Il Contesto

Il Bangladesh è un paese principalmente di origine e transito delle vittime di trafficking. Attratti da proposte lavorative fasulle, e costretti a migrare per mancanza di alternative, le vittime di trafficking bengalesi finiscono praticamente in tutto il mondo: Medio Oriente, India, sudest asiatico, Europa, Stati Uniti.

Anche all’interno del paese bambini, donne e uomini sono vittime di forme moderne di schiavitù, tra cui lavoro forzato e obbligato in agricoltura, nell’industria ittica e nell’edilizia, servitù domestica, traffico a scopo di sfruttamento sessuale.

La povertà rimane il fattore di spinta principale nella decisione di migrare e di accettare proposte lavorative a rischio. La zona di progetto è resa ulteriormente vulnerabile dalle difficili condizioni climatiche, essendo colpita periodicamente da cicloni, allagamenti e alluvioni che ne distruggono l’economia e l’ambiente fisico.

Bangladesh

Khulna District, Divisione di Khulna, Bangladesh

Bangladesh

Upazila Parishad, Chandpur, Bangladesh

 
Gli obiettivi

Il progetto “Liberi dal trafficking – Salute, formazione e informazione per dalit e le comunità emarginate”, della durata di un anno, intendeva svolgere azioni di prevenzione contro il fenomeno della tratta di esseri umani, promuovendo la formazione professionale, migliorando le condizioni di salute, diffondendo conoscenze e pratiche igienico-sanitarie e creando le condizioni per una migrazione sicura.

Dettagli di progetto
Paese

Bangladesh,

Località

Distretto di Khulna,Upazilla,

destinatari

6300 membri della comunità Dalit, gli intoccabili, emarginati e privi di diritti

 
Le Attività

Sono state realizzate le seguenti attività:

  1. Formazione professionale in informatica, rivolta a studenti appartenenti a comunità marginalizzate. Le competenze informatiche offrono indubbie possibilità di lavoro anche in Bangladesh. E’ stato pertanto somministrato a 48 tirocinanti un corso intensivo di 6 mesi, suddiviso in varie sessioni in modo da rendere più incisivo l’insegnamento e utilizzare al meglio le attrezzature in dotazione.
  2. Sensibilizzazione sulle migrazioni sicure e sulla salute personale. 120 riunioni hanno consentito a 3.440 persone (535 uomini e 2.905 donne) di essere informate sulle nuove pratiche di tratta degli esseri umani, nonché sulle norme di igiene personale, sulla gestione dell’acqua, su cibo e nutrizione e su varie tematiche sociali.
  3. Campi medici. La maggior parte delle persone che vivono nei villaggi non può permettersi spese mediche. Inoltre, l’area è isolata e priva di servizi medici. Per questa ragione sono stati forniti trattamenti gratuiti e medicine a 3.621 persone in 40 presidi.
  4. Sensibilizzazione nelle scuole sulle migrazioni sicure. Per incentivare la riflessione sulla migrazione fra gli studenti e attrarre l’attenzione delle autorità sull’argomento, sono stati organizzati due dibattiti con 350 studenti, che hanno sperimentato le proprie conoscenze e si sono interrogati sulle proprie possibilità di contrastare il fenomeno della tratta di esseri umani. Analogamente, fra gli studenti delle scuole elementari è stata organizzata una gara di disegno sui rischi della tratta.
  5. Rappresentazioni di teatro di strada. Sono state 5 le rappresentazioni teatrali sul tema delle migrazioni, della violenza sulle donne e del matrimonio precoce. Vi hanno assistito circa 1.200 persone.
  6. Seminari sulla migrazione sicura. Sono stati organizzati 5 seminari rivolti a autorità locali, capi religiosi, insegnanti, rappresentanti della società civile.

In conclusione il progetto, terminato con un’apposita conferenza stampa, ha sensibilizzato i membri della comunità sulla migrazione sicura, sul traffico di esseri umani e sui problemi di salute, stabilendo utili collegamenti con le autorità locali e con i media.

 

Partner di progetto