I Portoghesi raggiunsero le coste della Guinea-Bissau nel 1446, ma ottenne l’indipendenza dallo stato solo negli anni settanta. Nel 1956 fu fondato da Amilcar Cabral il Partido Africano da Independência da Guiné e do Cabo Verde (PAIGC) che dal 1963 intraprese la lotta armata contro il dominio coloniale. Cabral fu assassinato nel gennaio del 1973 e, nell’aprile dello stesso anno, il movimento anticoloniale proclamò l’indipendenza del Paese, riconosciuta dal Portogallo solo dopo la caduta del regime di Salazar.
Dalla fine della colonizzazione, la Guinea-Bissau è costretta a misurarsi con un’instabilità cronica che ha visto il susseguirsi di numerosi colpi di stato. Nessun presidente, infatti, è finora riuscito a portare a termine il suo mandato. Il PAIGC, il partito che ha condotto il paese nella lotta per l’indipendenza, è tuttora il partito al potere, seppur profondamente diviso al suo interno.
La profonda crisi del Paese è stata oggetto di una recente risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, la n. 2267 del 2016, che estende fino al 2017 il mandato per l’operazione Uniogbis (UN Integrated Peacebuilding Office in Guinea-Bissau), al fine di rafforzare la sicurezza politica, garantire la democrazia e tutelare il rispetto di legalità e diritti umani. Il presidente José Mário Vaz è in carica dal 2014, sebbene nel corso del mandato si siano susseguiti numerosi primi ministri.
Mani Tese opera in Guinea-Bissau dal lontano 1979. Negli anni a seguire, ha svolto attività inerenti diverse tematiche: dall’appoggio alla salute, alla tutela dei diritti umani nelle carceri, passando per l’educazione e la sicurezza alimentare.
Mani Tese è impegnata attualmente in tre principali settori: