MODA SOSTENIBILE E RIUSO: LE ESPERIENZE DI FINALE EMILIA, FAENZA E CATANIA

La sostenibilità della moda è un tema caro a Mani Tese e alle associazioni locali che fanno parte della nostra Federazione: scopri i progetti attivi a Finale Emilia, Faenza e Catania!

La moda è arte, storia, cultura, è il nostro modo di vestirci, di esprimere la nostra personalità ed è anche uno dei principali settori produttivi del mondo, che dà lavoro a oltre 300 milioni di lavoratori e lavoratrici.

Ma qual è il lato oscuro della moda? Sfruttamento dei lavoratori, violazioni dei diritti e inquinamento ambientale. Soprattutto nel modello “fast fashion”, basato su una frenetica produzione di capi di abbigliamento a basso prezzo e per un consumo di massa, che amplifica gli impatti sulle persone e sull’ambiente.

Per sensibilizzare i consumatori, diffondere consapevolezza su questo lato nascosto e chiedere un cambiamento all’industria dell’abbigliamento stiamo promuovendo il progetto Cambia MODA insieme ai partner Istituto Oikos Onlus, FAIR, ALTIS (Università Cattolica), Koinètica, Lottozero e Guardavanti: per il futuro dei bambini.

Ma il tema della sostenibilità e dell’eticità della moda, così come quello del riuso e della circolarità dell’economia, è un tema caro da anni a Mani Tese, che svolge sul territorio attività dedicate grazie anche alle associazioni e cooperative locali che fanno parte della Federazione Mani Tese.

Oggi vogliamo parlarvi di loro e di alcuni specifici progetti dedicati al riuso e alla moda sostenibile.

Mani Tese Finale Emilia e il progetto Manigolde

Il gruppo Mani Tese Finale Emilia nasce nel 1996 ed è composto da circa 40 volontari e volontarie di tutte le età. Fra le attività svolte dall’associazione c’è la gestione del mercatino dell’usato (aperto mercoledì e sabato dalle 15.30 alle 18.30) che si trova in una struttura costruita dai volontari in via per Camposanto 7/A, nella periferia di Finale Emilia.

Al mercatino è possibile portare qualsiasi cosa a cui si voglia dare una seconda vita e ogni settimana arrivano tantissime donazioni. Fra le varie tipologie di beni, i capi di abbigliamento sono certamente la categoria più gettonata e negli ultimi anni le donazioni di vestiti sono raddoppiate.

Purtroppo non è possibile rivendere tutto al mercatino, quindi la domanda è sorta spontanea: “cosa ne facciamo di stoffe, jeans, tessuti e accessori invenduti?”. Il quesito è stato posto anche su Facebook e inaspettatamente sono arrivate tantissime risposte e proposte.

È da qui che nasce il progetto Manigolde.

Manigolde è una sartoria sociale con un duplice obiettivo: da una parte, recuperare gli indumenti di scarto e, dall’altra, recuperare le persone, inserendo in un contesto lavorativo uomini e donne con svantaggi socioeconomici (a oggi gli inserimenti sono stati due).

Tre sono le linee di moda che comunicano la filosofia del progetto:

  • Manigolde, composta da modelli nuovi realizzati con tessuti di scarto industriali;
  • RiMani, creata modificando i capi d’abbigliamento provenienti dalle donazioni al mercatino di Mani Tese Finale Emilia;
  • RiMani puro, che prevede la sanificazione di pezzi unici vintage.

 

Il progetto Manigolde è reso possibile dalla determinazione dei volontari e delle volontarie e dal sostegno di Mantovanibenne, Fondazione Cattolica Assicurazioni e Fondazione Cassa di Risparmio di Mirandola.

Manigolde, però, mira ad avere anche una sostenibilità economica data dalle vendite delle sue creazioni sartoriali… Per maggiori informazioni visitate i profili di Manigolde sui social (Facebook o Instagram) o scrivete a info.manigolde@gmail.com.

 

Mani Tese Faenza e il matrimonio con Garum

L’Associazione Mani Tese Faenza si è costituita nel 2011 e opera sul territorio faentino in stretta collaborazione con la Cooperativa Sociale Riciclaggio e Solidarietà, con cui condivide in particolare l’attività legata alla promozione del riuso e della cultura anti spreco.

Anche Mani Tese Faenza gestisce un mercatino dell’usato (aperto tutti i giovedì dalle 14:30 alle 18 e il primo sabato del mese dalle 10 alle 12.30), ma in questo articolo vi vogliamo parlare della collaborazione con Garum, altra associazione del faentino che recupera materiali tessili dagli scarti dei magazzini e li trasforma in nuovi capi dallo stile unico.

“Garum è un insieme di colori, di stoffe, di stili, di magia dove una camicia da uomo diventa la perfetta borsa da donna e dove la gonna da donna diventa il perfetto gilet da uomo. Una fusione di creatività, fantasia, passione e bravura che non ha limiti, confini, stereotipi e differenze. Dove non importa da dove vieni, ma importa solo dove puoi arrivare, dove un capo vecchio gettato può tornare a splendere.”

Cultura del riuso, rispetto delle diversità, rifiuto di qualsiasi forma di discriminazione: tante le cose in comune fra Garum e Mani Tese Faenza che sposano una i valori dell’altra e celebrano questo matrimonio con due sfilate annuali delle collezioni di abiti sartoriali di Garum. Il ricavato delle vendite viene poi interamente devoluto ai progetti di Mani Tese.

Per maggiori informazioni seguite il profilo Facebook di Mani Tese Faenza.

moda-sostenibile-e-riuso-garum-mani-tese-2020

 

La cooperativa FIERi e Mani Tese Sicilia

FIERi (Fabbrica Interculturale Ecosostenibile del Riuso) nasce come progetto condiviso da varie realtà siciliane, fra cui Mani Tese Sicilia, attorno alle tematiche della riduzione dei rifiuti, del riuso, del riciclo e del recupero dei materiali considerati di scarto.

La finalità della cooperativa è, da un lato, creare opportunità lavorative per migranti e giovani disoccupati in condizioni di marginalità sociale, dall’altro, sviluppare un’economia circolare in grado di reintegrare nella vita quotidiana le risorse e le persone.

FIERi è specializzata nella creazione di abiti, accessori e arredi per interno ed esterno. Le creazioni, i modelli e i prototipi di FIERi hanno una storia che deriva dal fatto che si tratta di oggetti che hanno già avuto una vita e dietro ognuno di essi c’è la storia di una o più persone che lo hanno pensato.

In quest’ultimo anno si è cercato di sistematizzare il recupero dei materiali collaborando con il mercatino della Cooperativa Sociale Ri-Mani (nata da Mani Tese Sicilia) e riuscendo così a creare nuovi prodotti solo con materiali di riuso. Legna, mobili, stoffe, bottoni, cerniere, fili e tanto altro vengono trasformati e valorizzati come risorse e questo permette a FIERi di creare prodotti unici e di qualità.

Purtroppo la cooperativa in questi anni ha subito due furti che l’hanno obbligata a ricominciare quasi da zero, ma le donne della cooperativa sono scese in campo e con dolcezza, caparbietà e forza hanno rimesso in piedi FIERi raccogliendo donazioni, portando stoffe e ben tre macchine da cucire.

Oggi FIERi propone una linea di mascherine ecosostenibili, sacchetti per la spesa e sportine, accessori, borse, zaini, arredi per la casa, tutto realizzato con materiali che per l’80% arrivano dalla Cooperativa Ri-Mani. Da qualche settimana è presente anche un angolo presso il mercatino, dove si mostra ciò che si può fare semplicemente osservando gli oggetti e le stoffe…da un altro punto di vista!

Per maggiori informazioni: www.fieri.info o www.facebook.com/fieri.fabbrica.interculturale

 

Il progetto Cambia MODA: link utili

Il progetto “Cambia MODA! – Dalla fast fashion a una filiera tessile trasparente e sostenibile” è realizzato grazie al contributo dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo. Se vuoi saperne di più clicca qui: https://manitese.it/progetto/cambia-moda

E iscriviti alla comunità Cambia MODA! per chiedere una moda più sostenibile, etica e trasparente: https://www.cambiamoda.it/

PRESENTATO IL LIBRO DI RICETTE “SABORES DA ZAMBÉZIA”

Nell’ambito del progetto “Quelimane agricola”, in Mozambico abbiamo realizzato un libro di ricette destinato alla comunità locale per valorizzare i prodotti agroecologici della Zambézia.

Giovedì 10 settembre, presso l’Universidade Licungo di Quelimane e alla presenza di rappresentanti del Governo, organizzazioni della società civile, partner di progetto – come l’ONG ICEI – e proprietari di hotel e bar, è stato presentato il libro di ricette “Sabores da Zambézia”, ovvero Sapori della Zambézia.

Un progetto nato in loco, e realizzato in collaborazione con gli operatori di Mani Tese in Italia, con l’obiettivo di promuovere i prodotti agroecologici della Zambézia e raccontarne la loro storia, dalla terra alla tavola.

Ascensão Chauchane, funzionario del Comune di Quelimane che segue le attività del progetto Quelimane Agrícola, ha dichiarato che il libro di ricette sarà un’eredità per le generazioni future e Brígida de Oliveira Singo, Vice Rettrice dell’Universidade Licungo, ha rinnovato la disponibilità a collaborare con Mani Tese nella speranza che vengano avviati nuovi progetti.

Dopo essere stato presentato, adesso il libro è disponibile anche online qui: https://manitese.it/wp-content/uploads/2020/09/libro-ricette-sabores-da-zambezia-mozambico-doppia-mani-tese-2020.pdf

PACCHI ALIMENTARI PER I BAMBINI DEL TAMIL NADU

In India l’emergenza sanitaria si somma all’emergenza alimentare, per questo stiamo distribuendo cibo ai bambini poveri del Tamil Nadu.

Continua il sostegno di Mani Tese alle comunità del Tamil Nadu, uno degli stati più colpiti dall’emergenza coronavirus in India, dove da anni lottiamo contro le schiavitù moderne e il lavoro minorile.

Dopo la distribuzione di cibo ai lavoratori rimasti disoccupati, avvenuta nei mesi scorsi, in questa fase i principali beneficiari dei nostri aiuti sono i bambini, che vengono pesati, misurati e a cui vengono distribuiti pacchi alimentari nutrienti, ricchi di proteine e carboidrati.

L’impegno di Mani Tese in Tamil Nadu non si arresta, ma senza il vostro aiuto non potremmo mai continuare. Grazie quindi a tutti i sostenitori, al nostro partner SAVE e a tutti coloro che ci vorranno aiutare anche in futuro.

Se vuoi effettuare anche tu una donazione per il Tamil Nadu, clicca qui: https://manitese.it/progetto/dona-ora

Qui di seguito alcune foto della distribuzione dei pacchi alimentari:

ONLINE LA LIBRERIA MULTIMEDIALE PER L’EDUCAZIONE ALLA CITTADINANZA GLOBALE

La nostra cassetta degli attrezzi per l’Educazione alla Cittadinanza Globale pensata per docenti, formatori, studenti e studentesse.

La scuola finalmente riparte e per farlo alla grande ha bisogno delle migliori competenze ed energie di docenti, esperti, formatori, educatori, genitori e ovviamente studenti e studentesse.

Per questa ripartenza del tutto particolare abbiamo pensato di condividere online alcuni dei nostri migliori strumenti e contenuti per fare Educazione alla Cittadinanza Globale ed Educazione Civica.

Si tratta di una vera e propria libreria didattica multimediale, realizzata dai formatori di Mani Tese, e messa a disposizione per tutti, pensata soprattutto per i docenti, per i formatori e per gli studenti e le studentesse.

La libreria presenta, in modo semplice e comparabile, decine di strumenti e risorse indispensabili per poter lavorare con gruppi di giovani (e meno giovani!) sulle sfide del XXI secolo e per aiutarli a sviluppare le competenze di cittadinanza globale.

Navigando al suo interno troverete il materiale catalogato per categorie: ice-breakers per riscaldare l’ambiente all’inizio di un percorso; giochi cooperativi e giochi di ruolo per ribaltare la prospettiva sui problemi contemporanei; approfondimenti mirati; metodi di facilitazione; contenuti video prodotti da Mani Tese e due kit didattici multimediali, comprensivi di Linee Guida per docenti e formatori, utilissimi sia come supporto nelle classi che per la didattica a distanza. La navigazione è facilitata dalla possibilità di ricerca anche per tematiche e fasce d’età verso le quali sono rivolte le singole proposte.

La nostra Library funziona come una cassetta degli attrezzi virtuale che si focalizza su alcune tematiche chiave per sviluppare unità didattiche transdisciplinari e poter lavorare con ragazzi/e sui 17 Obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU. Vogliamo preparare il terreno per far germogliare le competenze di cittadinanza.

Da anni il nostro obiettivo è quello di aiutare i giovani a maturare competenze per affrontare le sfide del XXI secolo e, quindi, per trasformare – nella direzione dell’Agenda 2030 – il nostro stile di vita e le nostre comunità per un futuro più sostenibile e più giusto.

Non ci accontentiamo di denunciare i problemi contemporanei, non basta più identificarne le cause, dobbiamo costruire insieme nuove strade fondate sul rispetto dei diritti umani e dei limiti ecologici del nostro Pianeta Terra. L’anello centrale di questa trasformazione è la formazione: da qui possiamo ripartire per abbandonare il mito della crescita infinita su un Pianeta dalle risorse limitate; da qui dobbiamo ripartire per contrastare la disuguaglianza economica, che permette all’1% più ricco del mondo di detenere più ricchezza di 6,9 miliardi di persone messe insieme. Da qui, in sostanza, vogliamo ripartire nelle prime settimane di scuola per non lasciare indietro nessuno.

L’iniziativa rientra nell’ambito del progetto “Cambia MODA! – Dalla fast fashion a una filiera tessile trasparente e sostenibile”, realizzato grazie al contributo dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo.

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SUN RAE, STORIA DI UNA BAMBINA VITTIMA DI ABUSI IN CAMBOGIA

Sun Rae, ospite del centro di accoglienza di Damnok Toek, ha avuto un’infanzia difficile, ma ora è rinata e vuole diventare una cantante.

Sun Rae* ha 13 anni ed è nata a Poipet, una città nel nord-ovest della Cambogia, al confine con la Thailandia. Quando ancora era piccola, i suoi genitori si separarono, il padre sposò un’altra donna e poi si trasferì a Phnom Penh, perdendo i contatti con la famiglia.

La madre di Sun Rae era povera, non possedeva una casa, né poteva permettersi di affittare una stanza. Così, in seguito alla partenza del padre, Sun Rae e la madre camminavano ogni giorno per le strade facendo l’elemosina per potersi comprare qualcosa da mangiare. Di notte poi, cercavano un riparo o un giardino pubblico dove dormire fino al giorno successivo, quando avrebbero ripreso a chiedere l’elemosina fino a notte fonda.

Come se non bastasse, la madre di Sun Rae aveva problemi con l’alcol e quando beveva diventava nervosa e mandava Sun Rae a mendicare da sola. Un giorno, però, le autorità locali trovarono Sun Rae per strada e, dopo aver compreso che non aveva cibo né riparo, la indirizzarono al centro di accoglienza di Damnok Toek dove venne intervistata dal personale e dai membri del Dipartimento degli affari sociali.

Nel centro di accoglienza, lo staff di Damnok Toek scoprì che era malnutrita e senza forze. Aveva difficoltà nel ricordare gli episodi passati e aveva paura di parlare. Sun Rae era tranquilla e timida con gli altri bambini del centro e continuava a chiedere di tornare da sua madre, ma gli assistenti sociali di Damnok Toek non riuscirono a trovarla, anche perché neanche la bambina sapeva dove potesse essere.

Dopo essere rimasta nel centro per un po’, Sun Rae un giorno raccontò a uno dei membri dello staff di un fatto che le successe mentre era sola a chiedere l’elemosina. Disse di aver subito molestie sessuali da parte di un uomo: aveva paura di lui ed era troppo spaventata per allertare le autorità. Il coordinatore di Damnok Toek, appreso dell’accaduto, denunciò immediatamente l’episodio alla polizia, ma purtroppo non riuscirono mai a trovare l’uomo che abusò della piccola.

Sun Rae adesso sta bene e il centro di Damnok Toek le offre un posto sicuro dove vivere, tre pasti al giorno, cure mediche, controlli sanitari e istruzione. Grazie alle lezioni, abbiamo appreso che Sun Rae è una brava studentessa: sa leggere e scrivere, disegna e si diverte con diverse attività. Ama anche cantare e ballare pezzi tradizionali Khmer (il gruppo etnico più popoloso in Cambogia).

“Vorrei ringraziare Damnok Toek che mi ha salvato e mi ha fornito molte opportunità per imparare – dice Sun Rae – Ora sono forte e coraggiosa dopo aver vissuto qui. In futuro voglio essere una cantante pop. Il mio grande sogno è quello di tornare a vivere con mia madre e prendermi cura di lei.”

Il centro di accoglienza di Damnok Toek è supportato da Mani Tese attraverso il progetto “Bambini al sicuro in Cambogia” che vuole accogliere e riabilitare i bambini e le bambine vittime di trafficking e abusi. Scopri di più sul progetto e fai una donazione se vuoi aiutare anche tu i bambini e le bambine della Cambogia: https://manitese.it/progetto/cambogia-centro-accoglienza-bambini-vittime-trafficking-rischio-abusi

*Nome di fantasia per proteggere la privacy del minore.

Qui di seguito alcune foto dal centro di accoglienza di Damnok Toek:

Danza tradizionale Khmer
Un po’ di ginnastica
Attività nell’orto
Attività di sensibilizzazione sul Covid-19
Gli operatori Damnok Toek insegnano a lavarsi bene le mani

Didattica a distanza: un moltiplicatore di disuguaglianza

Secondo un’indagine della Global Campaign for Education Italia in collaborazione con AstraRicerche, la Didattica a Distanza ha aumentato le differenze fra gli studenti.

La Didattica a Distanza ha accentuato le differenze tra gli studenti e il 60% delle ragazze e dei ragazzi è rimasto indietro con compiti e lezioni.

È quanto emerge dall’indagine realizzata dalla Global Campaign for Education Italia (di cui Mani Tese fa parte), in collaborazione con AstraRicerche e basata su interviste a oltre 2.800 insegnanti in tutta Italia che hanno raccontato le difficoltà quotidiane degli studenti durante il lockdown fra disagio in famiglia, difficoltà di connessione e la fatica di mantenere la concentrazione davanti a uno schermo.

Secondo l’80% di loro, più della metà degli studenti è rimasta indietro nel percorso di studi e il motivo principale sarebbe la presenza di situazioni di disagio in famiglia, come ad esempio la mancanza di spazi dove studiare o seguire le lezioni e tensioni in famiglia.

“I risultati dell’indagine ci aiutano a capire quanto il periodo di lockdown abbia inciso sull’aumento della povertà educativa in Italia – afferma Giacomo Petitti, Responsabile Educazione e Formazione di Mani Tese – Più dell’80% degli insegnanti dichiara che con le scuole chiuse le differenze tra gli alunni si sono accentuate e chi aveva meno possibilità di seguire le lezioni a distanza è rimasto indietro.”

“I prossimi mesi – continua Petitti – saranno decisivi per cercare di ridurre la distanza tra gli studenti che hanno una situazione familiare agiata, una connessione stabile e un device a propria disposizione, e quelli che non sono in condizione di godere appieno da casa del diritto allo studio. È su di loro che occorre concentrare gli sforzi.”

“Mani Tese, con il proprio programma di contrasto alle povertà educative attivo in cinque regioni italiane, è accanto ai minori, agli insegnanti e ai genitori con progetti concreti, attraverso i quali faremo del nostro meglio per ridurre il gap e assicurare a tutte le bambine e i bambini le stesse possibilità di ricevere un’istruzione adeguata. ”

Qui puoi leggere il comunicato stampa della Global Campaign for Education Italia: https://www.gceitalia.org/post/indagine-gce-astraricerche

Qualche info sulla Global Campaign for Education Italia

La Global Campaign for Education Italia nasce l’11 dicembre 2008, quando un gruppo di organizzazioni che aderiscono alla campagna a livello internazionale e sono presenti in Italia lanciano la Coalizione italiana che si impegna a coinvolgere altre organizzazioni interessate e con competenza sul tema educazione, nonché partner strategici per sviluppare le attività della campagna. Aderiscono alla Coalizione italiana della Campagna Globale per l’Educazione (CGE): ARCS – Children in Crisis – CBM Italia – CIFA Onlus – Cisl Scuola – ICEI – Magis – Mais Ong – Mani Tese – Oxfam Italia – Plan International – PRO.DO.C.S. – RE.TE.Ong – Save the Children Italia Onlus – Sightsavers International Italia – VIS – WeWorld.

GUATEMALA, IL CORONAVIRUS NON FERMA LA DISTRIBUZIONE DI CIBO

In Guatemala, dove l’emergenza sanitaria si aggiunge all’emergenza alimentare, grazie a una donazione di Mani Tese Firenze è stato possibile consegnare cibo alle famiglie più in difficoltà.

Mani Tese è attiva in Guatemala col progetto “Lotta alla denutrizione nel dipartimento di Chiquimula” per combattere la fame e migliorare le condizioni igienico-sanitarie delle comunità.

Purtroppo in questi mesi, con l’arrivo del Coronavirus, la situazione già critica della popolazione è ulteriormente peggiorata: da una parte, infatti, si è manifestata un’emergenza sanitaria che non ha risparmiato neanche il Guatemala ( 41.135 casi Covid e 1.573 morti al 23 luglio secondo l’OMS), dall’altra il blocco delle attività lavorative ha fatto aumentare la fame e la povertà.

Non si sono fermati, però, gli sforzi per supportare le famiglie della zona e, grazie a una donazione di Mani Tese Firenze dedicata all’emergenza Coronavirus, è stato consegnato cibo a 166 famiglie della comunità di Guayabillas nel municipio di Jocotán, dipartimento di Chiquimula.

L’intervento fa seguito a un’altra attività avvenuta nel mese di maggio e dedicata alla prevenzione del Coronavirus e al miglioramento della produzione agricola.

Nelle foto potete vedere i momenti della distribuzione del cibo.

 

Qui di seguito un video dell’attività con un’intervista a Carlos Arriola, direttore del Dispensario Bethania a Jocotán (Asociación Santiago Jocotán)

 

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LE CONSEGUENZE DEL COVID-19 A POIPET IN CAMBOGIA

La chiusura della frontiera con la Thailandia sta provocando una grave crisi economica che ha messo molte famiglie sul lastrico: il nostro partner Damnok Toek continua però a sostenere i più vulnerabili.

Poipet è una città che si trova nell’area nord-ovest della Cambogia, al confine con la Thailandia. Grazie al commercio transfrontaliero e a recenti investimenti cinesi, la città offre oggi molte opportunità economiche e negli ultimi anni hanno aperto fabbriche, casinò, bar e nello specifico molti bar karaoke, noti purtroppo come luoghi di prostituzione.

Molte famiglie cambogiane si trasferiscono a Poipet da tutto il Paese, nella speranza di migliorare la loro condizione economica e dare un futuro migliore ai propri figli. Purtroppo, essendo poco istruiti e poco qualificati, i membri di queste famiglie e in particolare i bambini sono fra i soggetti più a rischio di sfruttamento. Se i bambini finiscono spesso nella spirale del trafficking, i genitori vengono invece sfruttati per lavori umili pagati in media 3 dollari al giorno, una somma ovviamente non sufficiente per sopravvivere.

In questo contesto già critico, la pandemia di Covid-19 ha ulteriormente aggravato la situazione e la chiusura del confine Cambogia-Thailandia ha interrotto quel flusso di turisti che garantiva buoni affari a bar, ristoranti, casinò e ad altre imprese locali. Molte attività sono state costrette alla chiusura e le fabbriche hanno visto calare gli ordini con la conseguenza che molti lavoratori sono stati lasciati a casa.

Questo scenario ha d’altra parte offerto nuove opportunità ai trafficanti illegali che riescono comunque a far passare merci e persone oltre il confine, usando un ponte lontano dal valico di frontiera principale. Per molte persone questa è purtroppo l’unica possibilità per trovare lavoro e aiutare le proprie famiglie. In Thailandia, però, le leggi sull’immigrazione illegale sono severe, in particolare in questo momento, e molti cambogiani vengono arrestati durante o poco dopo il tentativo di sconfinamento.

Il sindaco di Poipet il 26 maggio ha dichiarato: “La popolazione della città si è ridotta del 40% dall’inizio del 2020 a causa della pandemia di Covid-19 e della chiusura di molte imprese che ha comportato il rinvio di gran parte della produzione e l’annullamento di molti contratti di lavoro. Inoltre negli ultimi mesi per le strade della città sono aumentati i bambini che chiedono l’elemosina, sono aumentati i furti, le irruzioni nelle case, il gioco d’azzardo e le attraversate illegali verso la Thailandia in cerca di lavoro. Circa il 45% delle famiglie sta lottando poi per sostenere i costi della vita quotidiana che sono aumentati anche a causa dell’inflazione”.

Mani Tese a Poipet da diversi anni supporta l’associazione Damnok Toek che accoglie nel suo centro i bambini e le bambine vittime di trafficking e abusi, per riabilitarli e reintegrarli nelle loro famiglie. Anche in questo periodo complicato le attività sono proseguite, ovviamente adottando le adeguate misure di sicurezza per staff e beneficiari di cui abbiamo parlato in questo articolo. Ora però gli operatori di Damnok Toek hanno notato sempre più bambini vivere in strada e intere famiglie nelle discariche e così sono aumentati gli sforzi in favore di questi soggetti più deboli e più vulnerabili.

I bambini del centro di accoglienza e del centro di assistenza hanno accesso all’e-learning per continuare con le lezioni e l’ufficio dell’impiego continua a supportare i giovani che sono alla ricerca di un lavoro. L’ufficio, purtroppo, in questo periodo è inondato di chiamate di chi chiede assistenza perché ancora non ha un impiego e gli operatori di Damnok Toek hanno scoperto che molti di quelli che hanno perso il lavoro sono tornati nelle loro province di origine. Altri invece sono stati costretti a vendere il proprio telefono cellulare o altri oggetti per acquistare beni di prima necessità.

Il centro di accoglienza non è accessibile a pieno regime, ma piccoli gruppi di bambini a turno possono entrare per giocare, studiare, lavarsi e ricevere un pasto nutriente. Questa struttura è essenziale che resti attiva durante la pandemia in quanto si rivolge ai bambini che vivono in strada o che lavorano in strada.

Gli insegnanti del nostro programma di educazione non formale (NFE) e il personale del centro di accoglienza stanno facendo regolarmente visite a domicilio agli studenti e distribuendo o raccogliendo i compiti. Al contempo stanno distribuendo pacchi alimentari alle famiglie più bisognose che hanno espresso la massima riconoscenza per l’aiuto ricevuto in questo momento di grande difficoltà.

Il nostro gruppo di sensibilizzazione a Poipet sta poi continuando a condurre visite familiari per informare i bambini e le loro famiglie sulle misure di prevenzione del Covid-19. Anche in questo caso l’attività si affianca a un’opera di distribuzione di cibo che ha come destinatari i bambini che vivono in strada (in molti casi si tratta degli stessi bambini che visitano il centro di accoglienza per lavarsi o per ricevere un pasto).

Un’altra modalità di sensibilizzazione della comunità sul tema del Covid-19 è stata la diffusione di messaggi tramite altoparlanti e materiali cartacei che sono stati distribuiti usando i tradizionali tuk tuk come mezzo di trasporto. I nostri agenti ChildSafe – che sono venditori, conducenti di tuk tuk, conducenti di motodup e altri membri della comunità – sono stati opportunamente formati per spiegare alla popolazione di Poipet  le norme di sicurezza per prevenire la diffusione del Covid-19.

Secondo l’associazione Damnok Toek, se il confine tra Thailandia e Cambogia rimarrà chiuso, sempre più famiglie si troveranno nella situazione di dover chiedere aiuto per sopravvivere, perché attualmente le fonti di reddito sono pochissime. Prima della pandemia molte persone trovavano lavoro come conducenti di motodup, operai di fabbrica, lavorando nei casinò oppure migrando in Thailandia dove ci sono opportunità nella pesca, nel trasporto merci o nell’industria tessile. Ora però le opzioni sono molto più limitate e le famiglie non sanno più come dar da mangiare ai propri figli.

Qui di seguito alcune foto delle attività di sensibilizzazione realizzate da Damnok Toek.

Sensibilizzazione dei bambini di strada
Le lezioni al centro di accoglienza proseguono
L’igienizzazione delle mani durante una lezione
La distribuzione dei compiti
Sensibilizzazione dei genitori
Sensibilizzazione degli agenti ChildSafe
La distribuzione di cibo
Una visita medica al centro di accoglienza

Scopri di più sul progetto “Bambini al sicuro in Cambogia” e fai una donazione se vuoi supportare anche tu il centro di accoglienza di Damnok Toek: https://manitese.it/progetto/cambogia-centro-accoglienza-bambini-vittime-trafficking-rischio-abusi

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