PER TUTTE LE VITTIME DELL’ATTIVITA’ INDUSTRIALE DELLE MULTINAZIONALI ESTRATTIVE

Il 21 maggio è stato dichiarato l’ANTICHEVRON DAY. GLI ATTIVISTI E LE ORGANIZZAZIONI DELLA SOCIETA’ CIVILE CHIAMANO AD ATTIVARSI IMMEDIATAMENTE PER FERMARE l’INDUSTRIA ESTRATTIVA TRANSANAZIONALE CHE OPERA CONTINUE VIOLAZIONI AI DIRITTI UMANI, CAUSANDO VITTIME A CHEVRON IN ECUADOR E IN TUTTO IL RESTO DEL MONDO Ecco l’appello della “Union of the Affected People by Texaco […]

Il 21 maggio è stato dichiarato l’ANTICHEVRON DAY.

GLI ATTIVISTI E LE ORGANIZZAZIONI DELLA SOCIETA’ CIVILE CHIAMANO AD ATTIVARSI IMMEDIATAMENTE PER FERMARE l’INDUSTRIA ESTRATTIVA TRANSANAZIONALE CHE OPERA CONTINUE VIOLAZIONI AI DIRITTI UMANI, CAUSANDO VITTIME A CHEVRON IN ECUADOR E IN TUTTO IL RESTO DEL MONDO

Ecco l’appello della “Union of the Affected People by Texaco – now CHEVRON (UDAPT) in the Amazon- Ecuador”.

CONSIDERANDO CHE:

  • Il Mondo ho assistito e continua ad assistere a serie e continue violazioni dei diritti umani e dei lavoratori a causa dell’attività dell’industria estrattiva ad opera delle multinazionali.
  • Comunemente le vittime, uomini e donne, sono persone in stato di vulnerabilità che con il forte aumento delle attività estrattive devono fronteggiare l’inasprimento della povertà, dovendosi confrontare con le malattie e con la morte.
  • Le leggi nazionali sono insufficienti per fronteggiare l’impunità strutturale che campeggia sia a livello nazionale che internazionale e che anzi, operano in favore delle multinazionali estrattive consentono di violare i diritti umani.
  • Questi fenomeni sono stati ampiamente studiati e hanno condotto a concrete azioni globali contro l’industria delle multinazionali estrattive che opera in tutto il mondo; le iniziative sono nate e sono state portate avanti dalle organizzazioni internazionali con l’obbiettivo di smantellare il potere delle multinazionali evitando la continua violazione dei diritti umani da parte delle stesse.

I sottoscritti, vincitore del Premio Nobel per la Pace, organizzazioni e attivisti che si adoperano per difesa dei diritti umani, per la protezione dell’ambiente, degli indigeni e dei lavoratori, si uniscono per un appello:

  1. Per coloro che investono nelle multinazionali così che chiedano trasparenza nelle transazioni tra le società e le multinazionali. Noi li esortiamo ad opporsi alle violazioni dei diritti umani, alle violazioni contro l’ambiente commesse dalle compagnie in cui i loro capitali vengono investiti, non facendolo commetterebbero l’errore di macchiarsi di questi crimini ed atrocità.
  2. Per i governi, nei paesi in cui si praticano attività estrattive, per costringere le compagnie a rispettare, con fermezza e determinazione, con l’appoggio di tutte le norme tecniche, le ordinanze del tribunale nazionale di ogni paese e dei precetti fondamentali dei diritti umani, che è quello di rispettare i diritti di tutte le popolazioni nella loro terra e di tutela i diritti delle nuove generazioni.
  3. Per i governi, nei paesi in cui le società estrattive hanno le loro sedi, per costringere le multinazionali ad adempiere pienamente alla loro responsabilità sociale, all’interno e al di fuori del loro territorio nazionale. In caso contrario, si adoperino per garantire che la legge non possa in alcun modo essere ostacolata, senza interferenze né pressioni.
  4. Per le agenzie regionali ed internazionali perché assumano il proprio ruolo di protettori dei diritti per la popolazione e per I lavoratori coinvolti nell’attività dell’industria estrattiva, per tutelarli per mezzo dei diritti e delle procedure previste dalla legge, in entrambi gli stati di appartenenza e attraverso le leggi internazionali adibite a smantellare l’impunità di cui le compagnie godono.
  5. Per le organizzazioni della società civile che rimangano vigili e che chiedano rispetto per le popolazioni che abitano le zone in cui le compagnie multinazionali agiscono, questo è un loro diritto.
  6. Per i giudici, I pubblici ministeri e gli avvocati che agiscano per garantire che le compagnie si attengano al rispetto dei diritti umani e dell’ambiente. Se vengono causati danni, come è accaduto per Chevron Corporation in Equador, deve esistere la garanzie che questi possano essere ripagati.
  7. Per I giudici, pubblici ministeri, avvocati e per lo Stato che assicurino I diritti delle vittime coinvolte, per evitare che le compagnia possano criminalizzare le proteste sociali e di lotta.
  8. Per la comunità internazionale affinché dia vita a strumenti internazionali per fronteggiare e punire I crimini contro l’ambiente, e per le vittime così che abbiano accesso alla giustizia senza discriminazioni, ovvero negli stessi termini in cui ne godono le compagnie multinazionali.

Come da richiesta dei contadini e dei popoli indigeni contro la compagnia petrolifera Chevron in Ecuador, un caso emblematico per il mondo, esprimiamo il nostro sostegno affiché sia fatta giustizia per queste vittime.  Per queste ragioni, ci appelliamo a:

Agli investitori della Chevron Corporation perché chiedano giustizia per I 30.000 agricoltori ed indigeni dell’Amazzonia Ecuadoriana, che dopo 21 anni di lotta è riuscita a provare la colpevolezza della compagnia petrolifera. Nonostante sia stata condannata a pagare per riparare ai danni causati, Chevron utilizza tutti i mezzi possibili per evitare di rispettare e di ritardare ad finitum l’esecuzione della pena per il ripristino ambientale, continuando a generare morte e distruzione.

Ai sistemi di giustizia in tutto il mondo, soprattutto negli Stati Uniti d’America, per evitare azioni giudiziarie abusive e dilatorie per favorire il potere delle imprese transnazionali; per non tollera questo tipo di azioni, allo scopo di mettere a tacere le vittime e le persone e le organizzazioni che li sostengono; a rispettare la giustizia di altri paesi e il diritto di un processo di legge.

Ai sistemi di giustizia provenienti da paesi in cui sono in corso le formalità per l’omologazione e l’esecuzione della pena che deve agire sotto le loro leggi, senza obbedire a pressioni esterne lanciate a tutti i livelli dalla compagnia petrolifera Chevron.

Alle organizzazioni sociali di tutto il mondo di rimanere vigili su casi come questo, che ha svelato la struttura di impunità di cui beneficiano le imprese transnazionali, permettendo loro di violare i diritti umani. Questo caso ha anche messo in luce la possibilità per le popolazioni colpite di esercitare i loro diritti nei confronti di una delle più grandi multinazionali del pianeta e che potrebbe rappresentare un precedente internazionale per le vittime di imprese transnazionali che lottano per ottenere giustizia.

Allo stesso modo, sulla base della consapevolezza che è stata sollevata dal comportamento della Chevron nei vari paesi in cui opera, incoraggiamo i governi, gli investitori della società, le organizzazioni per i diritti ambientali e umani, a creare un sistema di allarme per forzare le società ad adempiere alla responsabilità sociale e a rispettare le norme e gli standard che garantiscono il rispetto dei diritti umani.

Nell’estate 2013 Mani Tese, insieme al regista Maurizio Zaccaro, è andata in Ecuador per incontrare le comunità danneggiate da decenni di sfruttamento dei giacimenti di petrolio e per cercare di capire quello che presto potrebbe accadere nel cuore del parco Yasuní, in piena foresta amazzonica.

Guarda il film “Adelante petroleros”

Scopri la campagna IL FUTURO GIUSTO