PROGETTO IMARISHA: LA VALUTAZIONE FINALE

Durante il progetto “Imarisha!” abbiamo lavorato su tre ambiti: tutela ambientale, miglioramento dell’accesso alle energie rinnovabili e opportunità di occupazione e generazione di reddito.

Mani Tese ha recentemente concluso in Kenya, dopo tre anni di attività, il progetto “Imarisha! Energie rurali per la lotta al cambiamento climatico e la salvaguardia ambientale”. Proprio in questi giorni abbiamo ricevuto la valutazione finale indipendente del progetto condotta dal consulente esperto in monitoraggio e valutazione Joseph Karangathi Njoroge. Di seguito riportiamo i risultati raggiunti dall’intervento.

Il progetto si è svolto nel contesto della foresta Mau il più importante polmone verde del Kenya, nonché fonte di uno dei più importanti bacini idrici di tutta l’Africa orientale.

Mani Tese ha operato insieme al partner locale Network for Eco-farming in Africa (NECOFA) e ai partners italiani WWF Italia, Climate and Development foundation (CDF), Università degli Studi di Milano e Cooperativa Eliante.

Si è lavorato su tre ambiti: il primo ambientale che è trasversale anche agli altri due, un secondo sul miglioramento dell’accesso alle energie rinnovabili e un terzo per favorire opportunità di occupazione e generazione di reddito.

Per quel che riguarda il primo ambito le comunità del blocco forestale di Ndoinet sono oggi più sensibili rispetto all’importanza di trovare un giusto equilibrio tra natura e attività dell’uomo ed in particolare sono stati prodotti e firmati due accordi di collaborazione tra il servizio forestale dello stato e le comunità nella gestione della foresta e delle risorse idriche lì presenti. Il progetto ha rafforzato le capacità e la membership  di NOCFA (Ndoinet Forest Association) e di WRUA (Water Resources Association) che ha oggi più di 300 membri, le due associazioni comunitarie che hanno firmato e si stanno impegnando ad implementare gli accordi sopra citati.

Nella citata zona forestale sono stati piantati 1 milione di alberi con un tasso di sopravvivenza del 88,1%: 500.000 a ciclo corto nei campi dei contadini ai margini della foresta allo scopo di essere fonte di legna da ardere ed evitare così il taglio degli alberi della stessa foresta, 500.000 invece per proteggere fonti d’acqua. Sono state coinvolte 8.560 persone, riabilitati gli argini di tre fiumi e protette 6 sorgenti, dove le persone possono rifornirsi di acqua potabile prima contaminata dalla presenza di animali presso la sorgente stessa.

Sono state infine distribuite 12.000 stufe migliorate a 6.000 nuclei famigliari. Le stufe hanno permesso un risparmio medio per famiglia di 1.440 chilogrammi di legna da ardere nel periodo di realizzazione del progetto ed in generale garantiscono un risparmio di più del 50% di legna o carbone per cucinare, hanno ridotto di più della metà anche il tempo utilizzato, in particolare dalle donne, per raccogliere legna, provocano meno fumo nelle case e meno incidenti domestici.

Relativamente alle energie rinnovabili un totale di 6.215 persone hanno aumentato il loro accesso ad energie rinnovabili ed energia pulita. Nello specifico 1.263 studenti e 50 insegnanti stanno beneficiando dell’energia fotovoltaica installata nelle loro rispettive scuole primarie: 5 in totale scelte insieme alle autorità in zone dove nei prossimi anni non è previsto l’arrivo della rete elettrica.

Il progetto ha realizzato nella località di Mariashoni, ai margini del blocco forestale di Kiptunga, un chiosco solare che fornisce energia prodotta da pannelli fotovoltaici ad un centro servizi per la ricarica di cellulari e l’utilizzo di computer con connessione internet, una radio comunitaria e una guest house con sala comunitaria. Un totale di 3900 persone stanno beneficiando dei servizi del chiosco.

186 persone stanno beneficiando per la cottura dei cibi dell’energia pulita prodotta dai 31 impianti di bio-gas installati dal progetto. Essi permettono la riduzione del 80% di utilizzo di legna o carbone presso la famiglia dove l’impianto è stato installato.

Per quel che riguarda le opportunità di occupazione e la generazione di reddito, il progetto ha favorito la costituzione di You Green Energy Enterprises, un’impresa composta di 5 giovani che si occupa di promuovere l’energia fotovoltaica in zone dove non vi è accesso alla rete elettrica e neanche a negozi che vendono i vari kit solari presenti sul mercato. L’impresa monta e vende, anche a rate, piccoli impianti fotovoltaici e kit solari ad uso famigliare: oltre 140 kit sono stati venduti alla data di fine progetto e solo negli ultimi sei mesi dello stesso, periodo nel quale l’Impresa ha iniziato l’attività dopo la formazione dei suoi membri e la realizzazione degli studi di mercato. Chi ha acquistato un kit solare ha ridotto del 100% l’utilizzo di paraffina o batterie non ricaricabili che prima servivano per alimentare le fonti di luce.

Il progetto ha anche accompagnato la costituzione di Molo Green Energy solutions”, una seconda impresa composta da 15 persone che produce e vende stufe migliorate per il risparmio di carbone e legna per la cottura dei cibi. Il modello è stato molto apprezzato a seguito della distribuzione realizzata dal progetto e l’Impresa permette alle persone di acquistare localmente la stufa migliorata che prima era prodotta solo in un’altra contea del Kenya.

Sono stati costituiti 6 vivai, ognuno dà lavoro a 20/30 persone, che nel solo 2019 hanno venduto un totale 114.000 fitocelle.

Infine il progetto ha realizzato e avviato il Centro suini gestito dal Toaret Self Help Group che ospita una media mensile di 340 maiali e nel 2019 ne ha macellati e venduti 360. 30 gruppi di ingrasso sono stati avviati e hanno allevato un totale di 301 maiali negli anni 2018/19: alcuni di questi gruppi, oltre al beneficio del bio-gas più sopra descritto, hanno avuto un buon profitto che è stato utilizzato per migliorare il reddito famigliare. Il suino è animale allevato in stalla e di conseguenza, in piccoli allevamenti come quello proposto e in zone ai margini della foresta come quella dove è stato realizzato il progetto, ha un ridotto impatto ambientale rispetto agli animali allevati allo stato brado ed un importante impatto nutritivo per la popolazione.

Infine presso Ndoinet è stata costruita e avviata una raffineria per il miele, attività tipica delle zone forestali, che coinvolge 190 membri e ha processato e poi venduto nel 2019 più di 200 Kg di miele.

In generale le attività generanti reddito sopra descritte hanno permesso alle persone coinvolte un aumento medio del reddito del 10%.

I risultati sono molto incoraggianti ma Mani Tese non si ferma, il livello di sostenibilità delle varie attività avviate è stato valutato medio dal consulente, inoltre molte più persone e zone forestali stanno chiedendo sostegno, visti il positivo impatto e la metodologia utilizzata che coinvolge da protagonisti tutti gli attori di un determinato contesto, dalle comunità alle autorità locali fino alle singole famiglie.

L’impegno sta continuando con il progetto “AGRICHANGE: PICCOLE IMPRESE, GRANDI OPPORTUNITÀ. Sviluppo di filiere agro-alimentari nel bacino del Fiume Molo” in particolare sulle filiere del suino e del miele e vuole proseguire anche con nuovi progetti che si stanno elaborando anche per la componente ambientale e quella relativa alle energie rinnovabili.