che prevengono l’erosione costiera, ecco come sperimentare soluzioni concrete a misura di comunità, secondo i principi dell’agroecologia abbracciati da Mani Tese, per cui equità sociale e sostenibilità economica e ambientale vanno sempre di pari passo.

Nicola De Domenico, Rappresentante Paese di Mani Tese in Mozambico, con Giulia Bassetto di Will Media, durante la realizzazione del reportage.

Innovazioni frugali e il senso della cooperazione

Cosa sono le innovazioni frugali? “Mangal” racconta anche come il termine “innovazione”, qui, assuma una connotazione differente. L’installazione di pannelli solari per garantire l’autonomia energetica di una scuola, o la costruzione di grondaie per la raccolta dell’acqua piovana sono cambiamenti rivoluzionari. Il lavoro di Mani Tese in Mozambico ci dimostra che anche con poco si può avere un reale impatto sulla vita delle persone, sempre più fragili a causa della crisi climatica. E che le innovazioni piccole, locali, semplici, replicabili – frugali appunto – sono spesso le “soluzioni” più adatte a questo tipo di territorio, ma forse anche nel nostro, in Italia e in Europa.

Scuola e Climate Change: nuove opportunità di formazione

Il 17 e il 24 novembre 2025 si terranno due incontri di formazione on line, rivolti a docenti, educatrici ed educatori, nell’ambito del progetto “Participation 4 Change”.

Il 17 e il 24 novembre 2025, nell’ambito del progetto “Participation 4 Change: persone al centro del cambiamento”, si terranno due incontri di formazione on line, rivolti a docenti, educatrici ed educatori per approfondire metodi e strumenti utili ad attivare i giovani in una delle principali sfide globali del nostro tempo: il contrasto al cambiamento climatico globale.

Infatti il progetto, realizzato da Mani Tese ETS, Deafal Ong e Siena Art Institute e sostenuto con i fondi Otto per Mille dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai, promuove un insieme di azioni che, coinvolgendo le comunità delle province di Firenze e Siena (oltre 1,26milioni di abitanti) con un focus sui giovani, diffondano comportamenti e forme di partecipazione attiva volte alla lotta ai cambiamenti climatici e alla mitigazione dell’impatto antropico.

Per registrarsi il form da compilare è qui.

Per partecipare via Zoom all’incontro del 17 novembre clicca qui.

Per partecipare via Zoom all’incontro del 24 novembre clicca qui.

Comunità attive

Gli impatti devastanti degli eventi climatici estremi che colpiscono con frequenza i nostri territori ci mostrano come la crisi climatica sia un fenomeno sempre più allarmante e come nessuno possa considerarsi al riparo dagli effetti di questa crisi. Appare urgente coinvolgere e attivare le comunità locali per l’elaborazione di strategie di prevenzione e contrasto al climate change diffuse, efficaci e condivise: iniziative di sensibilizzazione, cooperazione, educazione e mobilitazione delle comunità sono, quindi, la via principale per la promozione di uno Sviluppo Sostenibile in maniera condivisa e partecipata.

Il Caffè che nutre il mondo

Una serata per conoscere la filiera sostenibile del Caffè in Kenya: appuntamento il 24 ottobre a Santa Lucia di Piave (TV)

Si svolgerà il prossimo 24 ottobre, a Santa Lucia di Piave (TV), l’evento “Il Caffè che nutre il mondo”. Una serata organizzata da Mani Tese per conoscere più da vicino la filiera del caffè in Kenya, che supporta i piccoli produttori, rispetta la biodiversità e aumenta la sicurezza alimentare delle comunità locali.

L’incontro, aperto a tutta la cittadinanza, sarà un’occasione per approfondire l’impegno di Mani Tese in Kenya e in particolare il progetto “Kahawa – Fliere Latte & Caffè tra ambiente e impresa” sostenuto dalla Regione Veneto.

Agroecologia: ma cosa sarà mai?

A cura di Giovanni Mozzi

È un dato di fatto che l’attuale agricoltura non riesca a dare una risposta adeguata alle popolazioni di tutto il mondo, molte delle quali soffrono di gravi stadi di malnutrizione o di nutrizione insufficiente. Tutto ciò è aggravato dal degrado ambientale causato da un’agricoltura intensiva e dalla conseguente perdita di biodiversità. E, come se ciò non bastasse, si è aggiunto anche il cambiamento climatico che sta progressivamente imperversando.

L’agroecologia vuol essere una risposta a tutto ciò, sfruttando i processi naturali, creando opportune sinergie fra le varie attività agricole, riducendo al minimo il ricorso a input tossici, utilizzando processi ecologici per sviluppare e attuare le politiche agricole.

Scendendo in ulteriori dettagli si tratta di:

– utilizzare preferibilmente risorse rinnovabili

– ridurre o addirittura eliminare il ricorso a input esterni, favorendo l’autosufficienza

– mantenere la diversità dell’agricoltura nel tempo e nello spazio

– favorire le sinergie fra i vari elementi

– diversificare le fonti di reddito agricolo

– promuovere la conoscenza degli operatori

– costruire sistemi alimentari che offrano diete sane e diversificate

– favorire un commercio equo, un lavoro dignitoso e tutelare i diritti dei lavoratori

– creare reti di distribuzione eque e corte

– favorire una governance responsabile delle risorse naturali

– favorire la partecipazione ai processi decisionali da parte di produttori e consumatori.

Insomma, si tratta di qualcosa di molto diverso dalle colture intensive ricche di pesticidi e in cui l’operatore è solo un bracciante sovente sfruttato.

Le esperienze al riguardo di Mani Tese in Africa mostrano come l’agroecologia sia in un primo tempo leggermente più onerosa dell’agricoltura tradizionale, per poi divenire nettamente più conveniente nel medio e lungo periodo, preservando i terreni dal logorio connesso all’agricoltura tradizionale.

Ma ciò che forse più conta è che essa mira alla costruzione di un nuovo sistema alimentare e nutrizionale non solo sostenibile, ma anche capace di proteggere i sistemi di supporto alla vita, fra cui l’ambiente.

Il cibo degli Dei

A cura di Giovanni Mozzi

A chi non piace il cioccolato? Il cacao è il suo principale componente. La pianta fu coltivata per la prima volta dai Maya, che addirittura sembra che ne usassero i semi anche come moneta di scambio. Seguirono i Toltechi e poi gli Aztechi, finché nel 1528 Ferdinando Cortés importò per la prima volta in Spagna i primi sacchi dei preziosi semi di cacao.

Ed anche il nome scientifico che fu dato alla pianta, Theobroma cacao, è molto significativo: Theobroma, cioè cibo degli dei, da cui prende anche il nome, teobromina, l’alcaloide che contiene e che ci dà tanto piacere fissandosi ad un qualche recettore del nostro cervello.

Ma, come vedremo, non son tutte rose e fiori (d’altra parte si parla di semi).

Attualmente circa ¾ della produzione mondiale di cacao si effettua in Paesi africani, con un totale di circa 20 milioni di persone dedite alla coltivazione del cacao. Purtroppo però gli agricoltori locali non ne hanno tratto molti giovamenti.

Fu negli anni 70 del secolo scorso che la Banca Mondiale e l’Organizzazione Mondiale per il Commercio spinsero gli Stati produttori a privatizzare le imprese pubbliche che gestivano la commercializzazione del cacao, aggravando ulteriormente la situazione dei coltivatori, fino a favorire lo sfruttamento del lavoro minorile.

Un altro dei drammi connessi con la coltivazione del cacao è la deforestazione. Le foreste pluviali infatti sono state disboscate per dedicare il territorio alla coltivazione del cacao e dopo quaranta o cinquant’anni i terreni, ormai esauriti, sono stati abbandonati per disboscare nuovi territori. E così alcuni milioni di ettari di foresta (un ettaro è pari a circa due campi di calcio) sono scomparsi in Costa d’Avorio e Ghana.

Le speranze per il futuro? Non sono moltissime, ma le nazioni dell’Unione Africana con la Dichiarazione di Malabo (2014) si sono impegnate ad allocare il 10% della spesa pubblica all’agricoltura ed allo sviluppo rurale. In effetti la crescita agricola trainata dalle colture alimentari riduce la povertà più efficacemente rispetto a quella trainata dalle colture destinate all’esportazione.

E poi ci sono i numerosi progetti di Mani Tese orientati sia alla produzione di colture alimentari, che come abbiamo visto facilitano la crescita dell’economia rurale, sia alla coltivazione di cacao su grandi estensioni, massimizzando così i profitti, e con l’impiego dell’agroecologia, che ne incrementa le rese nel lungo periodo proteggendo nel contempo l’ambiente.