Guinea-Bissau, empowerment femminile contro la violenza di genere

I progetti puntano da un lato
a sensibilizzare la popolazione
e dall’altro a rendere le donne
più autonome e consapevoli
favorendo il loro inserimento
sociale e lavorativo

Di Marika Sottile, cooperante di Mani Tese in Guinea Bissau

Mani Tese in Guinea-Bissau ha iniziato a occuparsi dei diritti delle donne dal 2008, focalizzandosi dapprima sul supporto ad attività di sviluppo economico femminile e successivamente abbracciando il tema della protezione e prevenzione nel quadro della violenza basata sul genere (VBG) con una strategia sempre più trasversale e multi-stakeholders che mira a sedimentare la prospettiva di genere nella società attraverso la presa in carico da parte delle istituzioni delle attività, degli strumenti e dei servizi elaborati nei progetti. La protezione e la prevenzione sulla VBG e lo sviluppo di attività economiche femminili costituiscono i due filoni principali di azione. Sebbene ciascuno abbia una propria peculiarità, è sempre presente un’interconnessione tra i due settori di intervento, poiché l’esperienza ha dimostrato che ’integrazione delle due componenti ha un impatto maggiore. Le azioni di Mani Tese sul tema in Guinea- Bissau si sviluppano tra il Settore Autonomo di Bissau e le regioni di Bafatà, Gabu, Cacheu, e Cachungo con un’estensione verso Oio, Tombalì e Quinara grazie alla cooperazione con i partner che operano in queste altre zone. Il primo filone, in modo particolare, ha visto l’implementazione di un progetto pilota “No na cuida de no vida, mindjer” tra il 2018 e il 2021 cofinanziato dall’Unione Europea sviluppato sugli assi della protezione attraverso l’accoglienza nei centri di Bissau e Sao Domingos delle vittime di VBG; reinserimento familiare e lavorativo attraverso accompagnamento psico-sociale, formazione e opportunità di stage; prevenzione con attività di sensibilizzazione sui temi della violenza di genere e dei diritti delle donne quanto per le beneficiarie dirette degli interventi quanto per le loro famiglie e le comunità di appartenenza.

Nel quadro dell’empowerment femminile in area rurale, invece, il progetto “Juntas” realizzato da Mani Tese insieme alla ONG italiana AIFO e cofinanziato dall’ Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo per il biennio 2019-2021, è l’ultimo di una serie di interventi precedenti in cui si è contribuito a consolidare l’agroecologia come strumento di sviluppo economico per le donne delle aree rurali. Da una ricerca che ho condotto per la mia tesi di Laurea Magistrale è emersa l’importanza delle attività economiche delle donne per il benessere proprio e della famiglia di appartenenza. Non soltanto le tecniche agro-ecologiche – e in primo luogo, la sostituzione degli input chimici con quelli naturali – si sono rivelate la prima fonte di sviluppo economico delle donne, non dovendo più queste investire denaro per l’acquisto degli fertilizzanti chimici, ma le attività di ©Flavio Gomes Sambù, FL Produções sviluppo economico hanno anche giovato alla realizzazione personale delle donne e a una valorizzazione a livello familiare e sociale.

Nelle interviste sul campo, le donne hanno raccontato come lavorando abbiano ottenuto molti benefici, tra cui riuscire a pagare le tasse scolastiche dei figli, acquistare cibo e vestiti o pensare a qualche nvestimento, come la casa. Allo stesso tempo, il progetto ha previsto l’inserimento di strumenti di protezione come il Sistema di Allarme Comunitario (SAC), e di prevenzione della violenza basata sul genere nelle stesse comunità del progetto attraverso azioni di sensibilizzazione quali i djumbai (dibattiti organizzati nelle comunità, ndr) e campagne di sensibilizzazione radiofoniche. Altrettanto eloquente è uno dei risultati di una ricerca compiuta nel quadro del progetto “Protection and Durable Solution for Refugees and Asylum Seekers in Guinea Bissau” cofinanziato da UNHCR tra il 2017-2022, che ha messo in luce che nelle comunità in cui le donne sono indipendenti dal punto di vista economico la frequenza della VBG è ridotta. Nell’ultimo anno, Mani Tese si è anche impegnata nell’introduzione della prospettiva di genere nel progetto Ianda Guiné Galinhas. In questo contesto, Mani Tese lavora a stretto contatto con
l’Unità di Coordinamento del programma UE per la formazione degli animatori del progetto sulle questioni di genere. Infine, un passo avanti rispetto ai progetti fin qui menzionati è stato compiuto nella progettazione di prossimo avvio con l’introduzione della componente di advocacy. “No na tene diritu a um vida sim violencia” e “Coinvolgiamo tuttə per costruire il nostro futuro: Politiche, formazione e lavoro
per un business inclusivo!” sono due futuri interventi, di cui Mani Tese è capofila, cofinanziati rispettivamente da UE e AICS che, oltre a dare continuità alle azioni di protezione e sviluppo
economico per le donne, creeranno dei tavoli di concertazione tra le organizzazioni nazionali, internazionali e istituzioni locali per sviluppare proposte e azioni di politica pubblica sinergiche che mettano le donne al centro, rispettandone il diritto all’auto-determinazione in tutte le sfere della vita quotidiana.

Articolo pubblicato nel numero di dicembre 2022 del Giornale di Mani Tese: LINK