Mozambico un paese lontano che ci è molto vicino

All’insegna di rapporti storicamente forti con l’Italia, Mani Tese opera dal 1967 con numerosi progetti indirizzati soprattutto alle filiere agroalimentari.

di Giulia Donnici, Desk Cooperazione di Mani Tese

Tra un taglio e una piega, qualche tempo fa una parrucchiera di Quelimane mi confessò, emozionata, che negli anni Settanta si era perdutamente innamorata, ricambiata, di un italiano che lavorava nel settore automobilistico. Non potrebbe esserci, per me, testimonianza più autentica dei profondi legami tra Italia e Mozambico che, nel 1975, più o meno il periodo in cui la parrucchiera si innamorava, raggiunse l’indipendenza dal Portogallo. Da allora il Paese africano piombò in una lunga e sanguinosa guerra civile alla cui cessazione diede un contributo fondamentale proprio il nostro Paese, grazie alla mediazione della Comunità di Sant’Egidio, con gli “Accordi di Roma” firmati il 4 ottobre del 1992.

Non può perciò sorprendere il fatto che, nel frattempo, l’Italia sia diventata il primo investitore europeo in Mozambico, seguito da Paesi Bassi e Portogallo, e il terzo a livello globale, dopo Emirati Arabi e Stati Uniti. Se il 2018 ha visto l’interscambio commerciale tra Italia e Mozambico raggiungere il valore record di 524 milioni di euro, il 2019 ha segnato un rallentamento. Si tratta comunque di un valore di 373 milioni di euro, tra esportazioni in Mozambico di macchinari, alimenti, prodotti farmaceutici e fertilizzanti, e importazioni di alluminio e rubini.

Crescita economica e criticità

Il 2019 è stato un anno particolarmente critico per il Mozambico: due cicloni, Idai e Kenneth, si sono abbattuti sul Paese tra marzo e aprile provocando centinaia di vittime. In ottobre, in un clima di forte tensione, si sono svolte nuove elezioni che sono state vinte dal Frelimo, al potere dal 1975, e contestate dalla Renamo, l’ex guerriglia che ora è il principale partito di opposizione. A ridosso del 2020, inoltre, la provincia di Cabo Delgado è stata nuovamente oggetto di feroci violenze da parte di cellule jihadiste, che dal 2017 hanno causato oltre 500 morti. A Cabo Delgado, tra l’altro, questi attacchi minacciano quello che potrebbe essere il più grandioso progetto energetico dell’Africa: lo sfruttamento di giacimenti di gas naturale nel bacino del fiume Rovuma che da diversi anni attrae imprese straniere e, tra queste, alcune italiane.

Il Fondo Monetario Internazionale ha previsto una crescita dell’economia del Mozambico dell’8,6% per il 2023 e del 10,6% per il 2024 ma questi numeri diventeranno reali solo se verrà garantita stabilità politica e sicurezza.

Mani Tese in Mozambico

Mani Tese è presente in Mozambico dal lontano 1967, quando fece dono alla comunità di Alua, nella Provincia di Nampula, di un trattore. Da allora il suo impegno nel Paese è cresciuto con numerosi progetti che hanno visto la nascita di scuole di falegnameria, la costruzione di pozzi e mulini, l’organizzazione di corsi di alfabetizzazione, il sostegno alle associazioni dei contadini e l’organizzazione di campagne contro l’AIDS.

Dal 2010 Mani Tese è riconosciuta e autorizzata dal Ministero degli Affari Esteri del Mozambico come ONG che può operare direttamente nel Paese e, negli ultimi anni, si è specializzata nella promozione dell’agricoltura sostenibile, in particolare dell’agroecologia, nella lotta ai cambiamenti climatici, nel rafforzamento di sistemi alimentari locali e della commercializzazione dei prodotti agricoli sani e nutrienti, nella promozione di partnership a livello accademico e istituzionale. È in prima linea, infine, con interventi tempestivi durante le emergenze, come le recentissime alluvioni che hanno colpito duramente il Paese.

Oggi Mani Tese opera prevalentemente nella Provincia della Zambézia, una delle più vulnerabili del Mozambico. Dati della World Bank del 2018 stimano infatti che il 62% della popolazione della Provincia si trovi sotto la soglia di povertà.

Il progetto “Quelimane agricola” e gli altri

Il progetto “Quelimane agricola: produce, cresce e consuma sostenibile”, cofinanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, si propone di contribuire allo sviluppo rurale sostenibile della provincia della Zambézia attraverso il rafforzamento del sistema agroalimentare locale e dei suoi principali attori: produttori, settore privato e autorità locali. L’intervento, iniziato nel 2018, è realizzato in partenariato con UPC-Z (Unione dei contadini della Provincia della Zambézia), l’ONG ICEI, l’Università degli Studi di Firenze, il Municipio di Quelimane, il Comune di Milano, il Comune di Reggio nell’Emilia, la Fondazione E35, e Gnucoop. Ne parliamo più approfonditamente nelle pagine successive.

Mani Tese partecipa ad altri importanti progetti nella regione della Zambézia

Iniziato nel 2017, il progetto Foreste, di cui è capofila l’ONG ICEI, è cofinanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo e ha come obiettivo principale quello di contribuire all’implementazione di strategie di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici, migliorando la resilienza delle comunità rurali e riducendo la pressione antropica sulle risorse naturali del distretto di Mocubela. Le attività di cui è responsabile Mani Tese, che realizza in collaborazione con la controparte locale UPC-Z mirano a dar vita a un sistema agroforestale in grado di contrastare gli effetti del cambiamento climatico e della deforestazione.

L’attività agro-silvo-pastorale è svolta seguendo pratiche ecosostenibili che permettono di rigenerare un suolo ormai impoverito grazie all’introduzione di tecniche di conservazione dell’ecosistema. Inoltre, il progetto prevede la realizzazione di campi agroforestali, pozzi, allevamenti comunitari e silos per la conservazione di derrate alimentari e sementi. Tutto questo si sta accompagnando a un incessante lavoro di sensibilizzazione che coinvolge comunità e autorità locali sulle sfide ambientali del territorio.

In corso dal 2019, il progetto Sostenibilità urbana: valorizzazione delle buone pratiche in Italia e Mozambico, co-finanziato dal Comitato lecchese per la pace e la cooperazione tra i popoli, vuole contribuire alla sostenibilità urbana della Provincia della Zambézia e dei comuni del territorio lecchese: rafforzando e valorizzando le buone pratiche di sostenibilità urbana, attraverso lo scambio e la costruzione di partnership virtuose tra Italia-Mozambico e sensibilizzando il territorio lecchese sui temi legati alla sostenibilità urbana con focus specifico sulle buone pratiche legate al settore food.

Avviato in seguito al passaggio del ciclone Idai, il progetto Emergenza Cibo dal novembre del 2019 vede Mani Tese in prima linea nel programma Food Assistance for Assets, finanziato dal World Food Programme Mozambico. L’obiettivo principale di questo intervento di emergenza è il miglioramento delle condizioni di vita della popolazione di Chinde – un distretto della Provincia della Zambézia particolarmente colpito dal ciclone – fornendo alimenti di prima necessità e, al tempo stesso, rilanciando attività produttive ed infrastrutturali, come la costruzione di pozzi, latrine e strade di collegamento.

Ultimo in ordine cronologico, iniziato nei primi mesi del 2020, il progetto Agricoltura circolare per ridurre la fame In Zambézia, co-finanziato da Otto per mille a gestione statale, si propone di migliorare la sicurezza alimentare e la situazione nutrizionale delle comunità del distretto di Maquival, nell’area periurbana di Quelimane, attraverso il rafforzamento di agricoltura e allevamento. L’approccio proposto è quello dell’agricoltura circolare che ha l’obiettivo di ridurre il più possibile i rifiuti e gli sprechi derivanti dalla produzione agricola, dall’allevamento e dall’irrigazione, riutilizzando e valorizzando i prodotti di scarto.