VITA E RINASCITA DI THA, VITTIMA DI SFRUTTAMENTO IN CAMBOGIA

Quella di Tha è una delle tante storie di bambine e bambini vittima di sfruttamento in Thailandia e Cambogia: l’organizzazione Damnok Toek si occupa di loro con l’aiuto di Mani Tese.

Tha* è una bambina originaria della provincia di Pursat in Cambogia. Dopo la separazione col marito, la madre di Tha decise di migrare in Thailandia, con l’aiuto di un intermediario, e la bambina finì a mendicare per strada.

La madre di Tha sapeva che l’intermediario la costringeva a elemosinare, ma si rifiutò sempre di andare alla polizia a denunciarlo per non essere riportata in Cambogia. In seguito, la madre di Tha si risposò con un altro uomo e non si preoccupò più della figlia.

“Avevo molta paura – ci ha raccontato poi Tha – Non volevo più vivere e lavorare in Thailandia, ma mia madre non mi ascoltava. Così ho cercato di trovare un altro lavoro e ho parlato della mia situazione alla gente, che poi ha denunciato tutto alla polizia”.

Nel dicembre 2019, Tha è stata identificata dalla polizia di immigrazione thailandese ed è stata mandata in un centro per bambini e bambine chiamato Banbratakan, dove è rimasta prima di essere riportata in Cambogia. Una volta arrivata nel suo Paese di origine, tramite il Poipet Transit Centre è stata indirizzata al centro di accoglienza di Damnok Toek, supportato da Mani Tese.

“All’inizio – ci raccontano gli operatori di Damnok Toek – Tha era molto intimorita e non voleva parlare né con gli altri bambini né con il personale del centro. Poi è emerso che la piccola si vergognava di essere stata abbandonata dalla madre e sfruttata dagli intermediari”.

Da quando vive al centro di accoglienza di Damnok Toek, però, Tha è gradualmente rinata e ha potuto studiare e imparare il khmer, la lingua cambogiana. È molto felice della sua nuova vita e di poter imparare nuove discipline, come la meditazione, la danza, l’artigianato e il disegno. Riceve anche un supporto di consulenza e di assistenza dalla squadra del centro di accoglienza.

Tha finalmente sorride e ci dice: “Non ho più paura, tutti qui mi hanno aiutato. Voglio studiare duramente per poter avere una mia attività, forse un piccolo negozio, penso di poterlo fare. In futuro, se ne avrò l’opportunità, spero di poter sostenere altri bambini vulnerabili come me. Non voglio che abbandonino la scuola e vengano sfruttati”.

*Tha è un nome di fantasia per proteggere la privacy del minore.