La difficile situazione in Kenya fra omicron e riscaldamento globale

La siccità, i nubifragi e ora anche la variante Omicron rischiano di mettere in ginocchio il Paese. Il report del nostro Responsabile Paese.

di Samuele Tini, Responsabile Paese in Kenya di Mani Tese

Ci piacerebbe scrivere dei nostri progetti e delle iniziative che stiamo portando avanti in Kenya, ma in questo momento è doveroso anche informare e sensibilizzare su ciò che sta accadendo nel Paese.

Il Kenya si trova in un momento difficile. Dopo due anni di precipitazioni sporadiche causate dal cambiamento climatico, quest’anno la situazione è ulteriormente peggiorata.

Le Nazioni Unite hanno recentemente lanciato un appello per salvaguardare ben 2,1 milioni di persone a rischio. Da quella data, le notizie non sono state purtroppo incoraggianti.

Le precipitazioni tardano ad arrivare e i giornali locali riportano sempre più notizie di conflitti fra le persone e la fauna selvatica. A causa della siccità, infatti, gli animali escono dalle aree protette per cercare cibo finendo per entrare nelle zone abitate. Molti animali, fra cui decine di elefanti, giraffe e atri erbivori, in questi giorni sono purtroppo decedute, come riportato dal quotidiano nazionale Nation. Si sono verificate altresì perdite di bestiame.

Come riportato dai quotidiani nazionali, alcuni rappresentanti politici delle comunità più colpite  hanno  provocatoriamente richiesto di posticipare le elezioni e usare i soldi ad esse destinati per contrastare la siccità. 

Come se non bastasse, pochi giorni fa (il 28 novembre) Nairobi è stata colpita da un nubifragio. Le immagini delle auto che navigano e affondano nell’acqua hanno fatto il giro del Paese. Alcune foto qui

Il cambiamento climatico, insomma, è ormai una realtà. Anche le nostre attività nella zona di Baringo risentono della grave siccità che sta mettendo in difficoltà le comunità con cui collaboriamo.

Oltre al rovente martello della siccità, è tornata a farsi sentire anche l’incudine della pandemia.

Dopo la notizia dell’obbligo vaccinale richiesto per buona parte delle attività entro dicembre e dopo aver assistito a una riduzione dei casi Covid, ecco che la nuova variante Omicron sembra riportarci al mondo del 2020 con chiusure, blocco dei voli e conseguente crisi economica.

Per Paesi come il Kenya, per i quali il turismo è una delle fonti di reddito più importanti, queste restrizioni, così come una più generale fobia verso l’Africa, rischiano di dare il colpo di grazia alle già precarie attività economiche. Proprio a un mese dalla stagione estiva dell’emisfero australe, fanno temere il peggio.

Il Kenya per ora non è stato colpito dai blocchi annunciati da vari Paesi, ma l’effetto di riflesso si farà sentire. E il tasso di positività è quintuplicato nel giro di una settimana, arrivando al 6,6% e creando nuovamente allarmi e voci di chiusure.

L’Unione Africana ha chiesto di non creare panico e di evitare provvedimenti discriminatori. Da più parti si chiede di fornire finalmente più vaccini al continente africano che, con l’eccezione del Sud Africa, detiene percentuali molto basse di persone vaccinate. Servono inoltre attività di formazione e sensibilizzazione per le popolazioni provate dalla crisi economica e dagli impatti del cambiamento climatico.

Noi di Mani Tese, come sempre, cerchiamo di lavorare a fianco delle comunità in questo momento delicato auspicando un pronto ritorno alla normalità, che eviti ulteriori scossoni a economie già abbastanza fragili.

Un bambino raccoglie acqua dal fiume Molo prosciugato dalla siccità (© Alessandro Grassani)