INIZIATA LA CAUSA DELLA COMUNITÀ IKEBIRI: ENI COMPARE DI FRONTE ALLA CORTE

Oggi ENI è comparsa, insieme alla sua controllata nigeriana NAOC, di fronte al Tribunale di Milano per rispondere in merito all’accusa di inquinamento da petrolio in Nigeria. Il ricorrente è la comunità Ikebiri dello stato di Bayelsa, nel delta del Niger, rappresentata dal proprio leader, il Re Francis Ododo. Il territorio della comunità è stato […]

Oggi ENI è comparsa, insieme alla sua controllata nigeriana NAOC, di fronte al Tribunale di Milano per rispondere in merito all’accusa di inquinamento da petrolio in Nigeria. Il ricorrente è la comunità Ikebiri dello stato di Bayelsa, nel delta del Niger, rappresentata dal proprio leader, il Re Francis Ododo. Il territorio della comunità è stato inquinato da una fuoriuscita di petrolio nel 2010. Il giudice non ha accolto, per ora, la richiesta di Eni di fermare il processo per mancanza di giurisdizione e di spostarlo in Nigeria, disponendo di procedere nel merito mantenendo il processo in Italia.
Se dovesse avere successo, questo caso sarebbe il primo in cui una società italiana verrebbe ritenuta responsabile da parte di una corte italiana per danni ambientali e violazioni dei diritti umani all’estero.

I membri della comunità Ikebiri chiedono una bonifica adeguata e un risarcimento da parte di ENI per l’inquinamento del torrente, degli stagni e degli alberi, causato da una fuoriuscita di petrolio dalle condutture della propria consociata NAOC. Friends of the Earth Europe ed Environmental Rights Action/Friends of the Earth Nigeria stanno supportando la comunità nel portare il caso davanti alla corte.

L’avvocato della comunità, Luca Saltalamacchia, dichiara: “Sono soddisfatto che il processo continui, dando così la possibilità alla comunità Ikebiri di proseguire la battaglia per la sua richiesta di giustizia. Per il momento la richiesta di ENI e di NAOC di spostare il processo in Nigeria non è stata accolta”.

Il re della comunità Ikebiri, Francis Ododo, ha dichiarato: “Dopo più di sette anni di lotta per far sì che Eni rimediasse all’inquinamento da petrolio causato, accolgo con piacere l’inizio del caso e spero di poter finalmente vedere giustizia per la mia comunità.”

Colin Roche, extractive industries campaigner di Friends of the Earth Europe, ha dichiarato: “E’ ora che ENI venga ritenuta responsabile per l’impatto delle sue azioni sul popolo della Nigeria. Se la comunità Ikebiri vincesse la causa e ottenesse un risarcimento da ENI, ciò darebbe speranza alle molte altre comunità colpite dall’inquinamento da petrolio nel delta del Niger, e dai crimini d’impresa in generale.”

La fuoriscita di petrolio che ha riguardato la comunità Ikebiri è solo una delle centinaia di quelle prodotte dagli oleodotti di compagnie petrolifere internazionali che avvengono ogni anno in Nigeria.

Godwin Ojo, direttore di Friends of the Earth Nigeria, ha dichiarato: “Il popolo della Nigeria sta soffrendo da decadi a causa della negligenza delle major del petrolio, che ha distrutto vite e mezzi di sostentamento, garantendo allo stesso tempo ampi profitti a queste stesse compagnie. E’ il momento di porre fine alla loro impunità e di vedere la terra della comunità Ikebiri bonificata.”

Il caso continuerà con la prossima udienza, prevista per il 18 aprile a Milano.

(Fonte: comunicato stampa Friends of the Earth Europe)

Luca Saltalamacchia, avvocato della comunità Ikebiri e Godwin Ojo, direttore di Friends of the Earth Nigeria

 

Per appronfondire:

L’intervista all’avvocato Luca Saltalamacchia rilasciata alla redazione di Festival dei diritti umani:

Godwin Uyi Ojo, Executive Director di Friends of the Hearth Nigeria. racconta com’è nata la causa degli Ikebiri contro Eni e una sua controllata: