GUINEA-BISSAU, PROSEGUE IL PROCESSO DI NATURALIZZAZIONE DEI RIFUGIATI SENEGALESI

Prevista la stampa di 7.000 documenti di identità a novembre e dicembre per i rifugiati arrivati in Guinea-Bissau a partire dagli anni ’80.

I quasi 10.000 rifugiati arrivati in Guinea-Bissau dalla regione senegalese della Casamance a partire dagli anni ’80, hanno già formalmente acquisito la cittadinanza Guinense, ma stanno ancora aspettando un documento di identità che lo attesti, così da poter usufruire dei diritti acquisiti con la nuova cittadinanza.

Nel Dicembre 2017 il governo della Guinea-Bissau ha naturalizzato tutti i rifugiati senegalesi presenti nel suo territorio con la firma della Declaração oficial da Cláusula de Integração Local Definitiva de Refugiados de Longa Duração. Essa ha poi ottenuto la ratifica del parlamento lo scorso mese di luglio (il ritardo è stato dovuto alla crisi politica che ha caratterizzato il Paese nei primi mesi del 2018).

Con questa decisione il governo ha evitato rischi di apolidia e dato ai rifugiati senegalesi presenti in Guinea-Bissau una possibilità straordinaria, che può essere un esempio per altri Paesi” ha affermato il capo della missione dell’Alto Commisariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) nel Paese africano, che molto si è impegnato con il governo per arrivare a questo provvedimento.

Ora l’obiettivo è quello di fornire a tutti “i nuovi guinensi” un documento di identità. L’ UNHCR, grazie alla collaborazione del governo, ha ottenuto la riduzione del 80% dei costi amministrativi per il suo ottenimento. Inoltre tutti i 582 rifugiati sotto i 14 anni che non hanno mai avuto un documento d’identità selegalese stanno ricevendo in questi mesi (ed entro il 2018), i certificati di nascita. (Dati UNHCR*).

Nei mesi di novembre e dicembre è prevista la stampa di 7.000 documenti di identità, gli altri seguiranno nel 2019.

Mani Tese è da due anni partner di UNHCR nel Paese ed è attualmente impegnata in un progetto, finanziato dallo stesso Alto Commisariato, dal titolo “Integrazione dei richiedenti asilo e dei rifugiati senegalesi” che prevede il supporto ad attività economiche in ambito agricolo, allevamento e piccolo commercio, l’accompagnamento all’inserimento dei rifugiati nel tessuto sociale delle comunità ospitanti ed, infine, attività di assistenza e protezione per le categorie più vulnerabili.

La naturalizzazione per molti rifugiati è un traguardo che puo’ solo rafforzare la pacifica coesistenza con le comunità ospitanti e consolidare il miglioramento della qualità della vita” ha commentato Sara Gianesini, coordinatrice per Mani Tese del progetto.

Tra i rifugiati l’opportunità della naturalizzazione è vista come una svolta importante per le loro vite.
Per esempio per Satou, arrivata da ragazzina in fuga dalla casamance e ora 39 enne, la naturalizzazione significa identità. “La mia carta d’identità è senegalese, ma ora sono guineense” dice mettendo in equilibrio un bambino sulla sua anca. “Vengo da qui. Non vorrei tornare indietro. Gli abitanti del villaggio ci vedono ora come gente del posto – cosa che in realtà hanno sempre fatto” (The Guardian**)

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Fonti:
– *UNHCR: – https://data2.unhcr.org/en/documents/details/66031
– **The Guardian – https://www.theguardian.com/world/2018/oct/10/guinea-bissau-refugee-naturalisation-scheme

Nelle foto, una riunione con i rifugiati della comunità di Sidif per spiegare il processo di naturalizzazione

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