Il contesto
Secondo i dati della Banca mondiale e dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), in Costa d’Avorio il rapporto medici pazienti è pari a uno ogni settemila abitanti, a fronte di una media regionale dell’Africa subsahariana di uno ogni 3.300. Non va meglio con infermieri e ostetriche: uno ogni duemila ivoriani, contro uno ogni mille per gli altri africani. Partendo da questi dati sul personale sanitario di base, il fatto che la forza lavoro con competenze di chirurgia sia il doppio rispetto alla media africana – tre chirurghi ogni mille abitanti contro 1,7 nel continente – non migliora di molto il quadro. Secondo l’Atlante 2016 delle statistiche sulla sanità in Africa dell’Oms, la Costa d’Avorio era al sesto posto nel continente per tasso di mortalità degli adulti – un dato vicino a 400 persone ogni mille sia per i maschi che per le femmine – e all’undicesimo per mortalità materna con 645 decessi di madri ogni centomila nati vivi.
Per quanto riguarda, poi, la condizione e la tutela dei minori nel Paese, la Costituzione entrata in vigore nel 2016 vieta in modo assoluto il lavoro forzato e le più gravi forme di lavoro minorile. Eppure il fenomeno del lavoro forzato nei confronti dei minori è stato e continua a essere estremamente frequente e diffuso nel paese, soprattutto con riguardo al settore dell’agricoltura, essendo la Costa d’Avorio il primo produttore al mondo di cacao.
L’alto tasso di povertà non sembra però essere la sola causa alla base del lavoro minorile, che è
connesso al fenomeno della tratta dei minori: la tratta dei minorenni in Costa d’Avorio, tanto di bambini ivoriani all’interno del paese o all’estero, quanto di minori stranieri, provenienti dai Paesi limitrofi, all’interno del paese, è legata allo sfruttamento a fini lavorativi. Le bambine sono generalmente destinate allo svolgimento di lavori domestici, lavori legati alla ristorazione o allo sfruttamento sessuale, mentre è usuale che i minori di sesso maschile siano sfruttati per il lavoro nei campi di cacao e caffè, nelle miniere, nei lavori di costruzione o nell’accattonaggio.