Benin

Dove operiamo
DETTAGLI PAESE
Achille Tepa
Responsabile

Indice di sviluppo umano
163 Ranking [UNDP, 2017]

Mortalità infantile

98/1000 [al di sotto dei 5 anni. UNICEF, 2018]
63/1000 [al di sotto di 1 anno. OMS, 2018]

Diffusione di HIV/AIDS

0.34‰ [UNAIDS, 2018]

Accesso all’acqua potabile

66% [OMS, 2018]

Africa

Benin

Il Benin, che fino al 1975 si è chiamato Dahomey, il Paese delle Amazzoni, ha conquistato l’indipendenza nel 1960.

L’eterogeneità etnica del nuovo Stato e le difficoltà economiche provocarono un’instabilità politica caratterizzata da ripetuti colpi di stato fino all’avvento, nel 1972, di un governo di stampo marxista-leninista presieduto da Mathieu Kérékou.

Kérékou, più volte al potere durante diversi decenni (dal 1972 al 1991, poi dal 1996 al 2006), nel 2006 non poté ricandidarsi avendo superato i limiti dei mandati previsti dalla Costituzione. Le elezioni tenutesi in questo anno videro l’affermazione del candidato indipendente T. Boni Yayi. Negli anni seguenti il rallentamento della crescita economica, uno scandalo finanziario che costò la perdita dei risparmi a migliaia di beninesi e la corruzione incisero negativamente sulla popolarità di Boni Yayi, che fu tuttavia «riconfermato» presidente nelle elezioni del 2011, contestate dalle opposizioni. Boni Yayi – più volte al centro delle polemiche per i presunti tentativi di emendare la Costituzione e restare al potere – non si è presentato alle presidenziali di marzo 2016.

Ribaltando il risultato del primo turno, al ballottaggio si è imposto, contro il premier Zinsou, l’imprenditore di cotone Patrice Talon, che ha riconfermato il suo mandato vincendo le elezioni anche nel 2021. Talon piace perché ha tentato di promuovere una linea meno dipendente dalle potenze occidentali, in particolare dalla Francia, e anche per questo la vittoria alle elezioni è stata schiacciante. Allo stesso tempo Talon, uno degli uomini più ricchi d’Africa, si sta dedicando a una vera trasformazione economica del Paese, aumentando il suo tasso di crescita.

Se da un lato il Presidente continua ad emanare riforme “business friendly” e a finanziare opere pubbliche, specialmente al Sud, la sua regione, e in particolare a Cotonou; dall’altro lato, rimangono ancora da affrontare i problemi legati alla dilagante disoccupazione giovanile e alla corruzione. Il Nord, in particolare le regioni dell’Atakora e Alibori, non beneficia di grandi investimenti e la popolazione, che in queste regioni si dedica prevalentemente all’agricoltura, vive ancora in condizioni di estrema povertà.

A questa forte diseguaglianza tra Nord e Sud del Paese va aggiunta la minaccia jihadista che dal confine con il Burkina si sta insinuando nel Nord del Paese attirando soprattutto le schiere di giovani disoccupati.

L’azione di Mani Tese

Mani Tese è presente in Benin dal lontano 1979 e i suoi pionieri sono stati dei volontari italiani che già allora identificarono la regione dell’Atakora come zona di estrema povertà. 

Negli anni il lavoro di Mani Tese si è diversificato arrivando a coprire quasi tutti i dipartimenti del Paese, ma la priorità delle nostre azioni resta il Dipartimento dell’Atakora, dove Mani Tese è conosciuta e riconosciuta sia dalle comunità sia dalle autorità. Mani Tese ha, infatti, una sede locale nella città di Natitingou (capoluogo del dipartimento) e collabora con diverse realtà quali le organizzazioni locali, gruppi di base, associazioni di genitori e allievi delle scuole primarie, enti locali e altre istituzioni.

I settori di intervento di Mani Tese sono infatti l'agricoltura, l’acqua e igiene e l’educazione, con un focus particolare sui diritti delle bambine e delle donne.

In ambito agricolo, Mani Tese adotta l’approccio agroecologico e quindi lavora sull'accesso alle risorse primarie, sulla protezione della biodiversità, sulle sementi tradizionali, in particolare il fonio, la manioca e alcune specie locali di mais, sul riconoscimento delle conoscenze degli agricoltori e sulla tutela commerciale dei prodotti locali e la promozione dei mercati locali, nonché la valorizzazione dell'agricoltura nelle aree urbane e periurbane. Mani Tese è attiva anche nella trasformazione dei prodotti e pertanto mira a migliorare le capacità dei gruppi con cui lavora, solitamente associazioni di donne, in modo che possano generare reddito dalla vendita dei prodotti trasformati. Mani Tese si propone di promuovere la sovranità alimentare, intesa come il diritto delle persone di decidere da sole ciò che producono, scegliendo metodi di coltivazione sostenibili, rispettosi dell'ambiente e delle tradizioni locali.

Rispetto al settore dell’igiene e dell’acqua, Mani Tese lavora per garantire un accesso equo all'acqua potabile. Per questo motivo, costruisce e riabilita pozzi e si impegna a educare la popolazione al rispetto di semplici ma fondamentali regole di igiene e salute, di modo da prevenire così, in particolare, le malattie a trasmissione oro-fecale. 

Infine, con riferimento all’educazione, il focus è il diritto all’istruzione per rendere i bambini e le bambine protagonisti/e del proprio processo di crescita, affinché siano capaci di impegnarsi per il proprio sviluppo e quello del Paese. Mani Tese lavora, quindi, per ridurre il tasso di abbandono scolastico, in particolare delle bambine, nelle scuole primarie e sulla sensibilizzazione della popolazione circa l’importanza dell'istruzione al fine di prevenire forme di sfruttamento e traffico di minori.

Iniziative in corso

Iniziative terminate