LA LOTTA DEL MOZAMBICO CONTRO I CAMBIAMENTI CLIMATICI

Mani Tese opera nel Paese con tre progetti indirizzati alle comunità rurali per aumentare la consapevolezza sui temi ambientali e favorire modelli di agricoltura resiliente.

di EMMA TARGA e FEDERICO SACCHINI, Mani Tese

 

MANI TESE NEL PAESE CON TRE PROGETTI INDIRIZZATI ALLE COMUNITÀ’ RURALI PER AUMENTARE LA CONSAPEVOLEZZA SUI TEMI AMBIENTALI E FAVORIRE MODELLI DI AGRICOLTURA RESILIENTE.

Negli ultimi mesi il Mozambico ha ottenuto una certa visibilità mediatica per via dei danni provocati da due cicloni, l’Idai e il Kenneth, che si sono abbattuti sul Paese e sugli stati limitrofi a distanza di un mese l’uno dall’altro, causando distruzione e morte. Questi fenomeni, sempre più frequenti e diffusi, non rappresentano altro che una delle conseguenze dei cambiamenti climatici di cui il Mozambico, come tutto il continente africano, è una delle maggiori “vittime”. Eppure l’Africa produce solo il 4% del totale delle emissioni di gas serra, principale causa degli effetti clima alteranti del Pianeta, e il Mozambico si posiziona al 104esimo posto su scala mondiale nella classifica delle emissioni per Paese.

Da anni, inoltre, il Mozambico è colpito dal fenomeno della deforestazione. Stando ai dati raccolti dalla Global Forest Watch, lo stato africano nel periodo tra il 2001 e il 2017 avrebbe perso circa il 10% della sua area forestale. Nonostante gli sforzi del governo, il Paese perde ogni anno lo 0,35% del suo suolo forestale (percentuale che arriva allo 0,62% nella provincia della Zambezia), una minaccia per l’ecosistema, per la biodiversità e per gli abitanti delle zone rurali, che proprio dalle attività agro forestali traggono la loro principale fonte di sussistenza, con la conseguenza di una maggiore insicurezza alimentare nelle aree rurali.

 

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Costruire consapevolezza

Di questa situazione sono testimoni le comunità locali che ne subiscono le conseguenze, ma che non sempre hanno gli strumenti per capire fino in fondo che cosa stia loro succedendo. Nel febbraio scorso, la società cooperativa ELIANTE, partner del progetto FORESTE, che Mani Tese sta realizzando nel Distretto di Mocubela, ha raccolto alcune interviste per comprendere la percezione delle comunità rispetto ai cambiamenti climatici. Tra le persone incontrate, Americo Sualé della comunità di Gurai e Jeronimo Vidigare della comunità di Maneia hanno espresso pareri preoccupati sui cambiamenti del clima, ma hanno attribuito una motivazione “divina” a quello che sta succedendo nella speranza che tutto, prima o poi, torni come prima. Anche altri contadini intervistati concordano nel riconoscere con preoccupazione lo slittamento, ormai di un paio di mesi, del periodo delle piogge che spesso si manifestano con forte intensità, che non genera un beneficio per le colture o per i fiumi e laghi ma devasta il paesaggio con il suo forte impatto distruttivo. Ne è un esempio il passaggio dei due cicloni a poche settimane di distanza, fenomeni che in precedenza si realizzavano a distanza di 4-5 anni. Un tempo, inoltre, i periodi di siccità venivano smorzati dalle piccole piogge, mentre negli ultimi anni si è assistito a lunghi periodi con forti venti secchi che spingono lontano le nuvole.

 

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Mani Tese in Mozambico: progetti di resilienza

L’impegno della ONG nel Paese ha oggi tra le sue priorità la mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici. Gli interventi realizzati forniscono alle popolazioni che ne sono vittime gli strumenti adeguati, da un lato a comprendere le cause di quello che sta succedendo, dall’altro, a rafforzare e aumentare la resilienza comunitaria rurale, che altro non è che l’abilità degli agricoltori di continuare a svolgere le proprie attività in un contesto caratterizzato da rischi e incertezze sempre maggiori. Mani Tese opera in particolare nella provincia della Zambezia, situata al centro del lungo e stretto Paese. Si tratta di una delle zone più povere, dove circa il 70% della popolazione vive sotto la soglia di povertà e la principale fonte di reddito deriva dal settore agro forestale.

Sono tre i progetti in corso, due dei quali avviati rispettivamente nel 2017 e nel 2018, mentre il terzo è iniziato nel mese di marzo 2019, proprio per rispondere alla situazione di emergenza causata dall’avvento del ciclone Idai.

Il progetto FORESTE, cofinanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS) e di cui capofila è l’Ong ICEI, iniziato nel marzo 2017, ha come obiettivo principale quello di contribuire all’implementazione di strategie di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici, migliorando la resilienza delle comunità rurali e riducendo la pressione antropica sulle risorse naturali del distretto di Mocubela. Le attività di cui è responsabile Mani Tese, realizzate in collaborazione con la controparte locale UPCZ (Unione dei Contadini della Provincia del- la Zambezia), mirano a dar vita a un sistema agro forestale che vada a contrastare gli effetti del cambiamento climatico e, al contempo, limiti le conseguenze legate alla deforestazione. L’attività agro-silvo-pastorale è svolta seguendo pratiche eco sostenibili in grado di rigenerale un suolo ormai impoverito grazie all’introduzione di tecniche di conservazione dell’ecosistema. Inoltre il progetto prevede la realizzazione di 20 campi agro forestali, 20 pozzi, 10 allevamenti comunitari e 10 silos per la conservazione di derrate alimentari e sementi. Al contempo è implementata una componente di sensibilizzazione sulle sfide ambientali del territorio che coinvolge autorità locali, associazioni e comunità locali.

Con il progetto QUELIMANE AGRICOLA, anch’esso cofinanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS), Mani Tese ha, invece, costituito un importante partenariato che vede coinvolti l’Ong ICEI, l’Università degli Studi di Firenze, il Municipio di Quelimane, il Comune di Milano, il Comune di Reggio nell’Emilia, la Fondazione E35, Gnucoop soc. coop. – IT for non profit e infine la controparte locale UPCZ. L’intervento ha come obiettivo principale il miglioramento sia qualitativo che quantitativo della produzione agricola grazie all’introduzione di tecniche agro ecologiche sostenibili. Promuove inoltre la costituzione di un sistema di conservazione e stoccaggio del raccolto al fine di migliorarne la successiva commercializzazione preservandone le qualità alimentari. Il progetto punta a ridurre le perdite di prodotto agricolo nella fase di post raccolto, in una zona dove incidono per un valore del 30-50% sulla produzione totale. Infine, è prevista la realizzazione di una piattaforma open source in grado di forni re ai contadini informazioni sul meteo, ma anche sui prezzi dei prodotti, l’andamento dei mercati e la presenza di fiere. Il progetto ha visto il suo avvio nel mese di luglio 2018; nel mese di marzo, tuttavia, a causa del ciclone Idai le popolazioni beneficiarie hanno subito grossi danni alle loro coltivazioni.

Si è deciso dunque di intervenire con un progetto di emergenza, RIPARTIAMO SEMINANDO, volto a recuperare almeno parte del raccolto previsto. Dal mese di aprile Mani Tese ha distribuito grandi quantità di sementi per sopperire alle perdite dei contadini e scongiurare almeno in parte la crisi alimentare che scaturirà nei prossimi mesi.

 

Articolo pubblicato sul numero di Giugno 2019 del Giornale di Mani Tese.