SENSIBILIZZARE I GIOVANI E LE DONNE DI GABU AI RISCHI DELLA MIGRAZIONE IRREGOLARE

Il nostro lavoro in Guinea-Bissau per rendere consapevoli le persone sulle opportunità locali per uscire dalla povertà e sui pericoli della migrazione senza documenti.

La Guinea-Bissau è uno dei Paesi più poveri e al mondo, con una instabilità politica permanente e una popolazione estremamente giovane. È quindi uno dei tanti Paesi africani in cui le persone sognano di raggiungere la ricca Europa per migliorare il proprio tenore di vita e quello dei loro familiari.

Il problema non è la migrazione in sé, un fenomeno costante nella storia dell’umanità, in quanto le persone si sono sempre spostate in cerca di migliori condizioni economiche. Il problema sono le conseguenze della migrazione irregolare, cioè quel fenomeno in cui le persone migrano da un Paese all’altro senza i necessari documenti.

Chi migra irregolarmente compie un viaggio altamente rischioso, in cui è possibile morire o subire violenze di qualsiasi tipo. Nel caso in cui riuscisse a raggiungere la destinazione, non avrebbe possibilità di trovare un lavoro regolare e finirebbe inevitabilmente nelle grinfie di gente e organizzazioni senza scrupoli.

Per evitare che i giovani guineensi intraprendano questi pericolosi “viaggi della speranza” privi di documenti, Mani Tese, attraverso il progetto Ripartire dai giovani: pro-motori dello sviluppo locale e della migrazione consapevole cofinanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, cerca di informare la popolazione giovanile e femminile sui rischi della migrazione irregolare e sulle opportunità che la Guinea-Bissau può offrire.

Il progetto è basato a Gabu, città in cui il fenomeno migratorio è molto forte. Molte persone qui hanno parenti e amici che vivono in Europa. Assanatu, ad esempio, ha il padre in Spagna che lavora nell’agricoltura. Bubaca ha gli zii che vivono in Italia, a Verona.

Camminando per Gabu è facile notare alcune case molto belle e confortevoli, che contrastano con la maggior parte delle altre abitazioni. Molte di queste residenze appartengono proprio a migranti che hanno avuto successo, o presunto tale, fuori dal Paese. Questo, unito ai racconti dei familiari e degli amici, può indurre a pensare che raggiungere la ricchezza nel vecchio continente sia una cosa semplice.

Ma non è affatto così. Il sogno di una vita migliore si scontra invece con la dura realtà. Mustafà, ad esempio, ci racconta di suo cugino, che ha raggiunto l’Italia in barcone, ma che vuole tornare in Guinea-Bissau a causa dell’impossibilità di trovare un lavoro decente. Anche Mustafà avrebbe voluto partire per l’Europa, ma ha desistito proprio a causa dell’esperienza del cugino.

Il lavoro di Mani Tese consiste nel sensibilizzare la popolazione più colpita dal fenomeno migratorio, quella giovanile, spiegando i pericoli della migrazione irregolare e le opportunità che può offrire la Guinea-Bissau. Si tratta di un’attività di sensibilizzazione che avviene tramite programmi radio, il media più utilizzato dai guineensi, e i Djumbai.

Il Djumbai è un ritrovo tradizionale in cui le persone di una comunità si riuniscono e discutono di un argomento. Nel nostro caso, i Djumbai sono tenuti dall’animatore sociale, Lourenço Mané, dalla psicologa Paula Sim Najute e dal parner locale, il Focal Point di PONGAB.

Questa pratica di scambio di idee è rivolta, in particolare, alla popolazione giovanile, poiché sono i più convolti dal fenomeno migratorio, e a quella femminile. La migrazione femminile in Guinea-Bissau in realtà è quasi assente, ma il coinvolgimento delle donne è importantissimo: sono madri e mogli che hanno un ruolo importante nella scelta o nella rinuncia alla migrazione da parte di un membro della famiglia. Il coinvolgimento dei famigliari nella corretta informazione sulla migrazione irregolare è molto importante, perché spesso è la famiglia ad appoggiare e perfino spingere un giovane a emigrare, sperando così di poter migliorare le proprie condizioni di vita.

I Djumbai organizzati da Mani Tese non si limitano solamente a informare sui rischi della migrazione irregolare, ma anche a spiegare le opportunità che ci sono in Guinea-Bissau e come usare le proprie competenze, capacità e abilità per migliorare le proprie condizioni di vita. Le opportunità sono diverse, l’importante è capire come cercarle e sfruttarle. È possibile, per esempio, sfruttare la terra per una agricoltura che non si limiti alla sussistenza ma che miri alla vendita dei propri prodotti ai Paesi confinanti, essenzialmente desertici (come il Senegal).

Rita, detta Tchampu è una persona che ha preso coscienza delle proprie capacità. Ha capito che era molto brava a cucinare e che la sua cucina era molto apprezzata quando lavorava in un ristorante di Gabu. Così, con un piccolo prestito, è riuscita ad aprire un suo piccolo ristorante in centro città, in cui prepara pietanze locali e con il quale riesce a mantenere sé stessa e la figlia di 4 anni.

C’è ancora molto lavoro da fare per far comprendere i rischi della migrazione irregolare e le opportunità che la Guinea-Bissau offre, ma le sensibilizzazioni di Mani Tese hanno di certo aumentato la consapevolezza su questo tema e suscitato dibattito e confronti fra le persone, che si sono accorte di avere opinioni e storie comuni. I Djumbai non fermeranno il flusso migratorio, che è un fenomeno umano, ma stanno rendendo più consapevoli le persone. Ora sanno che la migrazione non è l’unica via per fuggire dalla povertà e che possono trovare opportunità nuove e alternative nel loro Paese.

Qui di seguito alcune foto dei tradizionali Djumbai e di una stazione radiofonica che trasmette i nostri messaggi di sensibilizzazione alla migrazione irregolare:

Trasmissione radio per la sensibilizzazione della popolazione sulla migrazione irregolare