Contrastare la violenza di genere in Guinea-Bissau

Mani Tese da alcuni anni sostiene i due unici centri di accoglienza per le vittime di violenza sulle donne nel Paese.

In Guinea-Bissau la disuguaglianza e la violenza di genere raggiungono livelli allarmanti. Le donne infatti subiscono diverse forme di violenza: domestica, psicologica, sessuale, matrimoni precoci e forzati e mutilazioni genitali femminili. Il problema della violenza di genere assume caratteri ancora più preoccupanti nelle zone rurali, a causa dell’isolamento e la difficoltà di accesso ai servizi di informazione o protezione per le donne. In una recente ricerca condotta in loco da Mani Tese, il 67% delle donne intervistate ha dichiarato di essere stata vittima di almeno un tipo di violenza. In particolare, delle 978 donne intervistate che hanno o hanno avuto un partner, ben 613 hanno affermato di aver subito violenza da quest’ultimo. Purtroppo sono pochissime le donne che denunciano gli atti di violenza: il 68% non ha raccontato a nessuno l’accaduto e solo lo 0,5% lo ha riferito a un medico. Tantissime sono inoltre le ragazze costrette a matrimoni forzati e precoci. Su 871 donne che hanno risposto a domanda diretta, l’81,1% ha dichiarato che il loro matrimonio è stato deciso dalla famiglia del marito. Infine più della metà delle donne ha subito mutilazione genitale femminile (il 52%). Si tratta soprattutto di bambine tra gli 0 e i 14 anni (30%). In uno studio realizzato nel 2021 nel quadro del progetto promosso da Mani Tese NO NA CUIDA DE NO VIDA, MINDJER!, ben il 60% delle donne intervistate ha confessato di aver subito questa pratica.

Da alcuni anni Mani Tese sostiene gli unici due centri di accoglienza per vittime di violenza di genere presenti in Guinea-Bissau: il centro di Bissau e quello, più recente, di São Domingos. I due centri di accoglienza rappresentano attualmente l’unica speranza di sopravvivenza per tantissime donne in difficoltà: ragazzine costrette a matrimoni forzati con uomini molto più grandi di loro, donne abusate dai propri compagni o dai famigliari, ragazze che subiscono mutilazione genitale femminile… Sono tante le attività dei centri sostenute da Mani Tese, le quali attualmente rientrano nell’ambito del progetto “NO TENE DIRITU A UM VIDA SEM VIOLÊNCIA” – Rafforzamento dei meccanismi di protezione delle vittime di gbv e promozione dei diritti delle donne in Guinea-Bissau” cofinanziato dall’Unione Europea e promosso da Mani Tese in partenariato con FEC – Fé e Cooperação, ENGIM – Fondazione Ente Nazionale Giuseppini Murialdo, AMIC – Associação dos Amigos da Criança. Fra le attività sostenute da Mani Tese, c’è innanzitutto la fornitura di kit alimentari e igienico-sanitari per le vittime accolte presso i centri. C’è poi anche l’appoggio per i corsi di formazione dedicati alle donne ospitate, per aiutarle a imparare un mestiere e, quindi, ad emanciparle. Fra questi, molto importanti sono i corsi di formazione in sartoria.

“Tutte le ragazze che beneficiano di questa formazione prima non sapevano nulla sulla sartoria. – Sostiene, in un video recentemente realizzato per Mani Tese, Ivaldino Paulo Martins, formatore dei corsi in sartoria – Adesso sanno già realizzare alcuni prodotti. Questo può essere utile per loro in futuro per riuscire a guadagnare qualcosa, perché è un’attività che genera reddito, e poter essere un po’ più indipendenti.” Mani Tese sta facendo tutto il possibile per mantenere i due centri di accoglienza per vittime di violenza di genere aperti, ma le necessità sono diverse e urgenti e le vittime purtroppo sono sempre tante. Per questo, recentemente Mani Tese ha deciso di sostenere la creazione di un orto sostenibile presso il centro gestito da AMIC, con il quale poter produrre cibo sia per le ospiti sia per la vendita, così da garantire sempre di più l’autosufficienza del centro stesso. Inoltre, in occasione del 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, ha lanciato una campagna di raccolta fondi per il sostegno dei due centri di accoglienza. “Ringraziamo per il supporto già ricevuto ma vorremmo chiedere un po’ di più al popolo italiano per assicurare il necessario alle vittime che accogliamo quasi continuativamente. – dichiara Fernando Cá, coordinatore di AMIC, in un altro recente video – Anche questa mattina abbiamo accolto due di loro. Le vittime di violenza di genere non mancano mai qui.”