Promozione di un modello equo e sostenibile di produzione, trasformazione e consumo del cacao in Costa d’Avorio

Valorizzazione socioeconomica dei piccoli produttori e maggior resilienza delle comunità rurali sono gli obiettivi del progetto co-finanziato dalla Regione Emilia-Romagna

Il contesto

Dal 1950 a oggi la Costa d’Avorio, secondo uno studio pubblicato su Nature¸ ha perso il 90% della copertura forestale: dal Duemila in avanti il cacao sarebbe responsabile di quasi il 37,4% di questa perdita. Ma a oggi il fenomeno viene minimizzato dalle autorità locali e legato a singole vicende di produttori che, di fronte al calo drastico di produttività del terreno, decidono di spostarsi nella foresta per avere migliori risultati.

Oggi i produttori raccontano che inizialmente non si utilizzava alcun fertilizzante sulle piante ma poi, per alzare la produzione, è stato loro consigliato di cominciare a “pompare” anche nel terreno. L’obiettivo era produrre sempre di più per riuscire a soddisfare le crescenti richieste di esportazione. Ma l’aumento della produzione ha avuto un elevatissimo costo ambientale, sia in termini di foresta perduta, sia di conseguenze sul suolo. Oggi l’aumento dei pesticidi non porta ad alcun incremento della produzione: su un suolo e una pianta indeboliti, anche gli agenti patogeni hanno effetti molto più gravi e, purtroppo, irreversibili. 

Dall’inizio del 2020 lo “Swollen Shoot”, un patogeno presente fin dal 1940 in Ghana, ha iniziato a infettare le piantagioni di tutto il Paese. Secondo alcune stime, la riduzione media sulle 2,2 milioni di tonnellate di cacao prodotte in tutta la Costa d’Avorio nel 2021-2022 oscilla tra il 5% e il 10%.

Gli obiettivi

Il Progetto mira a promuovere un modello equo, inclusivo e  sostenibile della filiera del cacao, rafforzando la resilienza della comunità rurali nel Sud Comoé e contribuendo alla valorizzazione socioeconomica dei piccoli produttori locali.

Le attività

L’iniziativa, co-finanziata dalla Regione Emilia Romagna e realizzata nella regione della Sud Comoé ha preso avvio il giorno 1 dicembre 2025 e ha una durata di 12 mesi. La progettualità si fonda sulle analisi realizzate da Mani Tese nel 2023 sul settore cacao in Costa d’Avorio, che hanno evidenziato l’urgenza di sostenere pratiche agroecologiche, migliorare le condizioni dei produttori e rafforzare la trasformazione locale.

Il progetto si articola in tre componenti:

  • Attività di sensibilizzazione in Emilia-Romagna e a Parma in particolare sul consumo responsabile e sulle caratteristiche della filiera internazionale del cacao (attività realizzata dal coproponente Colori d’Africa);
  • Percorsi di formazione e accompagnamento tecnico rivolti ai produttori ivoriani per migliorare le pratiche agroecologiche e agroforestali;
  • Azioni educative e comunitarie per promuovere una maggiore consapevolezza locale sulla sostenibilità della filiera.

Le attività previste includono la formazione dei produttori su tecniche agroecologiche e agroforestali, l’accompagnamento tecnico durante la stagione agricola, l’organizzazione di sessioni di sensibilizzazione nelle comunità e nelle scuole.

L’intervento integra così le diverse dimensioni della filiera – produzione, trasformazione, consumo e governance territoriale – in un approccio che pone al centro il miglioramento delle condizioni dei piccoli produttori e la promozione di un modello sostenibile e responsabile. Il progetto intende contribuire alla
costruzione di una filiera più equa, resiliente e capace di generare benefici duraturi per le
comunità rurali coinvolte.