Anche Mani
Tese ha partecipato il 23 e 24 giugno a Roma a CO[OPERA], la 2° conferenza nazionale
della Cooperazione allo sviluppo organizzata dal Ministero degli Affari Esteri e della
Cooperazione Internazionale e dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo.
Il Presidente della repubblica Sergio Mattarella
ha aperto l’incontro con parole molto incoraggianti sul fondamentale ruolo che
gioca la cooperazione allo sviluppo nell’ambito della politica estera dell’Italia.
I partecipanti si sono poi confrontati per i successivi due giorni approfondendo
le 5 P degli obiettivi di sviluppo
sostenibile: Pace, Persone, Prosperità, Pianeta e Partenariati.
Ancora troppo poche le risorse per l’aiuto allo sviluppo
Dal confronto
sono emerse molte tematiche e riflessioni sul futuro della cooperazione allo
sviluppo e di quella italiana in particolare. Molti interventi hanno ripreso il
tema delle risorse messe a disposizione per la cooperazione in Italia. Il ministro Luigi Di Maio ha affermato
che nel 2020 si è raggiunto lo 0,28% del
rapporto tra aiuto pubblico allo sviluppo e reddito nazionale lordo. Seppur
in leggero aumento rispetto agli anni precedenti, è un dato molto lontano dall’obiettivo dello 0,70% che si sono
posti i Paesi donatori entro il 2030. In molti, in particolare rappresentanti
della società civile, hanno infatti rimarcato che questa cifra non aumenta come l’Italia si è impegnata a fare,
mentre aumentano, invece, le spese militari, dove si è molto più ligi nel
rispettare gli impegni sottoscritti a livello internazionale.
Le reti delle
Organizzazioni non governative, a questo proposito, hanno lanciato nei mesi
scorsi la Campagna070, presentata alla
conferenza da Ivana Borsotto, Presidente di FOCSIV, nella sessione di apertura.
La Vice Ministra Marina Sereni ha inoltre dichiarato che le risorse impiegate per le crisi acute e
per le emergenze, come è il caso ad esempio dell’Ucraina, non devono sottrarre i fondi a disposizione
per il sostegno ai programmi e progetti di sviluppo, dove si accompagnano le
comunità nella costruzione e realizzazione di percorsi per uscire dalla povertà
nel medio-lungo periodo. Ambito, questo,
che deve restare prioritario per la cooperazione allo sviluppo.
Africa e Medio Oriente le priorità della cooperazione
Per quel che riguarda la geografia degli interventi è emerso chiaramente dai due giorni di incontro che è l’Africa oggi e nell’immediato futuro il continente dove concentrare maggior impegno e risorse, insieme al Medio Oriente, sia per i bisogni presenti in quei territori sia per un interesse geopolitico dell’Italia.
Ibrahima Coulibaly e la voce dei contadini africani
Si è, inoltre, molto parlato della qualità della cooperazione e di quale cooperazione che deve sempre andare in sintonia con la quantità delle risorse messe a disposizione. Da questo punto di vista Mani Tese, con altre ONG unite in una coalizione per la transizione agroecologica in Africa Occidentale, ha favorito la presenza al convengo di Ibrahima Coulibaly, Presidente delROPPA (Rete delle organizzazioni contadine dei Paesi dell’Africa occidentale) arrivato direttamente dal Malì per l’evento.
Il suo
intervento è stato particolarmente interessante e molto applaudito. Coulibaly ha sottolineato la necessità di
ascoltare i contadini africani, di non proporre o imporre soluzioni
dall’esterno, e di
favorire la riscoperta di sementi e modalità di coltivare la terra della
tradizione agricola dei diversi Paesi.
Secondo Coulibaly
la crisi alimentare odierna in Africa occidentale non è tanto causata dal grano,
perché il pane viene consumato solo nelle città, ma dai prezzi dei
fertilizzanti chimici in vorticoso aumento, che rappresentano un costo insostenibile
per i piccoli produttori. Per Coulibaly
quella che abbiamo davanti è un’importante occasione di cambiamento a tutti i
livelli: l’agroecologia – che, come ha ricordato, non è solo un insieme di
tecniche, ma un approccio globale alle sfide di oggi che si basa su input
naturali in ambito agricolo – deve diventare
sempre più il riferimento per i piccoli produttori, per i governi locali, per i
finanziatori e per tutti coloro che agiscono nell’ambito della cooperazione
internazionale.
Più priorità alla cooperazione nella politica
Molto positiva e importante è stata la presenza alla
conferenza di ben 5 ministri (oltre al già citato Di Maio, anche Cingolani, Lamorgese,
Franco e Speranza), del Presidente della commissione esteri della camera
Fassino oltre che della Vice Ministra alla cooperazione Sereni. Ora, però, è necessario tradurre in atti
concreti le idee e le proposte emerse dai diversi dibattiti e che queste diventino
temi prioritari nelle agende della politica.
Alle organizzazioni
della società civile spetta il compito, altrettanto importante, di vigilare
sulla politica affinché essa faccia seguire con i fatti ciò che è stato
dichiarato nel corso del convegno.