Il nuovo impianto fotovoltaico unisce italia e Burkina Faso

Nell’ambito del progetto di Mani Tese, la collaborazione fra un’azienda italiana, un’impresa locale e la diaspora burkinabè genera sviluppo sostenibile ed emancipazione delle donne.

Sabato 12 novembre nel villaggio di Podeogo, a Koubri, è avvenuto un incontro importante, quello fra l’impresa italiana EQUA s.r.l. e l’impresa burkinabè Yandalux, che si sono incontrate per collaborare, insieme, all’installazione dell’impianto fotovoltaico che servirà alle donne dell’Association des femmes burkinabè de Podeogo per dare energia al loro centro di trasformazione di prodotti agricoli.

L’impianto è stato realizzato nell’ambito del progetto “Donne al centro per uno sviluppo inclusivo e sostenibile” cofinanziato dalla Regione Veneto. EQUA s.r.l. è l’azienda italiana partner tecnico del progetto mentre Yandalux è l’impresa locale che ha vinto la gara per l’assegnazione dei lavori.

Micheal Metzger, fondatore di EQUA srl, ha potuto così incontrare Banyala P OUOBA, capa cantiere di Yandalux. Insieme hanno portato a termine l’installazione aiutati anche da Aicha Cissé, giovane italo-burkinabè con radici ivoriane, che ha fatto loro da interprete traducendo dall’italiano al francese e al mòrée.

Erano sei anni che non venivo in Burkina ed essere qui, oggi, a fare da interprete tra un’impresa locale che vende pannelli solari e un’impresa italiana che si occupa di energie rinnovabili mi rende molto felice e ottimista” racconta Aicha Cissé. Da Treviso è arrivata in Burkina Faso per ritrovare le sue radici, salutare la famiglia e osservare con la madre Kadiatou come prosegue il progetto sul perimetro di terra donato all’Association des femmes burkinabè de Podeogo da parte dell’Associazione delle sorelle burkinabè di Treviso.

Le donne dell’associazione di Podeogo, grazie all’appezzamento di terra donato dalla diaspora di Treviso, oggi possono infatti coltivare diversi ortaggi come le cipolle, i cavoli, i pomodori, ma anche colture tradizionali come l’amaranto e alberi da frutto come mango e papaya. Le donne utilizzano i prodotti raccolti, da un lato, per diversificare la dieta in famiglia; dall’altro, per venderli e aumentare così il proprio reddito. Lo stesso 12 novembre, durante la Festa del Raccolto  organizzata presso la sede del partner di progetto Association Watinoma a Koubri, le donne dell’associazione sono riuscite a vendere tutti i prodotti che avevano preparato per l’evento!

Con l’installazione dei nuovi pannelli fotovoltaici le donne potranno avere maggior energia disponibile per pompare l’acqua dal pozzo ed elettrificare il centro di trasformazione.

Giovanni Sartor, responsabile dei progetti in Africa Occidentale di Mani Tese, presente in Burkina Faso in quei giorni, ha osservato come sia particolarmente importante ed efficace il partenariato di questo progetto che vede collaborare insieme, con la regia di Mani Tese, un’azienda italiana, un‘associazione della diaspora del Burkina Faso in Italia, un soggetto locale (association Watinoma, partner di progetto)  e un’impresa burkinabè. “Vedere questi soggetti sul campo operare insieme per un obiettivo comune è particolarmente gratificante”, afferma Giovanni, che aggiunge: “Fa parte della strategia di Mani Tese coinvolgere le aziende e le Associazioni della diaspora negli interventi di cooperazione internazionale e mi auguro che questo progetto, visti i buoni risultati, possa fare da modello per altri nel prossimo futuro”.

 “Sono felice di essere qui finalmente. Da diverso tempo coltivavo l’idea di collaborare con Mani Tese nel campo delle energie rinnovabili” afferma Micheal Metzger, fondatore di EQUA srl “Come azienda, credo che questo sia un buon modo di gestire il denaro: investendolo nello sviluppo attraverso la condivisione di conoscenze e tecniche, e oggi, lavorando con Yandalux ho apprezzato ancora di più il fatto che siano le donne e i giovani a puntare sullo sviluppo di questo settore in Burkina Faso”.

Anche Banyala P OUOBA, capa cantiere di Yandalux, è d’accordo: “Non è semplice essere una donna giovane e lavorare nell’ambito tecnico-scientifico. I clienti, quando mi vedono, a volte mi sottostimano. Poi, però, dopo l’installazione rimangono piacevolmente colpiti e capiscono che le donne possono fare anche questo lavoro”.

Banyala ha studiato come elettricista a Ouagadougou e poi all’università si è specializzata in energia solare. Racconta che sin da piccola le piaceva armeggiare con gli attrezzi e che sua madre l’ha quindi spinta a fare una scuola tecnica. Dal 2016 lavora con Yandalux ed è una delle due donne ingegnere presenti nell’impresa.

Donne al centro per uno sviluppo inclusivo e sostenibile” è un vero e proprio approccio che Mani Tese sta adottando nel corso del progetto più che un semplice titolo. Un approccio in cui le giovani donne hanno un ruolo fondamentale. “Tocca noi ora lavorare per cambiare le cose in Italia e in Africa” afferma Aicha Cissé “Tocca a noi impegnarci per l’emanciparci dai retaggi coloniali e riprendere a costruire un futuro sostenibile insieme”.