Il Benin, che fino al 1975 si è chiamato Dahomey, è diventato indipendente nel 1960.
L’eterogeneità etnica del nuovo Stato e le difficoltà economiche provocarono un’instabilità politica caratterizzata da ripetuti colpi di stato fino all’avvento, nel 1972, di un governo di stampo marxista-leninista presieduto da Mathieu Kérékou.
Kérékou, più volte al potere durante diversi decenni (dal 1972 al 1991, poi dal 1996 al 2006), nel 2006 non poté ricandidarsi avendo superato i limiti dei mandati previsti dalla Costituzione. Le elezioni tenutesi in questo anno videro l’affermazione del candidato indipendente T. Boni Yayi. Negli anni seguenti il rallentamento della crescita economica, uno scandalo finanziario che costò la perdita dei risparmi a migliaia di beninesi e la corruzione incisero negativamente sulla popolarità di Boni Yayi, che fu tuttavia «riconfermato» presidente nelle elezioni del 2011, contestate dalle opposizioni. Boni Yayi – più volte al centro delle polemiche per i presunti tentativi di emendare la Costituzione e restare al potere – non si è presentato alle presidenziali di marzo 2016. Ribaltando il risultato del primo turno, al ballottaggio si è imposto, contro il premier Zinsou, l’imprenditore di cotone Talon.
Il Benin rimane un paese povero e fortemente arretrato: disoccupazione e sottoccupazione sono infatti fenomeni molto accentuati. L’agricoltura è praticata da circa 50% della popolazione attiva e le principali coltivazioni sono mais e manioca.
Mani Tese è presente in Benin dal 1979.
In Benin, Mani Tese concentra gli interventi nella regione dell’Atakorà, caratterizzata da livelli più bassi di sviluppo rispetto al resto del Paese per le peculiarità geografiche del territorio. L’Atakorà è considerata “il castello d’acqua del Benin”: una grandissima parte dell’acqua che viene dalle piogge viene drenata verso il sud, economicamente più attivo e sviluppato. L’accesso all’acqua da fonti sicure rappresenta una priorità nell’intervento di Mani Tese in Benin, perseguita attraverso la costruzione di pozzi.
A questo settore si affianca la costruzione di scuole e aule per garantire il diritto all’istruzione dei bambini e delle bambine – con una particolare attenzione agli orti scolastici e all’educazione ambientale da un lato e a quella civica e alla cittadinanza dall’altro. Negli anni, inoltre, si è consolidato il rapporto con il mondo della scuola in Italia, in sinergia con le attività di ECM sviluppate a Milano.
Oltre agli interventi di tipo strutturale, i progetti in corso sostengono lo sviluppo delle attività produttive sia con interventi economico-alimentari che interventi di micro credito. Molte attività hanno come obiettivo il passaggio verso la sovranità alimentare dei beneficiari e per raggiungerlo vengono promosse pratiche e tecniche agroecologiche. Mani Tese sostiene associazioni e gruppi di donne che producono manioca, arachide, soia, Karitè, fonio, sesamo e alcune specie locali di mais.
Relativamente al settore ambiente, si continua a lavorare a livello educativo con corsi di formazione per tecnici e nella piantumazione di alberi.
Per quel che riguarda le aree di intervento, la priorità delle nostre azioni è il nord del Paese, in particolare al Dipartimento dell’Atacora – contesto che Mani Tese conosce bene e dove è conosciuta e riconosciuta sia dalle comunità sia dalle autorità. Mani Tese ha una sede locale nella città di Natitingou (capoluogo del dipartimento) che collabora con diverse realtà locali come organizzazioni locali, gruppi di base, associazioni di genitori e allievi delle scuole primarie, enti locali e altre istituzioni.