RAVI, UNA PICCOLA VITTIMA DI TRAFFICO

Ravi* è un bambino di 5 anni (approssimativamente perché non conosciamo la sua data di nascita) ed è nato in Tailandia. Ha un fratello e una sorella: La madre è in prigione. Ravi viveva con suo padre in Tailandia dove, per procurarsi del denaro per sopravvivere, mendicava tutti i giorni al mercato. Non ha mai […]

Ravi* è un bambino di 5 anni (approssimativamente perché non conosciamo la sua data di nascita) ed è nato in Tailandia. Ha un fratello e una sorella: La madre è in prigione.

Ravi viveva con suo padre in Tailandia dove, per procurarsi del denaro per sopravvivere, mendicava tutti i giorni al mercato. Non ha mai frequentato la scuola, perché è sempre stato costretto a lavorare (mendicare) per sopravvivere.

Ravi ricorda che era spesso affamato, perché il denaro non bastava a comprare il cibo necessario. Un giorno i suoi genitori lo vendettero a un trafficante, che lo fece lavorare al mercato di Bangkok. Lì venne arrestato, come sua madre, e poi indirizzato a un centro di accoglienza per minori a Bangkok, dove visse per otto mesi. Fu infine mandato al centro di accoglienza di Poipet, dove oggi vive e che Mani Tese sostiene con un progetto di cooperazione internazionale.

A Poipet risiede in un posto sicuro e pacifico, dove riceve tutto il necessario per vivere. Ha un posto letto e gli vengono serviti pasti sani e nutrienti. Riceve cure mediche, assistenza psicologica e frequenta attività educative. Fa parte di un programma che rintraccia e valuta le famiglie d’origine dei bambini ospiti del centro, per verificare la possibilità di un reinserimento nel nucleo famigliare. Ogni giorno frequenta il programma di educazione informale.

Questa è la sintesi della sua testimonianza:

Ero molto spaventato quando facevo parte del traffico in Tailandia e vivevo con altri che non avevo mai incontrato prima. Ero preoccupato di non essere al sicuro e non avevo cibo da mangiare.
La polizia Thailandese ha arrestato me e anche mia madre. Mi hanno mandato allo sportello per ragazzi Ban Phum Veth e hanno spedito mia madre in prigione. Là ho passato otto mesi dopo mi hanno mandato in Cambogia, a Poipet e poi mi hanno mandato qui.
Questo posto (il centro di accoglienza) è molto importante per me perché mi aiutano, mi danno da mangiare e una casa dove dormire. Se non mi aiutano non so dove andare e morirei perché sono stato venduto dai miei genitori e sono vittima di traffico di bambini in Tailandia.
Sono molto felice di vivere qui perché ho una casa dove stare, ho abbastanza cibo da mangiare, posso andare a scuola, ho degli amici con cui giocare e imparare.
Mi piace nuotare, giocare a calcio, a tennis e saltare.
Quando sarò grande voglio essere un meccanico di auto e anche riparare gli aerei.
Il mio sogno è di vivere con i miei genitori, mia sorella e mio fratello”.

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*Ravi non è il vero nome del bambino, che è stato omesso per proteggere la sua privacy.