Il Contesto

La condizione femminile in Guinea-Bissau
La Guinea-Bissau, dove Mani Tese è presente dal 1979, è uno dei Paesi più poveri al mondo: occupa il 178º posto, su un totale di 188, nell’Indice dello Sviluppo Umano.

In un contesto di povertà estrema, causata essenzialmente da una carenza di lavoro e di risorse, la condizione femminile è gravemente penalizzata e le violenze di ogni tipo su donne e bambine sono all’ordine del giorno. Nel 2018 la Guinea-Bissau si è infatti collocata al 178° posto anche nel Gender Inequality Index.

La società della Guinea-Bissau è patriarcale e storicamente indifferente alla tutela dei diritti e dei bisogni delle donne, sebbene il benessere e il progresso economico di intere comunità dipendano quasi esclusivamente dal lavoro femminile. Fin dalla tenera età, alle bambine è limitata la possibilità di esprimere il loro potenziale e di acquisire gli strumenti che consentirebbero loro di uscire da uno stato di indigenza opprimente. Rispetto agli uomini, le donne hanno un limitatissimo accesso ai servizi sanitari, un minore accesso ai servizi educativi, ridotte entrate economiche, un maggiore tasso di disoccupazione e più ampie difficoltà nella lotta alla povertà.

Le donne sono spesso vittime di violenze con scarsissime protezioni giuridiche. La percentuale di donne e bambine vittime di mutilazioni genitali femminili è ancora particolarmente elevata: come riportano dati Unicef del 2020, il 29% di ragazze di età compresa tra 0 e 14 anni e il 44% di donne tra 15 e 49 anni ha subito mutilazioni genitali femminili.

Il matrimonio forzato è inoltre una pratica comune in Guinea-Bissau. In media, circa il 10% delle ragazze sono costrette a sposarsi prima di raggiungere i 15 anni e il 29% si sposa prima dei 18. Molto spesso, il matrimonio precoce e/o forzato è una conseguenza della povertà: i capi famiglia vendono infatti le loro figlie in cambio di denaro, terra o bestiame.

La sartoria sociale Manigolde
Nel 2019 in Italia l’Associazione di Promozione Sociale Mani Tese Finale Emilia ha dato vita al progetto Manigolde. Una sartoria sociale che è espressione di una economia circolare, inclusiva e d’integrazione nata con lo scopo di promuovere azioni di inclusione sociolavorativa per persone con disabilità, difficoltà e fragilità. La produzione è suddivisa in due linee: la linea Rimani, in cui i capi sono realizzati attraverso il processo di re-fashion rivalorizzando capi d’abbigliamento già esistenti ma che presentano difetti e la linea Emani, in cui i capi vengono interamente realizzati in sartoria attraverso il processo dell’upcycling di tessuti e accessori dell’industria dell’abbigliamento.

La gestione della produzione è realizzata grazie alla disponibilità di quindici volontarie, un educatore e due inserimenti lavorativi.

www.manigolde.it

Guinea-Bissau

Antula, Bissau, Guinea-Bissau

Italia

Finale Emilia, MO, Italia

 
Gli obiettivi

Il progetto intende favorire l’autonomia socio-economica di ragazze e donne vulnerabili in Guinea-Bissau grazie alla loro formazione sartoriale e al rafforzamento della sartoria sociale del quartiere di Antula a Bissau per la produzione di mascherine e vestiti.

Intende inoltre sensibilizzare sul tema anche in Italia, nel territorio modenese, attraverso la realizzazione di attività analoghe, con particolare attenzione alla moda etica e sostenibile.

Dettagli di progetto
Paese

Guinea Bissau,Italia,

Località

Bissau (quartiere di Antula),Finale Emilia (MO),

destinatari

1230 donne e ragazze

 
Le Attività

Formazione sartoriale
Le ragazze e le donne vittime di violenza accolte nel Centro di Accoglienza di Bissau nei mesi di febbraio e marzo 2020 hanno partecipato a un corso di sartoria finanziato dall’Ambasciata dei Paesi Bassi e hanno acquisito i primi rudimenti per la confezione di borse, vestiti e scarpe. Per garantire continuità con questa attività, sarà organizzato un nuovo corso tenuto dal responsabile della sartoria RENASCER ALFAIATARIA di Antula, della durata di 6 mesi. Il partner di progetto AMIC sarà incaricato della vendita dei prodotti e della creazione di un piccolo fondo per il Centro stesso. Le donne impareranno anche a redigere dei business plan semplici per creare un piano di risparmio utile al loro reinserimento nella società. A questo proposito, in particolare, verrà creato un minifondo per le vittime di violenza.

Potenziamento della sartoria del quartiere di Antula
Il luogo di produzione sartoriale non è solo un luogo di lavoro per le donne ma anche un luogo di ritrovo in cui è possibile venire a conoscenza dei propri diritti e sapere a chi, dove e quando denunciare e come attivarsi per riprendersi in mano il proprio futuro. Le donne che lavorano attualmente nella sartoria RENASCER ALFAIATARIA di Antula, un quartiere della capitale Bissau, già formate nella produzione di mascherine e vestiti, saranno affiancate da nuove beneficiarie – opportunamente formate dal responsabile della sartoria – per lavorare alla confezione di vestiti e altro materiale di sartoria per un periodo di 12 mesi.

Sensibilizzazione e scambio tra sartorie sociali in Italia e Guinea-Bissau
Il progetto “Ricucire il futuro” vuole creare un ponte tra le donne e la sartoria sociale della Guinea-Bissau e l’iniziativa Manigolde a Finale Emilia. Manigolde organizzerà tre workshop sartoriali in collegamento con la Guinea-Bissau durante i quali le sarte africane collaboreranno con le sarte di Finale Emilia per la realizzazione di capi con modelli e stoffe tradizionali. Oltre allo scambio di modelli per la sartoria, è prevista l’organizzazione di un Convegno sulla moda sostenibile in collaborazione con Altraeconomia, istituzioni locali, scuole e associazioni di migranti del territorio modenese.

Manigolde divulgherà tutte le azioni del progetto “Ricucire il futuro” attraverso post, video e dirette.

Partner di progetto

AMIC (Associazione Amici dei Bambini)
Sartoria RENASCER ALFAIATARIA di Antula