Aiutaci a mantenere attivi gli unici due centri di accoglienza per le donne vittime di violenza di genere in Guinea Bissau.
In Guinea-Bissau, un piccolo Paese dellโAfrica Occidentale con un altissimo indice di povertร , la disuguaglianza e la violenza di genere sono a livelli allarmanti.
Moltissime donne hanno subito o subiscono violenza. Il 67% delle donne intervistate ha dichiarato di essere stata vittima di almeno un tipo di violenza. In particolare, delle 978 donne intervistate che hanno o hanno avuto un partner, ben 613 hanno affermato di aver subito violenza da questโultimo.
Pochissime sono le donne che denunciano gli atti di violenza. Il 68% non ha raccontato a nessuno lโaccaduto e solo lo 0,5% lo ha riferito a un medico.
Tantissime ragazze sono inoltre costrette a matrimoni forzati e precoci. Su 871 donne che hanno risposto a domanda diretta, lโ81,1% ha dichiarato che il loro matrimonio รจ stato deciso dalla famiglia del marito.
Piรน della metร delle donne (il 52%) ha subito mutilazione genitale femminile. Si tratta, soprattutto, di bambine tra gli 0 e i 14 anni (30%). In uno studio realizzato nel 2021 nel quadro del progetto promosso da Mani Tese NO NA CUIDA DE NO VIDA, MINDJER!, ben il 60% delle donne intervistate ha confessato di aver subito questa pratica.
Queste donne non hanno nessuno su cui contare, se non il personale degli unici due centri di accoglienza per vittime di violenza di genere presenti in tutto il Paese, che sono sostenuti da Mani Tese: il centro di Bissau e quello, piรน recente, di Sรฃo Domingos.
LA CAMPAGNA DEL 25 NOVEMBRE
I due centri di accoglienza per vittime di violenza di genere in Guinea-Bissau rappresentano, a oggi, lโunica speranza di sopravvivenza per tantissime donne in difficoltร : ragazzine fuggite da matrimoni forzati con uomini molto piรน grandi di loro, donne abusate dai propri compagni o dai famigliari, giovani mamme abbandonate…
Mani Tese, da anni, sta facendo tutto il possibile per mantenere i centri aperti, ma le necessitร sono tante. per questo, in occasione della Giornata Internazionale per lโEliminazione della Violenza Contro le Donne (25 novembre), abbiamo deciso di lanciare una campagna per supportare i centri per le vittime di violenza di genere e aiutarli a essere sempre piรน autosufficienti.
Di cosa abbiamo bisogno:
Kit igienico-sanitari: servono medicine e prodotti con cui assicurare il benessere fisico delle donne vittime di violenza.
Corsi di formazione: i corsi di formazione in sartoria fornisco alle donne lโopportunitร di imparare un mestiere e di rendersi economicamente indipendenti.
Un orto sostenibile con cui produrre cibo per le ospiti e per la vendita cosรฌ da garantire sempre di piรน lโautosufficienza del centro.
Per il 25 novembre, chiediamo un aiuto per mantenere attivi i centri di accoglienza per le donne che hanno subรฌto violenza con un dono solidale che aiuti tante di loro ad avere un futuro migliore.
IL NOSTRO PROGETTO IN GUINEA-BISSAU
Le nostre attivitร rientrano nel progetto โNO TENE DIRITU A UM VIDA SEM VIOLรNCIAโ โ Rafforzamento dei meccanismi di protezione delle vittime di gbv e promozione dei diritti delle donne in Guinea-Bissauโ cofinanziato dallโUnione Europea e promosso da Mani Tese in partenariato con FEC โ Fรฉ e Cooperaรงรฃo, ENGIM โ Fondazione Ente Nazionale Giuseppini Murialdo, AMIC โ Associaรงรฃo dos Amigos da Crianรงa.
Al via il progetto “Corpi civili in Mozambico”
Due volontarie a Quelimane nella sede di Mani Tese saranno impegnate nella prevenzione e nella gestione dellโemergenza ambientale.
Mani Tese ha recentemente aperto due posizioni per ilย progetto dei Corpi Civili di Paceย nella sua Sede in Mozambico, in particolare nella cittร di Quelimane, ed Elisa Bianchini e Silvia Martinez saranno le due volontarie che, grazie al progetto IN DIFESA DELLA MADRE TERRA, a breve si recheranno nel Paese.
Lโobiettivo generale del progetto di Mani Tese dei Corpi Civili di Pace proposto da Mani Tese in Mozambico รจ quello di prevenire e gestire gli effetti dellโemergenza ambientale sulla natura e sulle condizioni di vita della popolazione rurale.
Lโiniziativa รจ realizzata con il partenariato di Uniรฃo Provincial Dos Camponeses Da Zambรฉzia โ UPC-Z, unโorganizzazione che ha come obiettivo principale quello di organizzare le realtร associative dei contadini nei distretti della Provincia della Zambรฉzia per rappresentarle a livello regionale e sostenerle nella produzione e commercializzazione.
Ma conosciamo meglio le nostre due volontarie direttamente dalle loro parole:
โCiao! Mi chiamo Elisa Bianchini, sono specializzata in sviluppo globale ed ho un particolare interesse per la tutela dellยด ambiente e sicurezza alimentare. Le mie esperienze lavorative precedenti includono un coinvolgimento con rifugiati e popolazioni indigene, e lavoro sul campo in Cambogia e Thailandia. Credo che al centro di un mondo migliore risieda il concetto di sostenibilitร , ambientale, sociale ed economica. Credo nellโazione collettiva, incentrata sulle persone, che parta dal locale fino al globale.โ
โCiao a tutt*! Mi chiamo Silvia Martinez, sono nata a Cagliari e sarรฒ volontaria dei corpi civili di pace in Mozambico per il progetto โIn difesa della Madre Terraโ con Mani Tese.
Sono specializzata in Scienze biomolecolari e dellโevoluzione e spero nel mio piccolo di poter contribuire alla diffusione di pratiche di sostenibilitร e alla conservazione della natura nellโarea di Quelimaneโ
Non possiamo non pensare che anche questa รจ la nostra risposta a un mondo che sempre di piรน sembra nutrirsi di guerra, violenza e distruzione.
Buon viaggio e buone scelte di Pace, ragazze!
Sta per concludersi il progetto “Mettiamo le ali allo sviluppo”
Grazie allo sviluppo della filiera avicola, in Guinea-Bissau oltre 70 famiglie hanno un reddito sicuro e mandano i propri figli a scuola.
Mancano ormai pochi mesi al termine dellโambizioso progetto โMettiamo le ali allo sviluppoโ,ย finanziato dallโUnione Europea a partire da gennaio 2019, che vede Mani Tese come capofila.
Il progetto – anche chiamato Ianda Guinรฉ! Galinhas, essendo parte di Ianda Guinรฉ, programma di sviluppo lanciato per il Paese nel 2019 dallโUnione Europea –ย si propone di sviluppare una filiera avicola in Guinea-Bissau.
Questo progetto ha dovuto affrontare molte sfide, legate non solo alle difficoltร intrinseche del Paese ma anche a livello internazionale, a cominciare dalla pandemia, proseguendo attraverso una crisi economica mondiale causata della guerra in Ucraina. Tuttavia, in questi anni รจ riuscito a dare i suoi frutti. A oggi, infatti, piรน di 40 famiglie allevano galline ovaiole e si sostentano con la vendita delle loro uova. Altre 30 famiglie si sono concentrate nellโallevamento di pulcini da vendere. In totale, quindi, circa 70 famiglie godono di unโentrata sicura, oltre a quella generata delle attivitร agricola.ย
Il fatto che una piccola parte della popolazione della Guinea-Bissau abbia riconosciuto che non si puรฒ basare lโeconomia famigliare solamente sulla raccolta della castagna di caju o sulla coltivazione di riso, mais e fagioli (attivitร che producono reddito, ma che purtroppo non rendono le famiglie indipendenti a livello economico, a causa della fragilitร del mercato), รจ una piccola grande rivoluzione.
La produzione di uova e di polli porta infatti buone entrate alle famiglie, tanto che in ognuna di esse, due o tre bambini o adolescenti riescono a frequentare in modo continuativo la scuola o un percorso di studi piรน avanzato, come un liceo a Bissau.
In questi ultimi mesi di progetto, il team di Mani si concentrerร sullโOrganizzazione della Fiera Agroecologica di Natale, che si terrร dal 15 al 22 dicembre 2023, insieme ai partner di progetto e altre organizzazioni che si occupano di agroecologia. Si tratta di una preziosa occasione per creare sinergie locali, mettendo in contatto produttori avicoli e produttori agricoli.ย
La Commissione per lโOrganizzazione della Fiera sarร composta da UPCA (unione produttori della filiera avicola della Guinea-Bissau), da Kabaz de Vida (associazione di donne contadine del quartiere Granja di Bissau) e da Asas de Socorro, ONG locale che si occupa di sviluppo rurale e nostro partner di progetto.
Durante la fiera sarร data ai beneficiari lโopportunitร di vendere i loro prodotti a prezzi fissi (quindi non trattabili come avviene nella maggior parte dei mercati del paese) e a volte anche piรน alti della media.
Il programma sarร anche fitto di djumbai, momenti dedicati al dialogo, per promuovere lo scambio tra le esperienze dei produttori, consentendo alle famiglie provenienti da varie zone del paese di confrontarsi e sulle sfide per il futuro sentendosi parte di un fronte comune che mira a far riconoscere lโattivitร avicola come base per il miglioramento delle condizioni di vita della Guinea-Bissau, non solo a livello economico, ma anche a livello di salute e di consumo dei prodotti locali.
Africa Occidentale e colpi di stato
Le sfide in atto nella zona a seguito del susseguirsi dei golpe.
Di Anna Fatima Pasqual e Giovanni Sartor โ Mani Tese
A partire dal 2020 la zona dellโAfrica che viene definita dalle Nazioni Unite Africa Occidentale e che comprende 16 Paesi[i] ha subito in 4 dei suoi stati membri (Malรฌ, Guinea, Burkina Faso ed infine il Niger) 6 colpi di stato, a cui se ne aggiungono altri due avvenuti in Paesi limitrofi quali il Ciad e il Gabon. Questi ultimi due Paesi hanno in comune con gli altri in cui รจ avvenuto il golpe lโessere delle ex colonie francesi e quindi in qualche modo appartenenti alla cosiddetta โFranรงafriqueโ.
Colpi di stato sono stati inoltre tentati senza successo, sempre a partire dal 2020, in Gambia e Guinea Bissau. A questa situazione si aggiunge uno scenario politico instabile in Senegal in vista delle elezioni presidenziali previste nel mese di febbraio 2024.
Il susseguirsi di colpi di Stato, molti dei quali tra lโaltro avvenuti da parte di alti ranghi dellโesercito che fino a un attimo prima erano stati tra i piรน fidati collaboratori dei presidenti deposti, farebbe pensare a una strategia comune e coordinata. Tuttavia gli esperti internazionali sono concordi nel rilevare che, se รจ vero che le motivazioni possono essere in parte comuni e si sia creata anche una sorta di spirito di emulazione, la situazione รจ diversa Paese per Paese ed รจ bene tenere in considerazione il contesto di ciascuna realtร .
Molti osservatori sono concordi nel ritenere che il motivo principale dei colpi di Stato e soprattutto del successivo consenso che hanno ricevuto in seno alla popolazione, sia legato a problematiche interne ovvero allโincapacitร dei Presidenti dei diversi Paesi e piรน in generale della classe politica di rispondere ai bisogni dei cittadini. Si tratta di bisogni che sono riconducibili alla mancanza di servizi di base quali sanitร e scuola, ma anche a un aumento dei costi dei prodotti alimentari e di conseguenza alla povertร .
A queste motivazioni si aggiungono le problematiche relative alla presenza di gruppi armati non statali di matrice jihadista, in particolare in Malรฌ, Niger e Burkina Faso, che controllano porzioni sempre piรน grandi dei territori dei rispettivi Paesi, senza che i governi pre-golpisti siano riusciti a dare risposte tali da limitare lโavanzata e il controllo di territori da parte di tali gruppi armati.
Storicamente lโesercito in Africa Occidentale รจ spesso stato percepito come il soggetto che รจ intervenuto a tutela degli interessi della nazione e dei suoi cittadini, quando essi sono stati minacciati da una classe politica che non era in grado di adempiere ai suoi compiti, corrotta e guidata da interessi esterni.
Nei giornali si รจ molto parlato anche di un sentimento antifrancese che indubbiamente esiste e lo abbiamo visto dalle manifestazioni nelle diverse capitali dei Paesi coinvolti e parlando con i nostri collaboratori e partner in Burkina Faso e Benin. Ci sembra perรฒ di poter dire che il problema non sia la Francia ed in particolare i suoi cittadini ma il fatto che le sue politiche neo-coloniali incentrate sulla difesa e promozione degli interessi francesi in Africa Occidentale (che รจ esattamente quello che fanno in realtร tutti i Paesi nello scacchiere africano), pur con le correzioni attuate attraverso lโAiuto pubblico allo Sviluppo e altre forme di finanziamento, non siano state in grado di portare benessere alla popolazione locale. Anzi, oggi la qualitร della vita, in particolare nei tre Paesi del Sahel (Malรฌ, Burkina Faso e Niger), รจ in peggioramento e la popolazione riconosce nella Francia la causa principale di questa situazione.
Siamo di fronte a una crisi della democrazia. In Africa dopo la colonizzazione e un periodo nel quale la maggior parte degli stati รจ stata governata dal partito unico dellโindipendenza, si sono aperte le porte negli anni โ90 al multipartitismo e alle elezioni. Oggi molte di queste democrazie hanno fallito e non sono state in grado di rispondere ai bisogni della popolazione.
Lโalternanza al potere รจ stata limitata anche da tentativi da parte del Presidente di turno al potere di modificare la costituzione per garantirsi piรน mandati rispetto ai due standard (solo per fare alcuni esempi: in Guinea e Gabon i colpi di stato sono avvenuti dopo lโelezione per un terzo mandato del presidente uscente. In Costa dโAvorio il Presidente Ouattara รจ riuscito a farsi rieleggere per un terzo mandato).
ร una democrazia delle รฉlites quella che molto spesso troviamo nei Paesi dellโAfrica Occidentale: intermediari dโaffari di potenze varie che rinunciano a fare politica e a difendere gli interessi di chi li ha eletti. ย I Paesi citatiย non si trovano ad affrontare identici problemi. Cโรจ piuttosto una convergenza di nodi irrisolti e unโinsofferenza crescente per i regimi che, sotto lโapparenza di elezioni democratiche, nascondono la difesa di interessi privatistici e tradiscono in modo piรน o meno sfacciato il patto sociale con i cittadini.
I golpe appaiono quindi come lโunico modo di provocare un cambiamento in questo nuovo ciclo storico, di assicurare una forma di alternanza al vertice dello stato e di accelerare la transizione generazionale.
La situazione รจ molto complessa e le forze in gioco come gli interessi sono molteplici. Mani Tese sta dalla parte della popolazione e delle comunitร e crede che stabilitร e sviluppo in questโarea del mondo non possano che passare dal loro protagonismo e attivismo.
Riceviamo segnali che i cambiamenti in atto stiano risvegliando e attivando forze endogene. Questo รจ sicuramente positivo se canalizzato in un interesse collettivo e centrato sui bisogni della popolazione senza ricadere su meccanismi geo-politici di sfere di influenza e di controllo di potenze straniere che schiaccerebbe ancora una volta la popolazione locale su interessi e dinamiche che poco avrebbero a che fare con il loro benessere.
Per questo, il primo tema prioritario รจ a nostro avviso, qualsiasi regime ci sia, la necessitร che vengano garantite le libertร individuali e collettive di espressione, incontro, riunione, stampa, il rispetto dei diritti umani in tutte le sue forme e la risposta ai bisogni essenziali per i cittadini.
ร ย fondamentale che la societร civile possa essere protagonista e proporre a chi รจ al potere, siano essi civili o militari, unโagenda politica di cambiamento.
Lโauspicio รจ poi quello che in tempi rapidi sia la popolazione a poter scegliere attraverso libere elezioni chi li governerร ma non prima di aver attuato un percorso simile ma molto piรน autentico rispetto a quello giร avvenuto negli anni โ90 con le Conferenze Nazionali, coinvolgendo le cosiddette โforze viveโ della nazione in un processo che ponga le basi per un rilancio โvernacolareโ, come ama dire J.L. Touadรฌ, dei processi democratici.
Un altro aspetto importante รจ a nostro avviso lโalleanza tra i diversi Paesi dellโArea per adottare una strategia comune. Essenziale se si vuole sconfiggere il terrorismo ma anche se, insieme, ci si vuole contrapporre a interessi di stampo neocoloniale. Recentemente i governi frutto dei golpe in Malรฌ, Burkina Faso e Niger hanno stretto un patto dando vita allโAlleanza dei Paesi del Sahel (Alliance des รtats du Sahel – Aes). Il documento, chiamato Carta Liptako-Gourma, prende il nome dalla regione dove le frontiere dei tre Paesi si incontrano, una zona in cui operano negli ultimi anni diversi gruppi armati irregolari. I contenuti del patto riguardano una collaborazione tra i tre Paesi sia in ambito militare sia in ambito economico. Se sarร in grado di ottenere qualche risultato nella lotta ai gruppi armati jhaidisti, lo vedremo nei prossimi mesi. Provare a operare insieme su problemi comuni รจ in ogni caso positivo.
Da questo punto di vista ECOWAS,comunitร economica degli stati dellโAfrica Occidentale, ย potrebbe giocare un ruolo importante se veramente si superano schieramenti pro o contro la Francia o altre potenze extra africane e ci si concentra sugli interessi della Regione. La Nigeria, di gran lunga il Paese piรน potente e popoloso dellโarea, potrebbe avere un gran vantaggio dal giocare un ruolo da riferimento regionale in una zona in cui si riduce drasticamente la conflittualitร e si promuovono politiche di comune interesse.
Un aspetto importante รจ infine il ruolo della comunitร internazionale. Lโattuale situazione รจ anche figlia di un approccio che ha visto la Francia ma non solo (si pensi allโItalia e alle sue politiche finalizzate a ridurre i flussi migratori) concentrarsi sugli interessi nazionali e non su quelli dei Paesi dellโAfrica occidentale senza ascoltare i loro bisogni e tenere conto dei loro interessi, se non in minima parte con i progetti di cooperazione finanziati alle ONG e alle diverse Agenzie delle Nazioni Unite. Anche lโapproccio prevalentemente securitario, con la formazione degli eserciti e delle forze di polizia, come avvenuto per esempio negli ultimi anni in Niger, ha rivelato tutti i suoi limiti, anche perchรฉ oggi al potere ci sono quei militari precedentemente formati dalla Francia e dagli altri Paesi, Italia compresa, presenti in Niger.
Nelle politiche dellโUnione Europea e dei suoi stati membri le prioritร siano dunque i diritti e il benessere dei cittadini dei Paesi partner, non tanto e non solo i propri interessi geopolitici.
[i] 15 sono invece i membri dellโECOWAS, comunitร economica degli stati dellโAfrica Occidentale di cui non fa piรน parte la Mauritania
Make compost not war
Il potere dellโagroecologia in Burkina Faso: lavorare insieme per prendersi cura della terra e rigenerarla รจ la chiave per costruire la pace.
Dopo la dichiarazione del 13 aprile 2023 di Ibrahim Traorรฉ, presidente del Burkina Faso, la stampa parla apertamente di una guerra in corso contro i gruppi armati non statali (GANE) e in tutto il Paese รจ in atto una mobilitazione generale di persone e risorse. Il numero di attacchi nelle diverse regioni del Burkina Faso รจ aumentato poco prima della stagione delle piogge, come si attendevano i servizi di sicurezza, e sta diminuendo man mano che gli scrosci si fanno piรน forti e frequenti.ย
Non solo lโesercito Burkinabรฉ gioisce della tregua data dalla pioggia, ma anche la terra, riarsa dal sole per nove mesi allโanno, finalmente ricomincia a respirare e rinverdirsi. Tuttavia, a causa dei cambiamenti climatici, le piogge si stanno facendo sempre piรน irregolari, come racconta Jean-Baptiste Kaborรฉ, leader dellโorganizzazione contadina del comune di Pella, nella regione del Centro-Ovest.ย
โColtivo il riso da sempre ma negli ultimi anni il clima รจ cambiato moltissimo โ afferma Jean-Baptiste Kaborรฉ – Non piove piรน come prima e il rischio di perdere il raccolto adesso รจ piรน elevatoโ.ย ย
Jean-Baptiste ha appena concluso la restituzione alla sua organizzazione delle tecniche agroecologiche apprese durante la formazione di aprile, realizzate nellโambito del progetto โNutriamo il futuroโ, cofinanziato da AICS Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo. Con lui cโรจ anche il coltivatore Adama Soulama, che si dichiara contento di quello che ha imparato, e che ha subito applicato sul suo terreno.ย
โร stato molto utile imparare a fare il compost – racconta Adama – Alcuni giร conoscevano la tecnica, ma adesso tutti i membri dellโorganizzazione sanno metterla in pratica in modo corretto e questo ci permette di rigenerare il terreno e renderlo piรน fertile senza dipendere da fertilizzanti sintetici, riducendo il rischio di perdita del raccoltoโ.ย
Fare il compost implica sforzo fisico e una grande collaborazione tra le persone e rappresenta unodegli asset del progetto โNutriamo il futuroโ.ย
Salomon Bouda, punto focale di Mani Tese, si รจ occupato di organizzare e gestire le formazioni realizzate e racconta cosรฌ il procedimento: โPer riuscire a creare un buon compost, occorre il coinvolgimento di tante persone. Prima si scava la superficie della terra e si crea una base, poi si appoggiano la paglia, la cenere e le deiezioni animali. Il tutto viene irrorato dallโacqua versata ripetutamente. Si continua per un poโ fino a realizzare tre strati, poi si copre il tutto con un telo e si aspetta. Il risultato di questo lavoro permette di rigenerare la terraโ.ย
Lavorare insieme per prendersi cura della terra e rigenerarla รจ la chiave per costruire la pace in Burkina Faso, come altrove. Quando la terra diventa arida, fare il compost diventa unโattivitร fondamentale che, attraverso la cooperazione, permette di ottenere, lโindomani, buoni frutti.ย
Al via la produzione di pasta d’arachide al centro di Poedogo
Grazie al progetto Trasformiamo!, le donne di Koubri, in Burkina Faso, hanno un mulino per produrre la pasta dโarachide e diventare cosรฌ sempre piรน economicamente autosufficienti.
Lโarachide รจ un prodotto di grande consumo in Burkina Faso, se si tiene conto delle abitudini culturali e alimentari di piรน di 2,5 milioni di famiglie. Rappresenta un settore importante nel comparto dei semi oleosi, con una produzione in crescita negli ultimi anni.
Anche a Koubri, comune poco lontano da Ouagadougou, le donne dellโAssociazione delle Sorelle Burkinabรจ di Poedogo utilizzano, per preparare i loro piatti, lโarachide. Soprattutto il suo principale derivato: la pasta dโarachide.
Tuttavia, per via della situazione di insicurezza del Paese e della crisi generale nella regione, i prezzi dei generi alimentari sono in continua fluttuazione. Di conseguenza riuscire a coltivare, trasformare e vendere un prodotto interamente sul mercato locale permetterebbe alle donne, e quindi alle famiglie, di risparmiare non poco sul costo del cibo.
Helene Compaore, 29 anni e tre bambini, sa come si produce la pasta dโarachide e ce lo mostra maneggiando il nuovo mulino elettrico, che funziona grazie allโimpianto solare del centro di trasformazione di Poedogo. โAdesso che ho imparato come usare il macchinario, voglio iniziare a produrre pasta dโarachideโ ci racconta โcosรฌ non sarรฒ costretta a comprarla ma, anzi, la potrรฒ vendere, guadagnarci qualcosa e far conoscere lโAssociazione anche ad altre donneโ.
Il mulino รจ stato installato e interamente realizzato da CEAS, il Centro Ecologico Albert Schweitzer del Burkina Faso, nellโambito del progettoโTrasformiamo!โpromosso da Mani Tese insieme ad altri partner e cofinanziato dalla Regione Emilia Romagna.
Il CEAS รจ dotato di un laboratorio di produzione supervisionato dal tecnico ingegnere Theodore Hein, che si รจ occupato direttamente dellโideazione e della creazione del mulino artigianale.
โNon รจ stato semplice e abbiamo testato a lungo il mulino, ma con una pratica costante le donne arriveranno a produrre unโottima pasta dโarachideโ sostiene Theodore, che durante la formazione ha mostrato le tecniche di produzione e mantenimento. Al termine dellโattivitร , รจ stato creato un comitato di gestione del mulino con persone di riferimento. In prima fila cโera Helene.
โVoglio invitare anche le altre donne di Poedogo ad avere coraggio, uscire di casa e venire qui al centro per trasformare insieme e produrre la pasta dโarachideโ dichiara Helene โsolo insieme, infatti, possiamo diventare piรน fortiโ.
rpt
Distribuzione kit per agroecologia in Burkina Faso
Distribuzione Kit per Agroecologia in Burkina Faso.
Burkina Faso, 20 luglio 2023 ย โ Siamo in Burkina Faso, dove abbiamo effettuato la distribuzione di kit per facilitare il compostaggio della terra, al fine di contribuire alla conversione agroecologica di 15 h di perimetri orticoli della cintura verde di Ouagadougou.
Il kit รจ destinato a 750 produttori vulnerabili ed รจ costituito da l’attivatore Compost+ e da due tipi diversi di bio insetticidi a base di piante.
Il progetto รจ finanziato da Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo in partenariato con ACRA Scopri di piรน sul progetto: https://bit.ly/44vwS8X
https://www.youtube.com/watch?v=zck1VnIIKxg
Un futuro per I giovani di Gabรน fra api e pannelli solari
Orticoltura, apicoltura, medicina tradizionale, ma anche energie rinnovabili: sono solo alcuni fra i corsi di formazione organizzati nella regione di Gabรน, in Guinea-Bissau, ai quali hanno partecipato i giovani fra i 15 e i 35 anni coinvolti nel progetto โRipartire dai giovaniโ,ย cofinanziato dallโAgenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo . Tutti ambiti di formazione […]
Orticoltura, apicoltura, medicina tradizionale, ma anche energie rinnovabili: sono solo alcuni fra i corsi di formazione organizzati nella regione di Gabรน, in Guinea-Bissau, ai quali hanno partecipato i giovani fra i 15 e i 35 anni coinvolti nel progetto โRipartire dai giovaniโ,ย cofinanziato dallโAgenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo .
Tutti ambiti di formazione scelti perchรฉ garantiscono impieghi immediati o favoriscono le iniziative imprenditoriali.
Lo scopo? Sensibilizzare le comunitร sulle opportunitร di lavoro locali, in una regione in cui il tasso di impiego per ragazzi e ragazze fra i 15 e i 35 anni raggiunge appena il 30%, e che molti giovani scelgono di abbandonare. Ma anche permettere alla societร civile di colmare, pur parzialmente, il vuoto lasciato dalle istituzioni statali in ambito formativo: i corsi, infatti, sono gestiti da organizzazioni della societร civile locale, sotto la supervisione di Mani Tese e del partner di progetto PONGAB.
Cosรฌ, fra marzo e aprile, ben 80 persone fra i 15 e i 35 anni hanno potuto beneficiare di 160 ore di formazione e migliorare le proprie competenze professionali di base. Successivamente, a maggio e a giugno, sono stati realizzati altri quattro corsi, fra cui uno sulla produzione e il trattamento delle piante, con un focus sulla frutticoltura.