Siamo nel bacino del fiume Molo, che nasce dalla foresta Mau e sfocia nel lago Baringo, una delle zone da un lato strategiche per la sicurezza alimentare del paese e dall’altro cronicamente affette da crisi climatiche e ambientali, dovute al degrado del territorio ed allo sfruttamento intensivo delle risorse forestali. In particolare si evidenziano: a monte erosione, riduzione della conservazione dell’acqua e della fertilità del terreno; a valle riduzione del regime delle piogge e della portata dei fiumi, con picchi di piena imprevedibili e conseguenti frequenti alluvioni.
Il degrado ambientale colpisce in particolare gli agricoltori e gli allevatori su piccola scala, che assistono impotenti, e contribuiscono inconsapevoli al continuo peggioramento delle proprie condizioni di vita.
NECOFA Kenya è la sezione locale di una rete presente in 13 Paesi dell’Africa Sub Sahariana, composta da agronomi africani esperti in agricoltura ecosostenibile, interessati alla ricerca ed alla diffusione nel continente delle pratiche relative attraverso l’insegnamento ed il lavoro di sviluppo a base comunitaria. In Kenya lavora con 176 gruppi comunitari.
Kenia
Nakuru, Nakuru County, Kenya
Kenia
Molo, Nakuru County, Kenya
Kenia
Marigat, Baringo County, Kenya
Il progetto, di durata triennale (è iniziato nel maggio 2014), si proponeva di ridurre il tasso di povertà (stimato intorno al 50%) dei piccoli agricoltori e degli allevatori del bacino del fiume Molo:
- continuando nelle azioni già in atto per il recupero e la protezione dell’ambiente;
- valorizzando i due prodotti economicamente più importanti del territorio: la patata, secondo cibo di base in Kenya, nell’alto bacino e la carne di capra nel basso bacino;
- organizzando e sostenendo le associazioni di piccoli produttori.
Dettagli di progetto
Paese
Kenya,
Località
Contee di Nakuru e Baringo,Distretti di Molo, Rongai,Mogoito e Marigat,
destinatari
14.000 agricoltori 4.000 produttori 650 leader comunitari 500 studenti e insegnati
- Riduzione dello sfruttamento delle risorse forestali. Oltre il 60% dei nuclei familiari impiega la legna come combustibile per uso domestico con un’insostenibile pressione antropica sulle risorse forestali. A sensibilizzare la popolazione sull’argomento si sono realizzati oltre 30 incontri, durante i quali si è discusso dell’importanza di appositi terreni dedicati alla coltivazione di piante da legna e dei fornelli a risparmio energetico.
Per quanto riguarda il primo argomento, dopo gli incontri di sensibilizzazione sono state distribuite 700.000 piantine di specie a rapida crescita e di elevato valore commerciale alla maturazione.
I fornelli a risparmio energetico hanno il compito di ridurre l’uso di legna, con evidenti ripercussioni sui costi familiari e sul lavoro delle donne, e di eliminare l’insopportabile inquinamento da fumi nei locali di cottura. Nel nostro caso sono di semplice costruzione e di altrettanto facile riparazione, rendendo così più agevole la disseminazione e la conservazione. Ne sono strati distribuiti 15.000 a 7.500 famiglie in 60 diverse località. Contemporaneamente è stato anche creato un gruppo di installatori e manutentori. - Riabilitazione del terreno: miglioramento della ritenzione idrica, diminuzione dell’erosione e delle esondazioni nei terreni agricoli. Dopo una serie di incontri informativi, si è iniziato il lavoro in 30 campi dimostrativi con 750 persone. Sono questi campi vere e proprie aule senza pareti per la formazione di tecniche di agricoltura sostenibile, ma anche per la riscoperta di colture tradizionali orticole, progressivamente perse, nonostante l’elevato apporto nutrizionale, a causa della standardizzazione delle colture.
La realizzazione di 5 nuovi vivai per le successive attività di riforestazione, in aggiunta ai 25 frutto di precedenti progetti, ha interessato 25 gruppi per un totale di 520 persone, prevalentemente donne e giovani, che sono stati supportati con attrezzi, materiali ed incontri formativi.
E quindi sono stati rafforzati 60 km di argini lungo il fiume Molo ad opera dei nuclei familiari viventi in prossimità, a cui sono state distribuite 450.000 piantine, utili anche per l’impatto sul reddito che producono. - Rafforzamento delle esistenti organizzazioni di piccoli produttori agricoli ed organizzazione delle filiere di commercializzazione. Sono state supportate con formazioni, attrezzature e la costruzione delle sedi operative due cooperative: una di produttori di patate nell’alto bacino del Molo, ed una per lo stoccaggio ed il trattamento di pelli di capra nel basso bacino. La prima, con 650 soci, è ormai ottimamente avviata e movimenta alcune centinaia di migliaia di chili di patate ogni anno. La seconda, con 201 soci, è ancora in fase di rodaggio. Alle due cooperative oltre ai soci conferiscono i propri prodotti anche altri piccoli produttori non soci.
- Partecipazione dei piccoli produttori nella definizione delle politiche agricole locali. Bastano due numeri per dare un’idea della necessità di questa fase del progetto: l’attività agricola rappresenta circa il 75% dell’intera economia locale, ma raccoglie solo il 6% delle risorse pubbliche allocate. Per dare rappresentanza alle legittime istanze locali sono state quindi realizzate 35 sessioni di formazione, che hanno interessato circa 500 persone ed hanno identificato i leader comunitari, 2 incontri con le autorità locali e la nomina di una donna del popolo come rappresentante degli agricoltori a livello di contea. Inoltre è stata condotta un’attività di educazione civica in 4 scuole secondarie della zona.