Scuola e Climate Change: nuove opportunità di formazione

Il 27 ottobre e il 3 novembre 2025 si terranno due incontri di formazione on line, rivolti a docenti, educatrici ed educatori, nell’ambito del progetto “Participation 4 Change”.

Il 27 ottobre e il 3 novembre 2025, nell’ambito del progetto “Participation 4 Change: persone al centro del cambiamento”, si terranno due incontri di formazione on line, rivolti a docenti, educatrici ed educatori per approfondire metodi e strumenti utili ad attivare i giovani in una delle principali sfide globali del nostro tempo: il contrasto al cambiamento climatico globale.

Infatti il progetto, realizzato da Mani Tese ETS, Deafal Ong e Siena Art Institute e sostenuto con i fondi Otto per Mille dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai, promuove un insieme di azioni che, coinvolgendo le comunità delle province di Firenze e Siena (oltre 1,26milioni di abitanti) con un focus sui giovani, diffondano comportamenti e forme di partecipazione attiva volte alla lotta ai cambiamenti climatici e alla mitigazione dell’impatto antropico.

Comunità attive

Gli impatti devastanti degli eventi climatici estremi che colpiscono con frequenza i nostri territori ci mostrano come la crisi climatica sia un fenomeno sempre più allarmante e come nessuno possa considerarsi al riparo dagli effetti di questa crisi. Appare urgente coinvolgere e attivare le comunità locali per l’elaborazione di strategie di prevenzione e contrasto al climate change diffuse, efficaci e condivise: iniziative di sensibilizzazione, cooperazione, educazione e mobilitazione delle comunità sono, quindi, la via principale per la promozione di uno Sviluppo Sostenibile in maniera condivisa e partecipata.

Il Caffè che nutre il mondo

Una serata per conoscere la filiera sostenibile del Caffè in Kenya: appuntamento il 24 ottobre a Santa Lucia di Piave (TV)

Si svolgerà il prossimo 24 ottobre, a Santa Lucia di Piave (TV), l’evento “Il Caffè che nutre il mondo”. Una serata organizzata da Mani Tese per conoscere più da vicino la filiera del caffè in Kenya, che supporta i piccoli produttori, rispetta la biodiversità e aumenta la sicurezza alimentare delle comunità locali.

L’incontro, aperto a tutta la cittadinanza, sarà un’occasione per approfondire l’impegno di Mani Tese in Kenya e in particolare il progetto “Kahawa – Fliere Latte & Caffè tra ambiente e impresa” sostenuto dalla Regione Veneto.

Agroecologia: ma cosa sarà mai?

A cura di Giovanni Mozzi

È un dato di fatto che l’attuale agricoltura non riesca a dare una risposta adeguata alle popolazioni di tutto il mondo, molte delle quali soffrono di gravi stadi di malnutrizione o di nutrizione insufficiente. Tutto ciò è aggravato dal degrado ambientale causato da un’agricoltura intensiva e dalla conseguente perdita di biodiversità. E, come se ciò non bastasse, si è aggiunto anche il cambiamento climatico che sta progressivamente imperversando.

L’agroecologia vuol essere una risposta a tutto ciò, sfruttando i processi naturali, creando opportune sinergie fra le varie attività agricole, riducendo al minimo il ricorso a input tossici, utilizzando processi ecologici per sviluppare e attuare le politiche agricole.

Scendendo in ulteriori dettagli si tratta di:

– utilizzare preferibilmente risorse rinnovabili

– ridurre o addirittura eliminare il ricorso a input esterni, favorendo l’autosufficienza

– mantenere la diversità dell’agricoltura nel tempo e nello spazio

– favorire le sinergie fra i vari elementi

– diversificare le fonti di reddito agricolo

– promuovere la conoscenza degli operatori

– costruire sistemi alimentari che offrano diete sane e diversificate

– favorire un commercio equo, un lavoro dignitoso e tutelare i diritti dei lavoratori

– creare reti di distribuzione eque e corte

– favorire una governance responsabile delle risorse naturali

– favorire la partecipazione ai processi decisionali da parte di produttori e consumatori.

Insomma, si tratta di qualcosa di molto diverso dalle colture intensive ricche di pesticidi e in cui l’operatore è solo un bracciante sovente sfruttato.

Le esperienze al riguardo di Mani Tese in Africa mostrano come l’agroecologia sia in un primo tempo leggermente più onerosa dell’agricoltura tradizionale, per poi divenire nettamente più conveniente nel medio e lungo periodo, preservando i terreni dal logorio connesso all’agricoltura tradizionale.

Ma ciò che forse più conta è che essa mira alla costruzione di un nuovo sistema alimentare e nutrizionale non solo sostenibile, ma anche capace di proteggere i sistemi di supporto alla vita, fra cui l’ambiente.

“Mangal”: un video-reportage racconta il nostro impegno in Mozambico

Un viaggio tra resilienza, innovazione e cooperazione nella Zambezia: Mani Tese e Will Media raccontano il Mozambico che cambia, dove la natura diventa alleata e le soluzioni nascono dal basso.

“Mangal – Alleanze e innovazioni dove non te le aspetti” è un reportage realizzato da Will Media in collaborazione con Mani Tese. Guidata dal nostro Rappresentante Paese Nicola De Domenico, Giulia Bassetto – Autrice di Sostenibilità e Clima per Will & Chora Media – si è mossa tra Quelimane e la Provincia della Zambezia, alla scoperta della realtà sociale ed economica di questa fetta di Mozambico.

Attraverso le testimonianze dello staff locale di Mani Tese, così come grazie ai racconti della popolazione, dal reportage emerge con evidenza anche una storia di resilienza e adattamento, di chi non si arrende e si adatta con ingegno immaginando un futuro diverso. Un futuro in cui la natura non è solo qualcosa da proteggere, o da cui proteggersi, ma anche un’alleata preziosa con cui collaborare.

Un seme per contrastare l’insicurezza alimentare e il cambiamento climatico

Il documentario si sofferma su “Ethaka – Un modello di produzione agricola e consumo sostenibile per la resilienza climatica e la sicurezza alimentare e nutrizionale”, progettualità co-finanziata da AICS e realizzata da Mani Tese in collaborazione con ICEI e Oikos. Tra orti locali e ripiantumazione di mangrovie che prevengono l’erosione costiera, ecco come sperimentare soluzioni concrete a misura di comunità, secondo i principi dell’agroecologia abbracciati da Mani Tese, per cui equità sociale e sostenibilità economica e ambientale vanno sempre di pari passo.

Nicola De Domenico, Rappresentante Paese di Mani Tese in Mozambico, con Giulia Bassetto di Will Media, durante la realizzazione del reportage.

Innovazioni frugali e il senso della cooperazione

Cosa sono le innovazioni frugali? “Mangal” racconta anche come il termine “innovazione”, qui, assuma una connotazione differente. L’installazione di pannelli solari per garantire l’autonomia energetica di una scuola, o la costruzione di grondaie per la raccolta dell’acqua piovana sono cambiamenti rivoluzionari. Il lavoro di Mani Tese in Mozambico ci dimostra che anche con poco si può avere un reale impatto sulla vita delle persone, sempre più fragili a causa della crisi climatica. E che le innovazioni piccole, locali, semplici, replicabili – frugali appunto – sono spesso le “soluzioni” più adatte a questo tipo di territorio, ma forse anche nel nostro, in Italia e in Europa.

Il cibo degli Dei

A cura di Giovanni Mozzi

A chi non piace il cioccolato? Il cacao è il suo principale componente. La pianta fu coltivata per la prima volta dai Maya, che addirittura sembra che ne usassero i semi anche come moneta di scambio. Seguirono i Toltechi e poi gli Aztechi, finché nel 1528 Ferdinando Cortés importò per la prima volta in Spagna i primi sacchi dei preziosi semi di cacao.

Ed anche il nome scientifico che fu dato alla pianta, Theobroma cacao, è molto significativo: Theobroma, cioè cibo degli dei, da cui prende anche il nome, teobromina, l’alcaloide che contiene e che ci dà tanto piacere fissandosi ad un qualche recettore del nostro cervello.

Ma, come vedremo, non son tutte rose e fiori (d’altra parte si parla di semi).

Attualmente circa ¾ della produzione mondiale di cacao si effettua in Paesi africani, con un totale di circa 20 milioni di persone dedite alla coltivazione del cacao. Purtroppo però gli agricoltori locali non ne hanno tratto molti giovamenti.

Fu negli anni 70 del secolo scorso che la Banca Mondiale e l’Organizzazione Mondiale per il Commercio spinsero gli Stati produttori a privatizzare le imprese pubbliche che gestivano la commercializzazione del cacao, aggravando ulteriormente la situazione dei coltivatori, fino a favorire lo sfruttamento del lavoro minorile.

Un altro dei drammi connessi con la coltivazione del cacao è la deforestazione. Le foreste pluviali infatti sono state disboscate per dedicare il territorio alla coltivazione del cacao e dopo quaranta o cinquant’anni i terreni, ormai esauriti, sono stati abbandonati per disboscare nuovi territori. E così alcuni milioni di ettari di foresta (un ettaro è pari a circa due campi di calcio) sono scomparsi in Costa d’Avorio e Ghana.

Le speranze per il futuro? Non sono moltissime, ma le nazioni dell’Unione Africana con la Dichiarazione di Malabo (2014) si sono impegnate ad allocare il 10% della spesa pubblica all’agricoltura ed allo sviluppo rurale. In effetti la crescita agricola trainata dalle colture alimentari riduce la povertà più efficacemente rispetto a quella trainata dalle colture destinate all’esportazione.

E poi ci sono i numerosi progetti di Mani Tese orientati sia alla produzione di colture alimentari, che come abbiamo visto facilitano la crescita dell’economia rurale, sia alla coltivazione di cacao su grandi estensioni, massimizzando così i profitti, e con l’impiego dell’agroecologia, che ne incrementa le rese nel lungo periodo proteggendo nel contempo l’ambiente.

Finanza etica e microcredito, la via condivisa per uno sviluppo giusto

Lo scorso 21 luglio Mani Tese, Banca Etica, CRESUD e MAIN Africa si sono incontrati a Padova, presso la sede centrale di Banca Etica, per un incontro strategico

Mani Tese è tra gli storici soci fondatori di Banca Etica, leader nel campo della finanza solidale, e partner strategico della banca stessa per le attività di cooperazione internazionale allo sviluppo. Per questa ragione lo scorso 21 luglio è stata chiamata a Padova, nella sede centrale dell’istituto, per un incontro strategico, conoscitivo e formativo al tempo stesso.

Per Mani Tese presenti il Direttore Generale, Marino Langiu, e Charlotte Puget, Referente Programmi di Cooperazione Internazionale, che hanno presentato le linee guida delle attività di cooperazione internazionale di Mani Tese, con un focus specifico sulla promozione del microcredito. La prima parte della giornata ha previsto un incontro conoscitivo strategico, facilitato da Banca Etica e CRESUD, con il network africano di microfinanza etica MAIN, mentre nel pomeriggio si è svolto un momento formativo tenuto da Mani Tese e rivolto a dipendenti e Gruppi di Iniziativa Territoriale di Banca Etica.

Mani Tese e CRESUD, un partenariato di impatto

Importante la possibilità di evidenziare nuovamente lo storico legame con Banca Etica e la complementarietà effettiva tra Mani Tese e CRESUD, alla luce anche delle progettualità che coinvolgono entrambe. Infatti, Mani Tese e CRESUD collaborano attualmente in Kenya, nella regione del bacino del fiume Molo, per rafforzare la filiera del latte attraverso un approccio integrato che combina agroecologia, formazione tecnica e inclusione finanziaria. I programmi attivi – e che si svilupperanno per i prossimi anni – mirano a migliorare la qualità del latte prodotto da piccoli allevatori, promuovendo pratiche agricole rigenerative, la gestione sostenibile delle risorse naturali e l’introduzione di soluzioni circolari per l’energia e l’acqua. CRESUD affianca Mani Tese nel rafforzamento delle capacità imprenditoriali e finanziarie dei produttori locali, oltre che nella collaborazione con istituti africani di microfinanza etica per lo sviluppo di strumenti di microfinanza innovativi. Uno degli interventi chiave è il potenziamento del centro di raccolta del latte di Mau Juhudi, che diventa un punto nevralgico per la trasformazione e la valorizzazione del prodotto caseario locale.

In definitiva, Mani Tese apporta la sua competenza sociale e di sviluppo di impresa dal basso, il suo approccio basato su  partecipazione e empowerment locale; CRESUD offre le sue competenze tecniche in materia di finanza etica, con una forte attenzione alla sostenibilità economica e ambientale. Ecco perché quello tra Mani Tese e CRESUD è, a tutti gli effetti, un partenariato strategico, metodologico e operativo nato da una visione condivisa di sviluppo che ha generato, e sta generando tuttora, un impatto concreto nelle economie locali e nella vita della comunità in tutta l’Africa e non solo.

Dal Sud al Nord del mondo e viceversa: lo scambio con MAIN

Per Mani Tese è stata anche una preziosa occasione di confronto. Microfinance African Institutions Network (MAIN) è una rete internazionale nata 30 anni fa in Costa d’Avorio, creata da diversi enti bancari e di microfinanza con un’ampia esperienza nella promozione delle microimprese in Africa. Oggi MAIN opera in 28 Paesi africani e raggiunge oltre 16 milioni di utenti in tutto il continente, per contribuire a rafforzare il ruolo sociale ed economico delle istituzioni di microfinanza nel processo di sviluppo complessivo dell’Africa, sia rafforzando le capacità interne e il know-how delle singole istituzioni, sia facilitando e promuovendo lo scambio di informazioni e buone pratiche.

La sessione di Padova ha offerto la possibilità di una reciproca conoscenza, nel perimetro di un terreno comune di lavoro: la promozione di forme di economia solidale basate sulla cooperazione e il rispetto delle risorse locali – naturali, economiche e sociali – anche attraverso il sostegno a cooperative e gruppi di produttori, che mettano al centro lo sviluppo di persone e ambiente tramite il modello del microcredito. L’accesso ai servizi finanziari per le persone escluse dal sistema bancario formale è, infatti, una leva fondamentale verso l’emancipazione economica delle comunità locali e la via condivisa per uno sviluppo equo, inclusivo e sostenibile.

Tante armi da distruggere il mondo

A cura di Giovanni Mozzi

La decisione, presa in sede NATO e condivisa dal nostro governo, di portare al 5% del nostro Prodotto Interno Lordo le spese militari lascia indubbiamente molto perplessi. Si tratta infatti, stanti le attuali spese per armamenti in Italia pari allo 0,27% del PIL, di ben 40 miliardi di Euro all’anno da trovare: ma come?

Sorge così il più che fondato dubbio che a scapitarne sarà la quota di bilancio destinata al welfare, ad esempio alla sanità ed alla cooperazione internazionale allo sviluppo, quest’ultima ferma allo 0,27% del PIL contro lo 0,7% previsto dall’ONU, nonostante il grande aiuto che potrebbe dare alle condizioni economiche dei popoli del sud del mondo, scongiurando fra l’altro letali migrazioni al nord.

Tutto ciò è sicuramente un grandissimo affare per l’industria bellica italiana, che finora è riuscita “solo” ad esportare 100 miliardi di Euro di armamenti in 30 anni, prevalentemente fuori da UE e NATO. E possiamo anche pensare che abbia molto gradito la decisione NATO e del nostro governo, che aumentano sostanzialmente i suoi profitti fino a potenziali 40 miliardi all’anno, contro i 100 in 30 anni.

 

“Si vis pacem, para bellum” dicevano i latini, ma qui non sembra proprio il caso. Il maggior deterrente alla III guerra mondiale consiste infatti nell’arma nucleare, che nel 2023 ha raggiunto una spesa globale nel mondo di 91,4 miliardi di dollari, soprattutto negli Stati Uniti. Ma sapete quanti sono gli ordigni nucleari detenuti dalle varie potenze? Più di 12.000., sicuramente più potenti di quelli esplosi ad Hiroshima e Nagasaki E sapete quanti ne basterebbero per cancellare ogni forma di vita dalla faccia della terra? Un ventesimo.

Insomma possiamo pensare che l’industria bellica tende a svilupparsi al di là di ogni possibile logica di sopravvivenza globale, che beninteso non è affidata alle armi, ma al rispetto, all’attenzione vicendevole, all’aiuto reciproco e al desiderio di offrire il bene e non il male.

Comunicati stampa

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2025