Due interviste esclusive sui Trattati di Libero Scambio

In una lettera alla Casa Bianca, datata 23 Aprile si legge: “dopo un anno di negoziato, siamo sempre più preoccupati che l’attuale cornice che si sta delineando potrebbe incorporare alcuni degli aspetti più preoccupanti di passati Trattati” . Non si tratta di una rete Stop TTIP, tanto meno di un tanto vituperato gruppo antiTTIP europeo, in […]

In una lettera alla Casa Bianca, datata 23 Aprile si legge: “dopo un anno di negoziato, siamo sempre più preoccupati che l’attuale cornice che si sta delineando potrebbe incorporare alcuni degli aspetti più preoccupanti di passati Trattati” .

Non si tratta di una rete Stop TTIP, tanto meno di un tanto vituperato gruppo antiTTIP europeo, in odor di antiamericanismo, almeno a quanto riferiscono Governo italiano e Commissione Europea. Si tratta di 31 deputati democratici al Congresso degli Stati Uniti, seriamente preoccupati che il TTIP possa disarticolare normative e standard di tutela dei diritti dei consumatori e dei lavoratori. 

Questo e molto altro si legge nel sito STOP TTIP, campagna alla quale Mani Tese aderisce dal 2015. 

Il 18 aprile scorso sono state più di 750 in tutto il mondo (oltre 550 in Europa, 74 negli Stati Uniti, 17 in Asia e Oceania, 12 in Centro e Sudamerica, 4 in Africa), 40 solo in Italia, le iniziative e le mobilitazioni che hanno coinvolto migliaia tra organizzazioni della società civile, sindacati, associazioni di consumatori, ambientaliste, organizzazioni non governative, religiose per dire No al Trattato Transatlantico tra Stati Uniti e Unione Europea a pochi giorni dal nuovo Round negoziale di deregolamentazione dei commerci.

Abbiamo deciso di intervistare due docenti universitari sul tema per approfondire e comprendere meglio di cosa si tratta veramente.

 

STEFANO LUCARELLI

Ricercatore di Economia Politica presso il Dipartimento di Scienze Aziendali, Economiche e Metodi Quantitativi dell’Università di Bergamo, dove insegna Economia Monetaria Internazionale ed Etica Economica e dell’Impresa. Laureatosi in discilpine economiche e sociali presso l’Università Bocconi ha poi conseguito il Dottorato in economia politica presso l’Università Politecnica delle Marche.

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ANDREA FUMAGALLI

Laureato nel 1984 all’Università Bocconi in discipline economiche e sociali con una tesi sul processo inflazionistico e l’intermediazione creditizia nell’Italia degli anni ottanta. Ha frequentando importanti istituti accademici europei e statunitensi, tra cui l’École des Hautes Études en Sciences Sociales a Parigi e la New School for Social Research a New York. Nel 1990 consegue il titolo di Dottore di Ricerca in Economia Politica presso il consorzio delle università milanesi costituito da Statale, Bocconi e Cattolica. Dal 2001 è professore associato di Economia Politica presso la Facoltà di Economia dell’Università di Pavia dove ha insegnato Macroeconomia e dove insegna Teoria dell’impresa. Insegna anche Economia politica della conoscenza presso il Corso di laurea in Comunicazione multimediale della stessa università e, dal 2011, Storia dell’Economia Politica presso la facoltà di Filosofia a Pavia.

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