LA GIORNATA DELL’UNIONE EUROPEA IN GUINEA BISSAU

Martedì 9 maggio si è svolto presso gli spazi della Delegazione dell’Unione Europea nella Repubblica della Guinea Bissau un evento in concomitanza con la Giornata dell’Unione Europea. L’iniziativa ha rappresentato un momento utile per tutte le organizzazioni che promuovono i progetti finanziati dalla UE in Guinea Bissau per presentare gli obiettivi, i risultati e i […]

Martedì 9 maggio si è svolto presso gli spazi della Delegazione dell’Unione Europea nella Repubblica della Guinea Bissau un evento in concomitanza con la Giornata dell’Unione Europea.

L’iniziativa ha rappresentato un momento utile per tutte le organizzazioni che promuovono i progetti finanziati dalla UE in Guinea Bissau per presentare gli obiettivi, i risultati e i prodotti delle loro attività.

Anche Mani Tese era presente con alcuni membri del suo staff per illustrare le iniziative di cui si occupa ormai da diversi decenni nel Paese.

MARTESANA IN FESTA PER LA RETE AGROECOLOGICA

Nonostante la pioggia, domenica 7 maggio a est di Milano è stata una giornata luminosa, che ha visto la partecipazione calorosa da parte degli attivisti agricoli e di tutti i partner del nostro progetto Agroecologia in Martesana.   Al mattino siamo stati a visitare la cooperativa agricola di Castel Cerreto, dove Francesco ci ha mostrato […]

Nonostante la pioggia, domenica 7 maggio a est di Milano è stata una giornata luminosa, che ha visto la partecipazione calorosa da parte degli attivisti agricoli e di tutti i partner del nostro progetto Agroecologia in Martesana.

 

Al mattino siamo stati a visitare la cooperativa agricola di Castel Cerreto, dove Francesco ci ha mostrato come gli asparagi crescono, facendosi strada tra la paglia, e poi ci ha accompagnato in una camminata esplicativa nel frutteto della sua cooperativa.

 

Al pomeriggio, ci siamo ritrovati a Cassina de’ Pecchi per un momento di festa conclusivo aperto a tutti, animato anche dai più piccoli dove abbiamo respirato lo spirito di un progetto che ha saputo creare un’innovativa ed entusiasta rete agroecologica di produttori, consumatori e attivisti sul territorio.

 

Grazie a tutti e a tutte per essere stati con noi!

 

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IN GUATEMALA PER PROMUOVERE LA SOVRANITA’ ALIMENTARE

Da più di 10 anni siamo in Guatemala per promuovere la sovranità alimentare e il rispetto del diritto al cibo.   In questo Paese – segnato da degrado ambientale, esclusione sociale delle popolazioni indigene e crisi alimentare causata dai cambiamenti climatici – abbiamo da poco intrapreso il progetto SOBERANOS: Promozione della sovranità alimentare attraverso il […]

Da più di 10 anni siamo in Guatemala per promuovere la sovranità alimentare e il rispetto del diritto al cibo.

 

In questo Paese – segnato da degrado ambientale, esclusione sociale delle popolazioni indigene e crisi alimentare causata dai cambiamenti climatici – abbiamo da poco intrapreso il progetto SOBERANOS: Promozione della sovranità alimentare attraverso il sostegno ai processi di decentramento territoriale nel Corredor Seco, cofinanziato dalla Regione Toscana.

 

Nelle comunità beneficiate dal progetto, continua la collaborazione di Mani Tese con il Dipartimento di Gestione dei Sistemi Agrari, Alimentari e Forestali (GESAAF) dell’Università degli Studi di Firenze. Beatrice, Giulio e Antonio, che ne fanno parte, proprio in questi giorni hanno presentato il progetto SOBERANOS al Centro Universitario de Oriente (CUNORI) di Chiquimula. Nel contempo hanno anche iniziato le visite di campo nelle comunità, funzionali all’installazione di sistemi di raccolta di acqua piovana per l’irrigazione di orti familiari.

 

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ONG A TESTA ALTA: LE ORGANIZZAZIONI NON GOVERNATIVE RISPONDONO ALLE ACCUSE

#OngATestaAlta Le Organizzazioni non governative rispondono alle accuse CONFERENZA STAMPA Roma, mercoledì 10 maggio, ore 11.00 Presso la Sala Capranichetta, piazza Montecitorio 125   Da tempo le Organizzazioni non governative (ONG) italiane subiscono attacchi gravissimi e indiscriminati da parte di vari esponenti politici e riprese da molti media nazionali sulla base di accuse generiche e […]

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#OngATestaAlta
Le Organizzazioni non governative rispondono alle accuse

CONFERENZA STAMPA
Roma, mercoledì 10 maggio, ore 11.00
Presso la Sala Capranichetta, piazza Montecitorio 125

 

Da tempo le Organizzazioni non governative (ONG) italiane subiscono attacchi gravissimi e indiscriminati da parte di vari esponenti politici e riprese da molti media nazionali sulla base di accuse generiche e non circostanziate.

 

Il tema attuale è quello relativo alle organizzazioni impegnate nei soccorsi in mare, ma in realtà si arriva a criminalizzare l’intero sistema della cooperazione internazionale, generando uno scollamento pericoloso tra i cittadini e le organizzazioni sociali.

 

AOI fa parte del Forum Terzo Settore italiano, come alcuni dei suoi soci (FOCSIV, COCIS, Ai.Bi), con cui condivide la mission della promozione sociale dei cittadini e della loro partecipazione attiva alla vita democratica di tutti i Paesi nel mondo.

 

Le ONG Italiane mobilitano più di 600 milioni euro nella lotta alla povertà e per lo sviluppo attraverso circa 3.000 progetti e programmi di cooperazione e volontariato internazionale e aiuto umanitario in decine di Paesi, impegnando più di 16.000 operatori che agiscono in situazioni difficili, a volte a rischio della vita in teatri di guerra o di catastrofi naturali, avvalendosi anche di circa 82.000 volontari.

 

La trasparenza è uno degli elementi caratterizzanti dell’operato delle ONG, testimoniato da: bilanci certificati, con verifiche realizzate da soggetti terzi; controlli di carattere amministrativo e di valutazione del lavoro realizzato da parte di donatori istituzionali (come Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Commissione Europea, sistema delle Nazioni Unite); bilanci sociali e relazioni di missione annuali. Queste ed altre sono informazioni pubbliche e confrontabili sulla base di standard riconosciuti a livello internazionale*. Più del 50% delle risorse con cui operano le ONG, infine, proviene da milioni di cittadini italiani che attraverso donazioni liberali e 5×1000 sostengono con fiducia il loro operato.

 

Questo patrimonio civile, politico e di solidarietà concreta che contribuisce sostanzialmente a far si che la cooperazione italiana sia importante in tante parti del mondo, rischia di essere irrimediabilmente compromesso dal cinismo e dall’irresponsabilità delle polemiche di questi giorni.

 

Tra i primi frutti velenosi della campagna in corso registriamo gli attacchi xenofobi come quello andato in scena di fronte alla sede dell’OIM (Agenzia umanitaria del sistema ONU) a Roma o la violenza verbale cui si è assistito lo scorso fine settimana durante il Festival Mediterraneo Downtown promosso da COSPE (ONG di AOI), Amnesty International e Legambiente a Prato. Sui social network purtroppo si sono registrati molte dichiarazioni di accusa, commenti e insulti razzisti.

 

Il rischio più grande è soprattutto l’allontanamento dell’opinione pubblica, dei cittadini, dal ‘farsi protagonisti’ della solidarietà, del volontariato e della cooperazione attiva per sconfiggere povertà, guerre, violenza e violazione dei diritti umani nel mondo.

 

Per questo AOI e Forum del Terzo Settore hanno deciso di organizzare questo incontro e confronto con la politica e i media, invitando a partecipare anche le altre reti e rappresentanze di ONG e organizzazioni sociali, per un dibattito faccia a faccia, in cui verranno presentati e messi a disposizione dati sull’efficacia e la trasparenza delle attività delle organizzazioni, testimonianze di volontari e beneficiari, per rispondere con i fatti alle accuse che da tempo subiscono.

 

Ha accettato di moderare l’incontro e stimolare il dibattito Luciano Scalettari, giornalista inviato di Famiglia Cristiana, esperto di Africa e cooperazione internazionale.

 

*Fonte dati 2015 Open Cooperazione http://www.open-cooperazione.it/web/

 

Ufficio stampa
AOI: Francesco Verdolino – francesco.verdolino@hotmail.it – 3398129813
Forum Terzo Settore: Giovanna Carnevale – stampa@forumterzosettore.it – 0688802906

“ANTULA E’ GIOVANE!”, UN NUOVO PROGETTO IN GUINEA BISSAU PER L’INTEGRAZIONE DEI MIGRANTI DI RITORNO

Il 25 aprile abbiamo lanciato ufficialmente un nuovo progetto in Guinea Bissau. “Antula è jovem!” è un progetto finanziato dall’Unione Europea e gestito da IOM, che intende favorire la reintegrazione sociale ed economica dei migranti di ritorno sviluppando corsi di formazione d’informatica, attività culturali nell’ambito del teatro e della radio comunitaria e promuovendo la nascita […]

Il 25 aprile abbiamo lanciato ufficialmente un nuovo progetto in Guinea Bissau.

Antula è jovem!” è un progetto finanziato dall’Unione Europea e gestito da IOM, che intende favorire la reintegrazione sociale ed economica dei migranti di ritorno sviluppando corsi di formazione d’informatica, attività culturali nell’ambito del teatro e della radio comunitaria e promuovendo la nascita di due microimprese (panetteria e sartoria) dedicate ai giovani, che possano rappresentare fonti di sostentamento e valide alternative alla migrazione.

Alla cerimonia hanno partecipato diverse personalità fra cui la responsabile programma sviluppo rurale della UE, il direttore generale IOM Guinea Bissau, il rappresentante del Ministro dell’Agricoltura e del primo ministro e il rappresentante della FAO in Guinea Bissau. Oltre 200 le persone persone intervenute: rappresentanti della società civile guineense e internazionale, delle autorità locali, delle associazioni di base, e molti giovani e cittadini del quartiere di Antula.

Durante la giornata è stata inoltre inaugurata la sala di informatica del centro sociale di Antula che sarà sede dei corsi di formazione organizzati nell’ambito del progetto.

Scopri di più su “Antula è jovem!

Tavolo autorità mani tese 2017 guinea bissau
Il tavolo delle autorità

 

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Israel dos Santos (Rappresentante IOM), Piero Meda (Mani Tese), Carla Sorneta (Rappresentante UE)

 

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Teatro sulla migrazione

 

Inaugurazione sala informatica
Inaugurazione della sala di informatica da parte del direttore IOM della Guinea Bissau

 

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La sala di informatica dotata di 15 computer

GIUSTIZIA AMBIENTALE: CHE COS’È, COME SI OTTIENE, COSA PUOI FARE TU!

Recentemente Mani Tese ha promosso, insieme ad altri esperti, il portale Giustiziambientale.org, un sito che intende dare voce agli attivisti ambientali.   Ma che cos’è la giustizia ambientale? Mercoledi 10 maggio, presso il negozio PATAGONIA a Milano, cercheremo di capirlo insieme ad esperti di cooperazione internazionale, editori, ricercatori universitari e giornalisti attivi sul campo.   […]

Recentemente Mani Tese ha promosso, insieme ad altri esperti, il portale Giustiziambientale.org, un sito che intende dare voce agli attivisti ambientali.

 

Ma che cos’è la giustizia ambientale?
Mercoledi 10 maggio, presso il negozio PATAGONIA a Milano, cercheremo di capirlo insieme ad esperti di cooperazione internazionale, editori, ricercatori universitari e giornalisti attivi sul campo.

 

Di seguito la locandina. Cliccate sulla foto per scaricare la versione in PDF.

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MISURARE LA RESILIENZA DEI COMUNI DELLA MARTESANA

Il “Territorial Resilient Index” è un sistema di rilevazione della resilienza dei territori che fornisce indicazioni sulle aree dove è più elevato il consumo di suolo. Uno strumento importante per effettuare scelte strategiche relative al settore agricolo, alla tutela degli spazi liberi e alle attività di partecipazione.   Durante la serata di Giovedì 4 maggio […]

Il “Territorial Resilient Index” è un sistema di rilevazione della resilienza dei territori che fornisce indicazioni sulle aree dove è più elevato il consumo di suolo. Uno strumento importante per effettuare scelte strategiche relative al settore agricolo, alla tutela degli spazi liberi e alle attività di partecipazione.

 

Durante la serata di Giovedì 4 maggio 2016, a Cernusco sul Naviglio, verranno presentati i risultati dell’applicazione dell’indice sul territorio della Martesana e sarà consegnato agli amministratori locali un “tool operativo” per valutare il livello di resilienza dei propri Comuni.

 

L’evento rientra nell’ambito del progetto Agroecologia in Martesana.

Clicca qui per scaricare il pdf.

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ANATHI: “LAVORAVO 6 GIORNI ALLA SETTIMANA PER 12 ORE AL GIORNO”

Il mio nome è Anathi* e ho 18 anni. Vengo da un villaggio del distretto Puthukottai in India. Quando ero piccola, vivevo come una normale bambina della mia età. Ero circondata dalla mia famiglia, andavo a scuola e avevo molti amici. La mia materia preferita era matematica. Da grande volevo diventare dottoressa. Mi piaceva giocare, […]

Il mio nome è Anathi* e ho 18 anni. Vengo da un villaggio del distretto Puthukottai in India.

Quando ero piccola, vivevo come una normale bambina della mia età. Ero circondata dalla mia famiglia, andavo a scuola e avevo molti amici. La mia materia preferita era matematica. Da grande volevo diventare dottoressa. Mi piaceva giocare, ballare e cantare. La mia famiglia non aveva molto, ma eravamo felici.

Quando avevo solo 15 anni, i miei genitori mi informarono che non avrei più continuato con la scuola. La mia famiglia aveva dei debiti da ripagare e aveva bisogno di più soldi. Piansi quando mio padre mi diede questa notizia. Non volevo smettere di andare a scuola ma, allo stesso tempo, non volevo che la mia famiglia soffrisse la povertà.

Mio padre aveva raccontato dei nostri problemi finanziari a un vicino, che gli ha parlato di lavori ben pagati per giovani donne e lo aveva messo in contatto con un agente del lavoro conosciuto nel nostro villaggio. L’agente disse a mio padre che avrei guadagnato molti soldi e che avrei avuto abbastanza denaro non solo per aiutare la mia famiglia a ripagare i prestiti, ma anche per far studiare la mia sorellina e mettere da parte qualcosa per il mio matrimonio.

Mi spaventai molto quando venni a sapere che avrei dovuto lavorare in una fabbrica e non sarei potuta tornare a casa ogni giorno a mangiare con la mia famiglia. Non avevo mai vissuto fuori dal mio villaggio. Mi confidai con la mia migliore amica, che aveva saputo di altre ragazze che avrebbero lavorato tramite accordo con l’agente. Sapendo che avrei avuto compagnia in quel nuovo luogo, smisi di sentirmi così male.
Tre settimane dopo partii per lavorare alla fabbrica. Fu molto triste per me salutare la mia famiglia e i miei amici e provai un grande dolore.

Quando arrivai alla fabbrica, mi dissero che avrei vissuto lì. C’erano molte ragazze della mia età e alcune sembravano più giovani di me. Fummo alloggiate in un ostello molto sporco. Non c’era un vero e proprio bagno né attrezzature da cucina pulite. Avrei voluto andarmene immediatamente. Il giorno seguente, incontrai i miei supervisori e mi fu chiesto di firmare il contratto, che non riuscii a capire con chiarezza ma firmai lo stesso su consiglio dell’agente di lavoro. Prima di arrivare alla fabbrica, l’agente mi aveva consigliato di firmare tutti i documenti perché significavano che avrei ricevuto cibo, alloggio e denaro.

Il lavoro in fabbrica era duro. Dovevo lavorare sei giorni a settimana per 12 ore al giorno. Una volta mi ammalai e non riuscii a lavorare. Il mio supervisore mi disse che sarei stata punita per non essermi presentata al lavoro e che non avrei potuto lasciare l’ostello per comprare le medicine. Rimasi malata per una settimana con mal di testa e febbre senza ricevere alcuna visita di un dottore.

Durante il primo anno di lavoro, mi fu concesso di visitare la mia famiglia solo un paio volte. Mia madre un giorno venne a trovarmi, ma fu mandata via.

Durante il secondo anno in fabbrica, continuai ad ammalarmi. Lavorare lunghe ore senza pausa mi faceva spesso stare male. Ogni volta che non mi presentavo a lavoro, il mio supervisore mi minacciava. Mi urlava contro e mi umiliava davanti a tutti. Presentati un reclamo formale, ma fu peggio. Il supervisore continuò ad essere prepotente picchiandomi se lavoravo troppo lentamente. Dopo che fui picchiata la prima volta, mi ripromisi che da quel giorno avrei sofferto in silenzio perché temevo per la mia sicurezza.

Una notte, in ostello, sentii una delle mie amiche piangere. Le chiesi il perché e lei mi disse che il nostro supervisore l’aveva violentata e pensava che non sarebbe più potuta tornare a casa perché avrebbe portato disonore alla sua famiglia. La convinsi ad andare a dormire e che avremmo deciso cosa fare la mattina successiva. Quella notte, la mia amica si uccise. Ero così piena di rabbia che urlai contro il supervisore, il quale mi colpì su tutto il corpo. Subii gravi lesioni e venni espulsa dalla fabbrica.

Quando tornai a casa, mio padre era deluso e anch’io ero delusa da me stessa perché non avevo né denaro né istruzione.
La mia famiglia era ancora in povertà.

Un giorno SAVE (ndr: Organizzazione non governativa con cui collabora Mani Tese) visitò il mio villaggio. Non conoscevo questa organizzazione ma venni a sapere che avrebbe organizzato un corso di formazione per giovani donne come me e chiesi loro di aiutarmi. Quando le persone di SAVE ascoltarono la mia storia, mi dissero che avrei potuto partecipare al programma di formazione professionale.
Grazie a loro, ho potuto imparare il mestiere di sarta e ora conosco i miei diritti di lavoratrice. Lavoro, guadagno il mio stipendio e non vengo maltrattata.

Ogni tanto mi dispiace per quello che mi è accaduto. Non avrei mai voluto iniziare a lavorare così giovane, ma sono contenta di avere ottenuto la possibilità di ricominciare da capo. Con i miei soldi posso aiutare la mia famiglia e adesso posso raccontare la mia esperienza alle altre ragazze del villaggio, affinché non si ritrovino anch’esse nella mia stessa situazione.

*I nomi usati in questa storia sono di fantasia per proteggere la privacy delle persone coinvolte.