Il Contesto

Nella provincia della Zambezia, nel distretto di Mocubela, i principali problemi sono in ambito agricolo: l’impoverimento dei suoli coltivati con tecniche non sostenibili e disboscati eccessivamente, la mancanza di sistemi irrigui e di conoscenze atte a conservare l’umidità dei suoli, il basso potere di negoziazione dei prezzi in assenza di strutture di stoccaggio. E in ambito ambientale: il taglio indiscriminato di legna dei mangrovieti delle coste (che ha effetti negativi sulla pesca, aumentando l’erosione e modificando le maree, e che provoca salinizzazione dei suoli) e la scarsa efficienza nell’utilizzo della legna da ardere.

Mozambico

Mocuba, Provincia di Zambezia, Mozambico

 
Gli obiettivi

Il progetto, della durata di 3 anni, si è proposto di migliorare l’adattamento ai cambiamenti climatici per gli abitanti di 10 comunità locali (ca. 12.400 persone) con un approccio integrato che tiene conto dei vari fattori connessi (popolazione, risorse naturali, attività produttive) ed inoltre di ridurre la pressione antropica su foreste e mangrovieti.

Dettagli di progetto
Paese

Mozambico,

Località

Distretto di Mocubela,

destinatari

1000 persone e le loro famiglie

 
Le Attività
  1. Miglioramento della capacità di risposta precoce al cambiamento climatico e di gestione del territorio.
  • Realizzazione di uno studio ecologico-economico e di un piano di gestione sostenibile delle risorse. È stata effettuata dell’Università di Urbino con la collaborazione della Cooperativa Sociale Eliante, avvalendosi allo scopo di un approccio partecipativo in grado di coinvolgere sia le comunità interessate che le autorità locali. I dati raccolti, le analisi effettuate e la loro interpretazione forniscono la base conoscitiva funzionale all’elaborazione di un Piano di Gestione volto alla gestione sostenibile del Capitale Naturale e al supporto della resilienza delle comunità locali. Lo studio, infatti, fornisce una valutazione dell’attuale capacità produttiva del territorio e fornisce un supporto all’identificazione delle strategie di sviluppo più corrette da intraprendere.
  • Sensibilizzazione degli abitanti sugli affetti avversi del cambiamento climatico. Per facilitare la divulgazione di tali argomenti ci si è avvalsi anche di un video e di un programma musicale radiotrasmesso, incentrati sull’argomento. L’emergenza Covid ha indotto anche alla diffusione via radio dei comportamenti consigliati ed alla distribuzione di mascherine e di sistemi di lavaggio mani ai beneficiari del progetto.
  • Formazione di funzionari e tecnici distrettuali sulla gestione rapida di disastri dovuti al cambiamento climatico. Si è trattato di 1 corso della durata di 5 giorni, rivolto a 18 fra funzionari e rappresentanti locali.
  • Formazione su diritto alla terra e gestione dei conflitti. Si è tenuto uno workshop di 5 giorni, riservato a 90 fra rappresentanti delle organizzazioni locali, leader comunitari ed operatori. È stato preceduto da un’indagine partecipata sulle interazioni esistenti fra attività umane e conservazione delle risorse naturali.
  • Creazione di un Comitato di Gestione delle risorse naturali. Il Comitato è stato eletto con l’incarico di monitorare uso e conservazione delle risorse naturali, promuovendone un uso sostenibile, e di fare da portavoce al riguardo nei confronti delle autorità locali.
  • Formazione di 20 Guardie Comunitarie. Avranno il compito di monitoraggio ambientale e di contrasto al taglio illegale di legna.

 

  1. Ridurre la depauperazione delle risorse naturali e ripristinare gli ecosistemi degradati.
  • Produzione ed introduzione di stufe ad alta efficienza energetica. Sono utilissime per ridurre l’impiego di legna. Ne sono state distribuite 824, in parte acquistate ed in parte autoprodotte dopo opportuni corsi di formazione. Ne stanno fruendo altrettante famiglie delle 10 comunità interessate al progetto.
  • Costruzione di un centro sperimentale con annesso vivaio agroforestale e di 10 vivai comunitari. Garantiscono la produzione e la diffusione di specie, sia native che non convenzionali, per arricchire le diete, migliorare la sicurezza alimentare, fornire alimentazione animale, proteggere il suolo. Si tratta di alberi da frutto, piante medicinali, ortaggi, piante da foraggio, ecc. Già 26.400 sono le piante prodotte.
  • Riforestazione di 10 aree degradate. Le aree, precedentemente incolte, producono ora frutta, ortaggi, foraggi, medicinali, legna da taglio, dando lavoro a 107 agricoltori su di un totale di ca. 10 ettari (ca. 20 campi di calcio) e con una produttività annua di ca. 2 tonnellate per ettaro.
  • Ripopolamento dei mangrovieti in 4 comunità costiere. Riducendo l’erosione delle linee di costa grazie alle piantagioni costiere di mangrovia, si ricrea l’ambiente necessario allo sviluppo degli avannotti di molti pesci marini, preservando così un ecosistema utile alla riproduzione di specie animali e vegetali essenziali. Grazie alla costruzione di un appropriato vivaio ed alla formazione degli addetti si sono potuti così ripopolare la bellezza di 37 ettari di costa.
  • Introduzione di attività di apicoltura. È stata creata un’associazione apistica con 50 associati, a cui sono state fornite attrezzature varie e formazione. È stata costruita una casa del miele per processare ed invasare miele e propoli, completa di relativo centro vendita. La prima produzione è stata di 40 kg di miele.

 

  1. Introdurre tecniche innovative di agricoltura, allevamento e conservazione dei prodotti.
  • Introduzione di tecniche agricole di conservazione dell’ecosistema. Nuove modalità di coltivazione, unitamente a nuove specie colturali ed a tecniche di conservazione del suolo, produrranno alimenti diversificati anche durante la stagione secca. Allo scopo sono stati forniti formazione, assistenza tecnica, attrezzi e sementi a 400 agricoltori. Particolare successo stanno già avendo in 17 campi dimostrativi comunitari ed in 12 campi individuali ananas, anacardo e agrumi.
  • Introduzione di sistemi integrati di produzione agricola: allevamenti comunitari e colture foraggere. L’allevamento (caprini e volatili) fornirà elementi nutrizionali supplementari, oltre a diversificare il reddito familiare. Sono state realizzate 10 stalle comunitarie, 10 pollai ed altrettante colture foraggere e 10 gruppi di 10 allevatori ciascuno hanno ricevuto formazione, attrezzatura, oltre a 100 capre, 250 galline e 250 anatre.
  • Costruzione di 8 pozzi e riabilitazione di altri 22. Serviranno per gli allevamenti e per uso umano (utenza media 100 persone per ogni pozzo), Gli 8 nuovi pozzi sono pozzi scavati a mano e forniti di pompa a pedale. È stata anche fornita la formazione per la loro manutenzione.
  • Produzione di fertilizzanti naturali. 100 agricoltori hanno appreso tecniche di produzione di fertilizzanti naturali, privi di prodotti nocivi per l’ambiente e preparati utilizzando prodotti disponibili (ceneri, ossa di animali, fibre di cocco, materiale organico vario, ecc.).
  • Tecniche di trasformazione su piccola scala e costruzione di piccole infrastrutture di essiccazione e stoccaggio. Sono stati realizzati 20 essiccatoi comunitari per l’essiccazione delle arachidi e del sesamo, nonché 2 magazzini e 10 silos di stoccaggio per derrate e sementi. Ciò renderà disponibili i prodotti anche fuori stagione e la vendita a prezzi più vantaggiosi.
  • Realizzazione di uno studio di mercato e di un business plan. Sono stati realizzati da un esperto locale e, unitamente ad una opportuna formazione in dinamiche di mercato ed agrobusiness fornita a 100 agricoltori, servirà a facilitare la commercializzazione dei prodotti alle migliori condizioni possibili.