UNA SUMMER SCHOOL SULLA GIUSTIZIA AMBIENTALE NELLA CITTÀ DELL’ILVA

Aperte le candidature alla scuola di formazione di Mani Tese “Comunicare la Giustizia Ambientale” che si terrà a Taranto dal 20 al 26 agosto.

Si svolgerà proprio a Taranto, nella sede della più grande acciaieria d’Europa, la Summer School di Mani Tese dedicata agli attivisti che si occupano della narrazione di temi legati all’ambiente.

La Summer School Comunicare la Giustizia Ambientale” si terrà infatti nella città Tarantina dal 20 al 26 agosto e avrà l’obiettivo di formare 20 giovani attivisti nel campo della comunicazione sociale a comprendere i meccanismi chiave della giustizia ambientale e a trovare forme innovative ed efficaci per raccontarle al grande pubblico.

La relazione tra giustizia e ambiente è difficile da inquadrare – dichiara Giacomo Petitti, Responsabile Educazione e Formazione di Mani Tesenon si tratta infatti solo di garantire il diritto alla salute o la sovranità sulle risorse naturali delle comunità più sfruttate, si tratta piuttosto di una questione sociale e ambientale allo stesso tempo. In questo contesto diventa decisivo, per gli attivisti che si occupano di questi temi, saper comunicare in modo efficace la complessità di un fenomeno in aumento anche in Italia”

I PROMOTORI
La scuola è organizzata da Mani Tese in collaborazione con Peacelink, Centro Giustizia, Pace e Integrità del Creato e Genitori Tarantini ed è finanziata dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo.

A CHI È RIVOLTA
La summer school è rivolta a giovani attivisti/comunicatori di età compresa tra i 18 e i 35 anni che intendono incrementare le proprie competenze nel documentare e raccontare casi di ingiustizia ambientale.

DOVE & QUANDO
La Summer School si terrà a Taranto da Lunedì 20 a Domenica 26 Agosto 2018. La scuola è progettata in forma residenziale e prevede una metodologia formativa che combina momenti di studio, di riflessione e di condivisione.

LA STRUTTURA
La metodologia della scuola utilizzerà un approccio formativo esperienziale (learning by doing) e peer to peer, a partire dalla conoscenza diretta di un caso emblematico come quello dell’ILVA di Taranto.
I momenti formativi si suddivideranno in sessioni teoriche a cura di professionisti esperti di comunicazione sociale, visite sul campo per conoscere le realtà tarantina come caso studio, sessioni metodologiche e laboratori esperienziali sulle tecniche di comunicazione.

I RELATORI
Ecco i professionisti che accompagneranno gli iscritti in questo percorso:
Fulvio Colucci, giornalista e scrittore. Redattore tarantino della Gazzetta del Mezzogiorno, da oltre vent’anni raggiunge luoghi e racconta storie di cronaca e umanità.
Matteo de Mayda, fotografo focalizzato su progetti sociali e campagne che mescolano sostenibilità e branded content.
Gianluca Costantini, artista attivista che da anni combatte le sue battaglie attraverso il disegno.
Giosuè De Salvo, responsabile dell’area Advocacy, Educazione e Campagne di Mani Tese.
Giacomo Petitti di Roreto, responsabile della formazione e dei programmi di giustizia ambientale di Mani Tese.

CANDIDATURE
Al fine di assicurare una buona interazione tra i partecipanti la scuola è a numero chiuso e prevede un numero massimo di 20 attivisti.
La partecipazione ai momenti formativi è gratuita. È richiesto un contributo di partecipazione alle spese pari a 100€ che non comprende i viaggi per raggiungere Taranto e i pranzi.
Per candidarsi è necessario inviare una mail all’indirizzo ecg[at]manitese.it oppure iscriversi attraverso il form on line sul sito di Mani Tese entro e non oltre Giovedì 12 Luglio 2018 specificando nell’oggetto: Summer School 2018 e allegando curriculum vitae e breve lettera di motivazioni.

Scarica la presentazione della scuola con il programma completo dei corsi

SOGNANDO LA LIBERTÀ: BAMBINI VITTIME DI TRAFFICKING E ABUSI IN CAMBOGIA

In occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato, lunedì 18 giugno Mani Tese organizza un incontro con Sam Sovannarith, Direttore di Damnok Toek

Ogni giorno decine di bambine e bambini lasciano la Cambogia nel tentativo di sfuggire all’estrema povertà per raggiungere la Tailandia, dove spesso diventano vittime di trafficking e abusi.

In occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato, lunedì 18 giugno alle ore 18.00 presso la sede di Mani Tese ne parleremo con Sam Sovannarith, Direttore di Damnok Toek, organizzazione non governativa per l’accoglienza e la reintegrazione di minori, partner di Mani Tese dal 2008 e premiata con il Child 10 Award 2017.

Dialogano insieme a lui Chiara K. Cattaneo, Program Manager della campagna “I exist” di Mani Tese e Giulia Donnici, Responsabile dei progetti in Cambogia di Mani Tese.

L’incontro, aperto al pubblico, si terrà presso la sede di Mani Tese, in Piazzale Gambara 7/9 a Milano.

Scopri il progetto di Mani Tese in Cambogia ” Bambini al sicuro”

Di seguito la locandina dell’evento
(clicca sull’immagine per scaricare la versione in PDF)

 

CONTINUA IL NOSTRO IMPEGNO IN NICARAGUA NONOSTANTE GLI SCONTRI NEL PAESE

Il Paese è scosso da proteste in reazione alla riforma delle pensioni e represse con violenza. Le attività del nostro progetto, seppur riviste, proseguono

Dal 18 aprile il Nicaragua è scosso da gravissime proteste nate in reazione alla riforma delle pensioni, e represse con estrema violenza. La Commissione interamericana dei diritti umani ha dichiarato che almeno 76 persone sono state uccise durante gli scontri, e 868 ferite.

In un contesto così drammatico, nell’ultimo mese è stato necessario rivedere anche le attività del nostro progetto “Cura e prevenzione dell’insufficienza renale cronica nei lavoratori della canna da zucchero. Per motivi di sicurezza, infatti, sono stato limitati allo stretto necessario gli spostamenti dello staff di progetto, concentrandosi sulla revisione ed edizione del manuale sull’insufficienza renale cronica che servirà a informare e sensibilizzare la popolazione sulla prevenzione e cura della malattia.
Sono allo studio anche le varie attività di formazione sul tema, che accompagneranno la presentazione del materiale ai diversi destinatari.

Di recente lo staff ha inoltre incontrato il delegato del Ministero dell’Educazione di Chichigalpa, che ha dato un parere positivo sulle attività del progetto, e sta organizzando nel comune di Quezalguaque dei focus group con le comunità che ci permetteranno di approfondire le convinzioni e gli atteggiamenti della popolazione rispetto all’insufficienza renale cronica.

Incontro con il delegato del Ministero dell’Educazione
Incontro con il sindaco e vice-sindaco di Quezalguaque

A PADOVA SI PARLA DI ENERGIE RURALI, AMBIENTE E SVILUPPO SOSTENIBILE

Il 10 giugno si terrà il convegno “ENERGIE RURALI, TUTELA DELL’AMBIENTE E SVILUPPO SOSTENIBILE – la sfida energetica dall’Italia al Kenya…e ritorno”

Nell’ambito dell’evento di celebrazione dei primi 20 anni di Mani Tese Padova, domenica 10 giugno alle ore 10.00 presso FENICE Green Energy Park si terrà il convegno “ENERGIE RURALI, TUTELA DELL’AMBIENTE E SVILUPPO SOSTENIBILE – la sfida energetica dall’Italia al Kenya…e ritorno”.

Ecco il programma della giornata:

10.00-13.00 convegno:
“ENERGIE RURALI, TUTELA DELL’AMBIENTE E SVILUPPO SOSTENIBILE – la sfida energetica dall’Italia al Kenya…e ritorno”
Interventi di apertura Regione Veneto e Comune di Padova

Stella Mecozzi – Vice Presidente Cooperativa Sociale Mani Tese ONLUS
Giovanni Sartor – Responsabile Area Cooperazione Mani Tese ONG
Rodolfo Pasinetti – Climate and Development Foundation
Luca Zingale – OffgridSun
Michael Metzger – Equa Srl

Introduce e coordina Francesco Bicciato, Segretario Generale per la Finanza Sostenibile

Dalle 15.00
LABORATORI DI RIUSO CREATIVO
CICLOFFICINA
GIOCHI E INTRATTENIMENTO
YOGA EDUCATIVO PER BAMBINI
MERCATO DELL’USATO
ARTIGIANATO AFRICANO

Dalle 19.00
CENA AFRICANA a cura dell’Associazione Sorelle Burkinabé
(si consiglia la prenotazione)

Dalle 20.00
MUSICA LIVE CON LA GHENGA FUORIPOSTO

Di seguito la locandina dell’evento:

Locandina_MT-PD

La coltivazione del riso in Burkina Faso

Il riso rappresenta in Burkina Faso il quarto cereale più coltivato ma la produzione locale non soddisfa i bisogni del Paese.

Il riso rappresenta in Burkina Faso il quarto cereale più coltivato dopo, in ordine di importanza, il sorgo, il miglio e il mais.
Come si vede dal grafico*, la produzione di riso locale non soddisfa i bisogni del Paese, che ogni anno viene invaso da riso di bassa qualità e a costi molto bassi dalla Cina e da altri Paesi asiatici che distruggono il mercato risicolo interno burkinabé.

produzione importazione consumo riso Burkina Faso Mani Tese 2018

Uno dei principali fattori che limita lo sviluppo della risicoltura nel paese è legato non solo ai cambiamenti climatici e quindi alla riduzione delle piogge e alla loro distribuzione irregolare ma anche alla mancanza di centri di trasformazione e lavorazione del riso.

grafico riso Burkina Faso Mani Tese 2018

Nonostante l’aumento della superficie agricola destinata al riso e un grande lavoro fatto dai governi e dalle ONG per migliorare la produzione e la qualità del prodotto, il rendimento del riso non è ancora soddisfacente (la resa media non supera i 3000kg/ha. Per avere un’idea, in Italia è di 6.4000 kg/ha e 4.000-5.000 kg/ha per il riso biologico). Il miglioramento relativamente piccolo della produttività del riso viene spiegato dai tecnici locali da una variabilità delle precipitazioni, da un basso ricambio e utilizzo di semi migliorati, limitato accesso a fertilizzanti organici e minerali e cattiva gestione idrica delle risaie.

Mani Tese nell’ambito del progetto “Donne e sviluppo rurale inclusivo quale mezzo per il raggiungimento della sicurezza alimentare in Burkina Faso” finanziato dall’AICS, in partneriato con ACRA, ha contribuito a migliorare la produttività del riso nel villaggio di Roogo, nel comune di Sourgu, nella provincia del Bulikiemdé, grazie a un sistema di dighe e canalizzazioni su oltre 20 ettari di risaia che consentono una produzione razionale ad oltre 120 donne produttrici.

Nello stesso villaggio è stato inoltre realizzato nel mese di Aprile un centro di trasformazione di riso che consentirà alle donne di lavorare il riso meccanicamente e di poterlo trasformare in riso parboiled migliorando la loro qualità della vita in termini di tempo e di qualità nutritive del prodotto. Normalmente infatti le donne passano buona parte del loro tempo a decorticare il riso manualmente e a trasformarlo artigianalmente nelle loro case.

La produzione di riso parboiled consentirà anche un netto miglioramento della dieta alimentare di tutta la famiglia poiché con la semplice decorticatura molti dei nutrienti vengono persi.
Il parboiled (dall’inglese partially boiled = parzialmente bollito) è una modalità di trattamento dei chicchi di riso che ne salvaguarda il contenuto di micronutrienti (vitamine e sali minerali) e ne consente cotture prolungate. Il parboiled presenta quasi lo stesso tenore nutritivo del riso integrale.

La parboilizzazione avviene in tre fasi: il riso viene bagnato con acqua calda, poi sottoposto a bollitura per breve tempo e successivamente asciugato al sole o essiccato. Dopo questi trattamenti, il riso viene sbramato (privato delle glume o lolla, ossia le lamelle che avvolgono il chicco) e sottoposto a eventuali ulteriori lavorazioni di raffinatura.

I vantaggi di questo procedimento sono che il riso:

  • mantiene il proprio contenuto di vitamine e sali minerali rispetto al riso trattato anche dopo il lavaggio e la cottura;
  • non scuoce anche se cotto a lungo;
  • è più digeribile perché assorbe meno i grassi.

La precottura parziale del riso è un processo di origine antichissima. Veniva svolta tradizionalmente nei Paesi tropicali per facilitare la sbramatura manuale e la conservazione. La cottura a vapore infatti distrugge parassiti e microrganismi dannosi. Nello stesso tempo, la precottura del risone grezzo “fissa” le vitamine e le proprietà del chicco, al quale vengono trasferite le sostanze utili contenute nella pellicola che ricopre i chicchi, tra cui la tiamina.
Dal punto di vista nutritivo, il riso parboiled mantiene l’80% dei nutrienti del riso integrale. Risulta pertanto un alimento più completo del riso bianco, è fonte di amido resistente (fibra solubile) e pertanto anche più facile da digerire.

Per maggiori informazioni sul riso parboiled e sulla risicoltura in Burkina Faso:
http://www.enterisi.it/servizi/Menu/dinamica.aspx?idSezione=17299&idArea=17395&idCat=17401&ID=17319&TipoElemento=pagina
http://www.fao.org/docs/up/easypol/938/analyse-filiere-riz-local-burkina-faso_131fr.pdf

 

*Fonte dei grafici presenti nell’articolo:
RAPPORT GENERAL DES RESULTATS DEFINITIFS DE LA CAMPAGNE AGRICOLE 2016/2017 ET DES PERSPECTIVES DE LA SITUATION ALIMENTAIRE ET NUTRITIONNELLE – Mars 2017 – MINISTERE DE L’AGRICULTURE ET DES AMENAGEMENTS HYDRAULIQUES, SECRETARIAT GENERAL, DIRECTION GENERALE DES ETUDES ET DES STATISTIQUES SECTORIELLES – Pag. 95

ANTULA: INTRECCIARE STORIE, CUCIRE RAPPORTI

A un anno dall’apertura, la sartoria di Antula in Guinea-Bissau cresce e accoglie anche gli ex detenuti.

Vi ricordate della sartoria del quartiere di Antula a Bissau, creata nell’ambito del progetto “Antula è giovane?

Oggi Neusa, una delle giovani sarte, ci racconta cosa è successo in questo primo anno di funzionamento:
La sartoria, ormai, è diventata un punto di aggregazione per i giovani del quartiere. Io faccio parte della associazione giovanile OJUBAP, che ospita la sartoria. L’anno scorso abbiamo accettato la sfida di imparare a cucire e diventare sarti grazie a Mani Tese.

Oggi posso considerarmi sarta. Non cucio solamente vestiti per me e i miei figli, ma ho iniziato a vendere borsette, vestiti, camicie. Nella sartoria accogliamo tutti i giovani di buona volontà che vogliono venire a imparare. L’importante è essere creativi.

L’anno scorso, Mani Tese è tornata a bussare alla nostra porta, e ci ha presentato l’associazione RENASCER (ndr: l’organizzazione di ex detenuti creata di recente in Guinea Bissau all’interno del progetto “Prisioneiro tene balur“). Ivaldinho e i suoi colleghi ci hanno proposto la loro idea: creare una sartoria per dare un nuovo futuro a quei giovani che hanno avuto un passato un po’ turbolento. Stavano parlando di ex detenuti.

Io non mi sono spaventata: noi siamo quasi tutte ragazze, ma abbiamo aperto la porta della sartoria a tutti i giovani. Quindi, anche gli ex detenuti sono i benvenuti. In più, abbiamo scoperto il talento di Ivaldinho: è un grande sarto e conosce le tecniche per dipingere i tessuti.

La cosa bella è che in sartoria si incontrano e si intrecciano storie: c’è chi racconta la propria esperienza di migrante, chi il proprio vissuto nelle carceri, chi i propri problemi famigliari. Ma ci facciamo forza a vicenda. Stiamo iniziando a vendere, e abbiamo grandi progetti futuri!

La nostra idea è lanciare la nostra marca di vestiti fatti con tessuti dipinti. Speriamo di farcela!”

sarta antula Guinea Bissau Mani Tese 2018
Foto di Jean Luc Habimana
camicie vestiti tessuti africani Guinea Bissau Mani Tese 2018
Foto di Jean Luc Habimana
giovane sarto antula macchina da cucire Guinea Bissau Mani Tese 2018
Foto di Jean Luc Habimana
scarpe ballerine tessuti africani Guinea Bissau Mani Tese 2018
Foto di Jean Luc Habimana

UN GRAZIE DALLA CAMBOGIA!

I bambini che frequentano i centri di Damnok Toek in Cambogia hanno ricevuto il materiale scolastico raccolto grazie alla campagna “Una mano per la scuola”.

I bambini e le bambine che frequentano i centri di Damnok Toek in Cambogia hanno ricevuto il materiale scolastico raccolto grazie alla nostra campagna “Una mano per la scuola”.

Ogni giorno sono quasi 500 i minori che frequentano le lezioni presso i centri gestiti da Damnok Toek, nostro partner dal 2008 nel progetto “Bambini al sicuro in Cambogia” protezione, accoglienza e reinserimento nelle famiglie e nella società per bambine e bambini vittime di trafficking e abusi“.

Damnok Toek ha voluto ringraziarci con questo messaggio:

“Grazie a Mani Tese per la donazione del materiale arrivato settimana scorsa.
I bambini amano disegnare e dipingere perché possono raffigurare quello che più desiderano, alcuni di loro rappresentano nei loro disegni la loro infanzia e i loro ricordi.
Attraverso il disegno riescono a essere più calmi e tranquilli. L’arte è infatti è una terapia psicologica”.

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Foto di Damnok Toek
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Foto di Damnok Toek
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Foto di Damnok Toek
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Foto di Damnok Toek
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Foto di Damnok Toek

SONO UNA BAMBINA: LA SCUOLA E’ IL MIO FUTURO!

Al via il corso di educazione civica sui diritti delle bambine e l’importanza dell’istruzione nelle scuole in Benin nell’ambito di un nuovo progetto.

Sono una bambina, devo andare a scuola,
Sono una bambina, devo andare a scuola,
Sono una bambina, la scuola è il mio futuro.

Con questo motto si è aperto il corso di educazione civica sui diritti delle bambine e l’importanza dell’istruzione intrapreso nelle scuole in Benin, nell’ambito del progetto “BAMBINE ISTRUITE E DONNE IMPRENDITRICI IN BENIN”.

Le prime due tappe del corso si sono svolte a Kouba e Tampègré con la partecipazione delle autorità locali, delle Associazioni dei Genitori degli Alunni (APE), degli insegnanti, dei direttori delle scuole e delle alunne delle classi terza, quarta e quinta elementare.

La tappa di Kouba ha visto la partecipazione di circa una quarantina di genitori, 26 alunne e 2 insegnanti.
Durante l’incontro è nato un vivace dibattito sulle responsabilità dei genitori riguardo l’istruzione delle bambine. La discussione ha permesso ai partecipanti di capire l’importanza e la necessità del sostegno da parte dei genitori per garantire alle bambine la riuscita del loro percorso scolastico.

Il direttore della scuola, intervenendo nel dibattito, ha presentato una lista di problemi con i quali le alunne devono confrontarsi che, a suo dire, derivano dall’irresponsabilità di alcuni genitori, che non si preoccupano del futuro dei loro figli. Anche il presidente dell’Associazione dei Genitori degli Alunni ha sottolineato che iscrivere le bambine a scuola non è sufficiente: occorre anche seguirle e sostenerle lungo tutto il loro percorso.
Le donne hanno invece invitato gli uomini a essere maggiormente coinvolti nell’educazione dei bambini, compito che è invece spesso lasciato esclusivamente alle madri.

Il formatore, per concludere il dibattito, ha insistito sul fatto che i genitori devono essere uniti per quel che riguarda l’istruzione dei bambini e soprattutto delle bambine, perché la scuola rappresenta un’importante sfida per il benessere delle ragazze, la stabilità e la crescita della famiglia e lo sviluppo della società in generale.
I genitori si sono quindi impegnati a tutelare tutti i diritti dei bambini, in particolare quello all’istruzione.

Anche nella tappa di Tampègré la partecipazione è stata ampia e soddisfacente come a Kouba: erano presenti 53 alunne, più di 30 genitori, 2 autorità locali e 4 insegnanti.
Durante il corso, le alunne sono state molto partecipi e non hanno lasciato che i genitori rispondessero al posto loro.

«Sono venuta a scuola per imparare a leggere e scrivere», «La scuola mi dà degli insegnamenti e delle conoscenze sulla vita e sul mondo», «La scuola mi permetterà, più avanti, di trovare un lavoro» sono stati alcuni dei loro interventi, che hanno anche incontrato l’approvazione dei genitori.

«Mandiamo le nostre figlie a scuola affinché non siano analfabete e ignoranti» hanno affermato i genitori «Le nostre figlie non devono assomigliarci. Senza istruzione, noi abbiamo incontrato molte difficoltà nella vita. Mandiamo le nostre figlie a scuola affinché non debbano più vivere la miseria che noi viviamo».

Anche a Tampègré si è discusso sulle responsabilità dei genitori nell’istruzione dei figli. Come a Kouba, il formatore ha tentato di riconciliare i diversi punti di vista fra i genitori mostrando l’esempio di una famiglia in cui l’educazione dei bambini viene promossa e tutelata e spiegando la necessità che i genitori siano vicini nell’aiutare le bambine a terminare con successo la propria istruzione, proteggendole dalle diverse forme di abuso.

La sensibilizzazione sull’importanza dell’istruzione delle bambine è proseguita attraverso la messa in onda di due trasmissioni radiofoniche, durante le quali si è discusso sulla necessità di investire nell’istruzione delle bambine e sulle conseguenze negative della loro mancata istruzione.

educazione civica bambine istruzione Benin Mani Tese 2018