Comunicati stampa

Leggi i Comunicati Stampa diffusi da Mani Tese

2025

Leggi i comunicati stampa diffusi da Mani Tese, in collaborazione con Altreconomia:

Burkina Faso, meeting annuale dello staff di Mani Tese

Prosegue la missione di Giovanni Sartor nel Paese. Il Responsabile Africa Occidentale nei giorni scorsi ha partecipato all’incontro annuale di tutto lo staff Mani Tese, locale ed espatriato: un’opportunità di team building e di approfondimento sulle aree di intervento

Nei giorni scorsi si è tenuto l’annuale meeting che ha riunito tutto lo staff di Mani Tese presente in Burkina Faso: 25 persone in tutto, tra personale locale ed espatriato, ai quali si è aggiunto anche Giovanni Sartor, Responsabile Africa Occidentale, in missione di monitoraggio nel Paese.

Nel corso dell’incontro sono stati prima di tutto accolti i nuovi membri dello staff e, successivamente, approfondite metodologie e strategie dei principali settori di intervento di Mani Tese nel Paese: la transizione agroecologica, lo sviluppo di impresa e l’inserimento lavorativo.

Per quel che riguarda il primo settore di intervento, dopo due presentazioni relative all’aggiornamento sulla partecipazione di Mani Tese alla Coalizione Azione TerrAE e alla metodologia utilizzata per realizzare i perimetri agricoli nella cintura verde di Ouagadougou, si è aperto un proficuo confronto tra i partecipanti. Esso si è concentrato sulla necessità di sviluppare una modalità di approccio Mani Tese per la transizione agroecologica, a partire dai principi condivisi nell’ambito di Azione TerrAE e grazie alle molteplici esperienze maturate nel settore. La metodologia, una volta definita, andrà poi adattata a ciascun contesto.

Relativamente al secondo settore di intervento è stata approfondita, in particolare, la tematica relativa a fondi di dotazione, rotazione garanzia e credito, come strumenti da utilizzare per il supporto alle microimprese nella loro fase di avvio e/o rafforzamento. Sono state presentate 3 diverse esperienze e per ognuna di esse, anche grazie a un dibattito molto partecipato, sono stati analizzati punti di forza e debolezza, successi e insuccessi. Questi scambi hanno portato a un consenso diffuso su alcuni principi che devono necessariamente far parte del lavoro di Mani Tese in quest’ambito, a partire dai nuovi progetti avviati in queste settimane.

L’incontro si è concluso con una visita di tutto il team a due perimetri agricoli nei quali Mani Tese ha accompagnato i produttori agricoli ad applicare l’approccio della transizione agroecologica. È stata l’occasione per riconoscere l’importante lavoro svolto dall’organizzazione e per offrire anche a chi si occupa di amministrazione e sta sempre in ufficio, l’opportunità di vedere le realizzazioni effettuate.

“Sono molto soddisfatto dell’incontro”, ci dice Giovanni Sartor, responsabile Africa Occidentale di Mani Tese, “sono rimasto molto impressionato dall’alto livello di competenza del nostro staff qui in Burkina Faso e della disponibilità al confronto e a mettere in gioco le proprie esperienze e competenze. Sono stato, inoltre, favorevolmente colpito dal rispetto reciproco presente tra lo staff Mani Tese e, inoltre, della grande disponibilità a lavorare insieme per raggiungere i risultati previsti dai diversi progetti. Grazie di cuore a ognuna e ognuno di loro per la dedizione con cui affrontano quotidianamente i compiti a loro assegnati”.

Guinea Bissau, una voce per chi resta ai margini

Conclusa la prima fase di formazioni per le OSC in Guinea Bissau, grazie al progetto “No ta geri Mudança! Jovens e mulheres protagonistas da inclusão na Guiné-Bissau”

Un percorso di crescita per il cambiamento sociale

In Guinea Bissau molte sono le organizzazioni della società civile che si impegnano per dare voce a chi troppo spesso resta ai margini: donne, giovani, persone con disabilità, bambini vittime di discriminazione e violenza. Tuttavia, per affrontare queste sfide complesse, servono strumenti, competenze e strategie condivise.

Proprio da questa consapevolezza nasce “No ta geri Mudança! Jovens e mulheres protagonistas da inclusão na Guiné-Bissau”, un progetto che mette al centro la formazione come leva fondamentale per il cambiamento. Le attività formative affrontano tutti gli aspetti chiave per il rafforzamento delle OSC locali: dalla governance interna alla sostenibilità economica, dalla gestione finanziaria all’advocacy, dalla comunicazione all’assistenza psicosociale.

Attraverso un approccio integrato e progressivo, le organizzazioni partecipanti hanno modo di costruire insieme un linguaggio comune, nuove competenze e una maggiore consapevolezza del loro ruolo nella società. Il tutto con un forte accompagnamento sul campo, grazie al lavoro di tutor regionali e formatori esperti.

Conclusa la prima fase di formazioni per le OSC in Guinea Bissau

Si è conclusa con successo la prima fase delle formazioni destinate alle venti organizzazioni della società civile (OSC) in Guinea Bissau beneficiarie del progetto e ai rappresentanti delle istituzioni locali. Le attività si sono svolte nelle regioni di Bissau (SAB), Bafatá, Gabu, Oio e Cacheu, e hanno coinvolto le OSC beneficiarie impegnate nella lotta contro la violenza di genere e la discriminazione e le istituzioni coinvolte nei casi di vittime di violenza. Il percorso formativo, promosso da Mani Tese in collaborazione con AIFO e i partner locali AMIC (Associação Amigos das Crianças) e FADPD-GB (Federação das Associações da Defesa e Promoção dos Direitos das Pessoas com Deficiência da Guiné Bissau), ha avuto l’obiettivo di rafforzare le competenze tecnico-organizzative e di advocacy delle organizzazioni partecipanti nonché quelle psicosociali che hanno coinvolto anche le istituzioni che hanno a che fare con prima accoglienza di vittime di violenza.

I moduli formativi sono stati accolti con grande entusiasmo dai partecipanti, grazie anche a un approccio interattivo e partecipativo che ha favorito lo scambio di esperienze tra le diverse realtà coinvolte. Le formazioni hanno l’obiettivo di rendere le OSC sempre più autonome e incisive nei processi di governance e sviluppo della società guineense.

Tra i partecipanti, Mamadu Aliu Camara dell’associazione ASPAAB (Associação de Saneamento Básico, Proteção da Água e Ambiente – Gabu), ha raccontato quanto queste formazioni abbiano rappresentato per la sua organizzazione un’occasione di crescita:

“Ho acquisito nuove competenze, soprattutto in ambito organizzativo e psicosociale. Questo progetto è un’opportunità preziosa per rafforzare il nostro ruolo nella società e contribuire attivamente al cambiamento.”

Anche Cadidjata Serifo Djalo, giornalista di Radio Mulher di Bafatá, sottolinea l’importanza del progetto:

“Radio Mulher è nata dalle donne e lavora per le donne, per dar loro una voce. Attraverso i nostri programmi affrontiamo temi cruciali come la violenza di genere, i matrimoni forzati e/o precoci e la discriminazione. Il progetto ‘No ta geri Mudança’ ci permette di rafforzare il nostro impegno e di portare la voce della comunità su un altro livello.”

Infine, Alfa Só dell’associazione ADERBA (Associação da Deficientes da Região de Bafatá), ha evidenziato l’importanza del lavoro nelle comunità:

“Lavoriamo nei villaggi e nelle scuole per sensibilizzare su temi come i diritti delle persone con disabilità e la protezione dei minori. Le formazioni psicosociali ricevute sono state fondamentali per migliorare la nostra capacità di accoglienza e sostegno alle vittime di violenza. Anche con risorse limitate, continuiamo a impegnarci ogni giorno per rafforzare i più vulnerabili.”

Un passo in avanti per la società civile

Il progetto No ta geri Mudança! non è solo un percorso formativo, ma un’esperienza trasformativa che mette al centro le organizzazioni della società civile, rafforzando il loro potenziale e il loro impatto nelle comunità. La partecipazione attiva e il coinvolgimento dei membri delle OSC testimoniano la volontà concreta di costruire una società più inclusiva, equa e consapevole.

Questo articolo è stato co-finanziato dall’Unione Europea. I suoi contenuti sono esclusiva responsabilità di Mani Tese ETS e non riflettono necessariamente il punto di vista dell’Unione Europea.

Mani Tese presenta uno studio sul mercato dei NUS, le specie “neglette” in Burkina Faso

Lo studio è stato elaborato dall’esperta Neerbewendin Sawadogo, nell’ambito del progetto “Valorizzazione delle NUS e supporto alla trasformazione nella Grand Ouaga” finanziato da Alliance Bioversity & CIAT

Presso l’Università Joseph KI-ZERBO di Ouagadougou e organizzato dalla stessa si è tenuto ieri il sesto incontro del forum degli stakeholder organizzato nell’ambito di SUSTLIVES, progetto realizzato da AICS e CHIEAM e finanziato dall’Unione Europea, che mira a promuovere la transizione verso sistemi agricoli e alimentari sostenibili e resilienti al clima in Burkina Faso e Niger, promuovendo il patrimonio delle culture locali e la loro filiera generatrice di reddito nella regione del Sahel.

Mani Tese ETS, stakeholder di progetto, ha presentato lo studio sulla cartografia del mercato delle specie neglette o in via d’estinzione (NUS) nella Grand Ouaga elaborato dall’esperta Neerbewendin Sawadogo nell’ambito del progetto “Valorizzazione delle NUS e supporto alla trasformazione nella grand Ouaga” finanziato da Alliance Bioversity & CIAT.

La presentazione, che ha acceso un interessante dibattito tra i partecipanti al forum, ha affrontato quattro diversi argomenti: Identificare opportunità per promuovere i prodotti NUS sul mercato locale, comprendere le esigenze e le aspettative dei consumatori e degli stakeholder della catena del valore, identificare i vincoli relativi alla domanda e all’offerta di NUS, proporre raccomandazioni per lo sviluppo delle catene del valore NUS.

Sono state analizzate 6 differenti NUS tra cui Oseille, Patata Dolce, Amaranto, Vouandzou, Moringa e Fabirama, la loro offerta presso hotel, ristoranti, mense scolastiche, unità di trasformazione e punti vendita e allo stesso tempo la domanda degli stessi. Il prodotto più richiesto è la patata dolce ma la sua offerta nel mercato locale è ridotta. Sono più apprezzati i prodotti trasformati ma le unità di trasformazione che offrono questo servizio non sono ancora sufficienti a rispondere ai bisogni della clientela.

Lo studio, tra le raccomandazioni, propone di stimolare il consumo attraverso campagne di sensibilizzazione, rinforzare l’offerta attraverso l’appoggio alle cooperative locali ed infine realizzare accordi di approvvigionamento con Hotel, ristoranti e mense scolastiche.

A questo link è possibile consultare l’intero rapporto.

Un lavoro dignitoso nell’agro-alimentare per i giovani del Burkina Faso

Formazione professionale e inserimento lavorativo nel settore agro-alimentare sono al centro del nuovo progetto “Lagro” di Mani Tese in Burkina Faso, co-finanziato dal Ministero dell’Interno – Dipartimento delle Libertà civili.

Lo scorso 3 giugno  Mani Tese, con un workshop di lancio tenutosi nella capitale Ouagadougou e che ha riunito una vasta gamma di stakeholder e beneficiari, ha dato ufficialmente il via alla nuova progettualità “LAGRO: Sviluppo socio-economico e opportunità di formazione professionale e lavoro dignitoso nel settore agroalimentare in Burkina Faso”

Co-finanziato dal Ministero dell’Interno italiano – Dipartimento delle Libertà civili, il progetto LAGRO durerà tre anni nella regione Centrale, in particolar modo a Ouagadougou e ai comuni della Grande Ouagadougou. Il suo obiettivo principale è affrontare le sfide socioeconomiche e di sicurezza alimentare che il Burkina Faso deve affrontare, con particolare attenzione ai gruppi più vulnerabili: migranti di ritorno, sfollati interni, giovani e donne.

Formazione professionale e inserimento lavorativo nel settore agro-alimentare sono al centro del nuovo progetto, che si propone di fare da volano per uno sviluppo locale inclusivo e sostenibile, in assoluta coerenza con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) delle Nazioni Unite, in particolare l’SDG 4 (istruzione di qualità), l’SDG 8 (occupazione dignitosa e crescita economica) e l’SDG 10 (riduzione delle disuguaglianze). Contrastando la disoccupazione giovanile e strutturando il settore agroalimentare, LAGRO promette di trasformare le vite delle persone.

Eugenio Attard, Rappresentante Paese di Mani Tese in Burkina Faso, ha delineato i risultati attesi del progetto. “Il progetto LAGRO mira a tre risultati fondamentali: sensibilizzare sul tema dell’immigrazione, fornire una formazione professionale di qualità in agroecologia, ristorazione e trasformazione agroalimentare e fornire un solido supporto all’integrazione professionale dei nostri beneficiari”. Ha illustrato alcuni obiettivi: “Prevediamo di formare 75 beneficiari nella ristorazione, 120 nella trasformazione agroalimentare e di supportare 250 produttori in agroecologia”, ha dichiarato.

Eugenio Attard, Rappresentante Paese di Mani Tese in Burkina Faso, in occasione del workshop di lancio del progetto "LAGRO" lo scorso 3 giugno

Le Autorità locali hanno accolto con favore l’iniziativa. El Hadj Sidi Mahamadou Cissé, consulente tecnico responsabile delle questioni ambientali in rappresentanza del comune di Ouagadougou, ha sottolineato l’impatto sociale e ambientale del progetto. “Questa iniziativa è fondamentale per trattenere i giovani nella loro terra d’origine e contrastare l’esodo rurale e l’immigrazione, la cui causa principale è la mancanza di lavoro”, ha dichiarato.

Ha inoltre sottolineato il valore aggiunto della trasformazione agroalimentare. “La trasformazione contribuirà a ridurre le perdite di prodotto e a migliorare le condizioni di vita, utilizzando al contempo i rifiuti per il compostaggio, proteggendo così il nostro ambiente”.

Come per tutti gli interventi di Mani Tese nel Paese, fondamentale sarà l’utilizzo di un approccio trasformativo di genere, per modificare le relazioni di potere e di genere con lo scopo di produrre un cambiamento positivo dei paradigmi sociali e culturali che generano discriminazioni e diseguaglianze.

Benin, solidarity on the road with WeWard

Starting Dec. 27, every step counts: thanks to the WeWard App you can close the gap on school dropout for 300 children in Benin with Mani Tese.

A virtuous partnership between Mani Tese and WeWard aims to promote healthy lifestyles and combat educational poverty in Benin, where Mani Tese has been present since 1979. In the department of Atacorà, in particular, Mani Tese has developed projects over the years in the area of agriculture, to promote access to sources of drinking water and support for education, with a particular focus on the rights of girls and women.

The partnership with WeWard

WeWard has developed a free App that motivates its users to have a healthy lifestyle and to engage in daily physical activity by walking: the App’s pedometer translates into points (the “Wards”) the distances covered by the user, who can thus obtain various rewards and benefits. To all this, as of last December 27, a solidarity motivation was also added: the App user, in fact, can choose to convert his Wards into a donation in favor of Mani Tese’s project “Let’s give 300 children the means to access education in Benin.” One step after another, it will now be possible to contribute to their education while developing more awareness in Atacora communities about the right to education.

Benin’s educational context

In a country ranked 166th out of 191 on the Human Development Index, guaranteeing the right to education-though enshrined in Benin’s Constitution-inevitably takes a back seat for families who face daily challenges to their livelihoods and survival. In rural areas such as Atacora department, moreover, educational provision is particularly lacking: in 2023, only 65 percent of schoolchildren completed primary education, and more than one in three children under the age of 15 did not attend school at all. Poor awareness of children’s rights by families and communities, in addition to the inadequacy of the child protection system, can only perpetuate this situation over time. Mani Tese’s program aims precisely to address these factors, through greater family involvement, to encourage greater participation in school activities for girls and boys.

Countering school dropout in the department of Atacora

Mani Tese’s project “Let’s Give 300 Children the Means to Access Education in Benin” will directly benefit 300 children between the ages of 10 and 13 in 20 schools in the Atacorà department, who will receive school kits with everything they need to boost their right to education, including even a flashlight to facilitate evening study sessions. Having identified the close correlation between poverty and school dropout rates, the project will also support the families of the 300 children by providing them with roosters and chickens: raising poultry, in fact, requires only minimal infrastructure to ensure food and a stable and secure source of income. Finally, the project will also purchase a motorcycle and cover the cost of fuel for one year, so that educators can reach even the most remote communities and hold awareness meetings there with families about the importance of education for their children, so that their continued participation in school activities is encouraged and supported.

Mani Tese and Soulfood Forestfarms: a new collaboration for agroecological transition and community development

At Milan’s Parco Agricolo Sud in Milan, Mani Tese and Soulfood Forestfarms are joining forces for agroecological transition and strengthening the local community as part of the European Union co-funded “Rebooting the Food System” project.

Within the framework of the European project Rebooting the Food System: Youth Engagement for Agroecology and Due Diligence (2024-2027), a strategic collaboration between Mani Tese and Soulfood Forestfarms has been launched in the context of the South Milan Agricultural Park. The goal is to promoteregenerative agroforestry, inspired by the principles of ecological succession, to regenerate agricultural territories and build sustainable communities through the enhancement of the agroforestry system planted in 2019 by SoulFood ForesFarms and CasciNet AgroHub and the Adopt A Hen project, which started in 2023, thanks to which today 160 hens adopted by the local community live on the fields – according to the principles of rational grazing – and go to the fields every Sunday to collect their eggs.

The collaboration, strengthened by the support of the Degree Course in Geography, Environment and Territory of theUniversity of Milan, aims to give new vitality to the local community by fostering the active participation of citizens through practical activities and moments of awareness. The intent is to stimulate dialogue between the people who live in the neighborhood and those who occasionally live there, creating connections that can generate a lasting impact on the area.

This initiative is part of the European project Rebooting the Food System, which aims to promote more equitable and sustainable agricultural practices by focusing on climate justice, environmental protection and building resilient food systems. A key aspect is the active involvement of young people, who through educational pathways and hands-on activities can acquire tools to become protagonists of concrete change.

The project area, in the Urban Agroforest of Vettabbia Park in Milan (Photo ©Soulfood Forestfarms)

This collaboration is crucial to strengthening the agroecological transition, not only in international cooperation contexts, but also at the local level. Putting conscious consumption at the center means recognizing its transformative power, capable of affecting not only production systems, but also economic and financial models, making them more equitable and sustainable.

Elisa Lenhard, Global Citizenship Education and Advocacy Coordinator at Mani Tese

Our degree program has always promoted active collaboration with NGOs, associations and entities on national and international projects through the engagement of students and faculty in site-specific teaching activities, internships, research and public engagement. This allows us to experiment with transformative knowledge and practices, supporting the formation of a conscious community capable of effectively intervening in complex contemporary socio-territorial dynamics.

Alice Giulia Dal Borgo, Chair of the Graduate Program in Geography, Environment and Territory – University of Milan

Soulfood ForestFarms deals with the design and implementation of Agroforestry Systems. All of these systems are conceived and designed following patterns that Nature has chosen to be successful in its goals. When we talk about Agroforestry we are talking about Communities: plants are chosen with the aim of achieving very dense rows and in such a way that species support each other. There are numerous Ecosystem Services and ecological functions that plants fulfill for local Communities: from the simple production of oxygen to the more refined influence it has in decreasing the stress rate of people. For the SFFF reality, it is crucial to create support networks with related realities, creating distributed, solid and transparent links with the common intent of working for ecological transition.

Enrico Sartori, Founding Partner of Soulfood Forestfarms

The first planned activities concern two key areas:

  • The upgrading of the community chicken coop, an intervention that aims to improve and expand the existing facilities within the “Adopt a Hen” project, already active at Soulfood Forestfarms. This initiative has created the first neighborhood chicken coop in Milan, located in the Urban Agroforest of Vettabbia Park, and allows citizens to adopt a chicken, contributing to its ethical and sustainable breeding. The expansion of the chicken coop will improve resource and facility management, ensure optimal conditions for the animals, and expand local community involvement, strengthening the connection between production and conscious consumption.
  • Strengthening the local community, through moments of aggregation and awareness raising. The collaboration will be developed around meetings dedicated to discussing key issues such as food sovereignty, sustainable supply chains and environmental justice, with a look that combines the experiences of the Global South with agroecological practices developed in the European context. Mani Tese has been working for years in countries of the Global South so that global financial flows contribute to sustainable development, ensuring that resources are used to strengthen the rights of local communities and build more just and resilient economies.

At the heart of this collaboration is the dialogue betweenregenerative agroforestry, promoted by Soulfood Forestfarms, and agroecological transition, carried out by Mani Tese. Two complementary approaches coming together to build agricultural models that can respond to the environmental, social and economic challenges of our time.

Soulfood Forestfarms represents a concrete example of how agroecology can be not only a farming method, but also a tool for environmental and social regeneration. Through the direct involvement of citizens, the initiative aims to create connections between people and the land, stimulating greater awareness of sustainable agricultural practices and their impact on collective well-being.

This collaboration is part of Mani Tese’s broader commitment to equitable and sustainable agriculture that puts social and environmental justice at the center. Further initiatives will be activated in the coming months to consolidate this path and expand local community involvement.

To stay updated on upcoming activities, follow us on our channels.

This project is co-funded by the European Union. The contents of this article are the responsibility of Mani Tese ETS alone and do not necessarily reflect the views of the European Union.

La via per l’emancipazione socio-economica delle “manjaca”

Reportage dalla Guinea Bissau: ecco come Mani Tese punta su micro-credito e nuovi gruppi di risparmio al femminile, nell’ambito del progetto “Coinvolgiamo tuttə per costruire il nostro futuro”, co-finanziato da AICS

Frontiere politiche, barriere culturali

Nei primi anni Novanta, l’intensificarsi degli scontri armati tra l’esercito senegalese e gli indipendentisti della provincia della Casamance, al confine tra Senegal e Guinea Bissau, ha portato all’abbandono di molti villaggi del lato senegalese, la cui popolazione si è rifugiata in Guinea-Bissau.

Situato a 3 chilometri da São Domingos, a nord della Guinea-Bissau, Beguingue 2 è un villaggio fondato nel 1994 da rifugiati senegalesi sulle terre di Beguingue 1, con il sostegno dell’UNHCR e del governo guineano. Oggi, il villaggio è abitato principalmente dal gruppo etnico manjaco proveniente dal villaggio di Nhafena, in Casamance, ma in realtà originario della stessa Guinea-Bissau.

Quello manjaco è un gruppo etnico caratterizzato da forti valori religioso-tradizionali, che presenta una società patriarcale, nella quale le donne permangono in un rapporto di subordinazione e dipendenza. Per esempio, le donne manjaca non hanno il diritto di ereditare né dal padre né dal marito. In via eccezionale, una figlia può ereditare alcune delle proprietà acquisite dalla madre nel corso della sua vita.

Solo recentemente, le manjaca hanno acquisito il diritto all’istruzione, ma continuano a essere relegate alle faccende domestiche e ai lavori agricoli, dedicandosi al piccolo commercio o altre attività generatrice di reddito che devono però essere approvate dal marito.

L’emancipazione socio-culturale passa da quella economica. In questo senso, l’intervento di Mani Tese nel territorio di São Domingos, regione di Cacheu, mira a creare 10 nuovi gruppi di risparmio e (micro)credito – in inglese Village Savings and Loaning Groups (VSLG) – grazie al progetto Coinvolgiamo tuttə per costruire il nostro futuro: Politiche, formazione e lavoro per un business inclusivo!, co-finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS).

Un libretto per l’emancipazione economica

I gruppi VSL costituiscono una sorta di cassa di risparmio comunitaria, di solito composti a maggioranza da donne che possono così gestire in autonomia i propri guadagni e richiedere prestiti per svolgere delle attività generatrici di reddito senza dover ricorrere all’approvazione dei propri mariti, padri o fratelli.

Dallo scorso febbraio, Mani Tese sta formando i nuovi gruppi che riceveranno un fondo dal progetto per attivare il meccanismo di risparmio/prestiti, garantendo quindi l’autoalimentarsi della cassa del gruppo e la sua sostenibilità.

Nella comunità di Biguinge 2, la formazione si svolge, come di consueto, all’ombra di un grande mango, in prossimità della lingua d’asfalto rosicchiata e piena di buche che conduce fino alla frontiera con il Senegal e la Casamance. Nell’afa del primo pomeriggio, le donne manjaca del gruppo VSL denominato “No djubi” (letteralmente “vediamo”, nel senso di “vediamo come va l’esperienza…”), un po’ assonnate e provate dalla mattinata di lavoro nei campi o al mercato, ascoltano l’animatrice di Mani Tese, mama Zanda, che illustra il funzionamento della cassa, lo statuto del gruppo e il ruolo dei membri del comitato di gestione.

Per rendere la formazione più dinamica, l’animatrice fa degli esempi pratici mostrando il kit che ogni gruppo VSL ha ricevuto in dotazione: una cassaforte portatile, libretti di risparmio, sacchetti di stoffa (per i diversi “fondi” della cassa), calcolatrice, quaderni e timbri.

La pila di libretti gialli si erge sul tavolino al centro del cerchio di vesti e copricapi colorati delle manjaca. Ognuna riceverà un libretto sul quale saranno timbrate le “azioni” corrispondenti ai franchi depositati. Un timbro per ogni 500 franchi. Più timbri significano più azioni, ovvero una fetta di guadagno maggiore all’apertura della cassa di fine anno, quando verranno ripartiti i tassi di interesse (juros) accumulati dal gruppo. Ma risparmiare di più permette anche di richiedere prestiti più alti, secondo la proporzione 1:3. Per esempio, se risparmi 10.000 franchi, puoi chiedere un prestito di 30.000 franchi.

L’attenzione generale si ridesta quando si passa alla prova del risparmio. Una per una, le manjaca del “No djubi” vengono chiamate per depositare i loro risparmi della settimana nella ciotolina preposta. Gli animi si scaldano, il tono delle voci si alza, causando un po’ di confusione tra le due contabili incaricate di ricevere i franchi, contarli e annunciarli al resto del gruppo. Mama Zanda è brava a riportare l’ordine, servendosi di qualche barzelletta che fa scuotere dalle risate le donne più corpulente. 

L’importo minimo da depositare è di 500 franchi, ma non è sempre obbligatorio risparmiare, dipende dalla disponibilità del momento. Per cominciare a richiedere prestiti, invece, bisognerà attendere l’erogazione del fondo da parte di Mani Tese, al termine del ciclo di formazioni.

Aminata Mendes, 24 anni, contabile del gruppo VSL “No djubi”. È determinata a studiare medicina e a restare in Guinea-Bissau per aiutare la sua gente.

Tre donne e una cassaforte

“Sono figlia di questa comunità”, afferma con orgoglio Aminata Mendes, 24 anni, riferendosi a Beguingue 2. Non è ancora sposata ed è una delle poche ragazze della sua comunità iscritta al dodicesimo anno di scuola, equivalente al nostro ultimo anno di superiori. “Nella comunità non tutte le ragazze frequentano la scuola, a volte i genitori non le lasciano andare anche a causa della povertà.” Per il suo livello di istruzione e le sue capacità – durante la formazione era una delle più partecipi e ricettive – il gruppo “No djubi” l’ha scelta come una delle due contabili.

Aminata è determinata a studiare medicina, risparmiando i soldi che guadagna lavorando la terra durante la stagione delle piogge e chiedendo prestiti dalla cassa del gruppo per pagarsi gli studi a Bissau. “Sento la vocazione dentro di me, voglio dedicare la mia vita per questo.” A differenza di molti giovani della sua età, lei non intende emigrare. “Sono orgogliosa di restare a lavorare nella mia terra.” Quando sarà un medico affermato, desidera aiutare la sua gente costruendo una scuola nella comunità.

Eli Mendes, 42 anni, presidente del gruppo VSL “No djubi”, regge la cassaforte, la “cassa” di risparmio e prestiti della comunità di Beguinge 2.

La leader e presidente del gruppo “No djubi”, Eli Mendes, 42 anni, è sposata e ha 6 figli. Come la maggior parte delle donne del gruppo, anche lei lavora la terra e vende i suoi prodotti al mercato di São Domingos. Con suo marito, divide un campo di anacardi. “Lui è contento che io faccia parte di questo gruppo. Avevo sentito da altre comunità vicine che già avevano una cassa di risparmio così, allora ho manifestato il nostro interesse a Mani Tese.” Con i soldi che riuscirà a risparmiare, Eli vuole comprarsi delle cose per sé, dei terreni da lasciare alla figlia che secondo la tradizione manjaca potrà ereditare solamente quanto appartenuto alla madre.

Isaura Gomes, 30 anni, è sempre stata una donna laboriosa. Non ha potuto rivendicare alcun diritto sulle terre del marito, defunto l’anno scorso, in quanto per la tradizione manjaca una donna può ereditare solo quanto appartenuto alla madre.

Isaura Gomes, 30 anni, è originaria di Caio, nella regione di Cacheu. Nel 1997, tre anni dopo la fondazione del villaggio Beguingue 2, dove sono stati reinsediati i rifugiati senegalesi in Guinea Bissau, la piccola Isaura ha raggiunto la zia che già viveva nel villaggio. In seguito, ha sposato un giovane manjaco con cui ha avuto 5 figli.

L’anno scorso, suo marito è morto dopo una lunga malattia. Faceva l’autista del trasporto pubblico. L’auto che usava nel suo lavoro è stata venduta dai fratelli del marito, teoricamente per sostenere le spese di Isaura e dei suoi figli, rimasti orfani di padre.

In precedenza, suo marito aveva ereditato un campo di anacardi dal padre e ne aveva un altro che condivideva con suo fratello. Al momento, però, sono i fratelli e la famiglia del suo defunto marito a gestire questi campi. Isaura non può rivendicare alcun diritto di eredità e resta esclusa dalla gestione dei campi. Durante la raccolta degli anacardi, viene impiegata come semplice raccoglitrice e viene pagata in percentuale sulla quantità raccolta.

“Continuerò a lottare per la mia sopravvivenza e quella dei miei figli, per questo mi sono iscritta al programma di risparmio e micro-credito della comunità, in modo da avere l’opportunità di beneficiare di finanziamenti per le attività agricole e per la piccola impresa di prodotti locali che intendo avviare”, dichiara Isaura. “Questo mi aiuterà a non perdere la mia dignità e ad affermarmi tra le donne di Beguingue 2.”