Il 16 aprile 2016 un forte terremoto ha colpito l’Ecuador provocando circa 700 morti. Le ong Mani Tese, COSPE, CRIC e Terra Nuova si sono subito mobilitate per una raccolta fondi volta alla ricostruzione del tessuto socioeconomico nelle aree rurali delle province di Esmeraldas e Magnabì, quelle più colpite dal sisma.
Il cantone di Muisne si trova nella provincia di Esmeraldas, a nordovest dell’Ecuador. È abitato da 30.680 persone di cui il 46% donne. Questo cantone presenta una situazione allarmante di povertà estrema e una carenza di possibilità di impiego preesistenti al terremoto e aggravate da questo evento, che ha provocato danni significativi alle proprietà con circa 150 case distrutte. Inoltre sono state colpite anche le attività economiche legate all’agricoltura. La situazione si è ulteriormente aggravata a causa del fenomeno del Niño che ha provocato diverse inondazioni, distruggendo le piantagioni, in particolare di cacao, banana e frutta.
Ecuador, Cantone di Muisne (provincia di Esmeraldas)
Cantone di Muisne, Cantone di Esmeraldas, Ecuador
L’obiettivo generale del progetto era di supportare la riattivazione produttiva delle comunità della UOCE colpite dal terremoto, onde recuperare la propria sovranità alimentare. Ciò mediante la realizzazione di orti agroecologici familiari di 200 m² e comunitari di 400 m², e grazie alla costruzione di un orto di riferimento (semenzaio) per preservare e recuperare le coltivazioni tradizionali della zona.
Dettagli di progetto
Paese
Ecuador,
Località
Cantone di Muisne (provincia di Esmeraldas),
destinatari
415 persone, appartenenti a 91 famiglie. Indirettamente altre 1312 persone, appartenenti a 328 famiglie.
Mani Tese con i fondi da lei gestiti ha contribuito al recupero della sovranità alimentare di circa 90 famiglie del cantone di Muisne.
In particolare sono stati realizzati due orti comunitari e due orti familiari e sono stati ripristinati quattro orti comunitari, onde preservare e recuperare le coltivazioni tradizionali delle zone colpite dal terremoto. Sono stati distribuiti serbatoi per raccogliere l’acqua, sementi di ortaggi, leguminose e piante da frutta. Sono stati anche forniti i materiali per la costruzione di un orto modello per il recupero delle coltivazioni tradizionali, che sarà localizzato in una proprietà di due ettari della UOCE. L’orto vuole rappresentare fra l’altro un luogo di apprendimento e di condivisione fra le persone del villaggio, che metteranno a disposizione la propria mano d’opera, ed i ragazzi della scuola di agroecologia della UOCE.