14/09/2020

La Didattica a Distanza ha accentuato le differenze tra gli studenti e il 60% delle ragazze e dei ragazzi è rimasto indietro con compiti e lezioni.

È quanto emerge dall’indagine realizzata dalla Global Campaign for Education Italia (di cui Mani Tese fa parte), in collaborazione con AstraRicerche e basata su interviste a oltre 2.800 insegnanti in tutta Italia che hanno raccontato le difficoltà quotidiane degli studenti durante il lockdown fra disagio in famiglia, difficoltà di connessione e la fatica di mantenere la concentrazione davanti a uno schermo.

Secondo l’80% di loro, più della metà degli studenti è rimasta indietro nel percorso di studi e il motivo principale sarebbe la presenza di situazioni di disagio in famiglia, come ad esempio la mancanza di spazi dove studiare o seguire le lezioni e tensioni in famiglia.

“I risultati dell’indagine ci aiutano a capire quanto il periodo di lockdown abbia inciso sull’aumento della povertà educativa in Italia – afferma Giacomo Petitti, Responsabile Educazione e Formazione di Mani Tese – Più dell’80% degli insegnanti dichiara che con le scuole chiuse le differenze tra gli alunni si sono accentuate e chi aveva meno possibilità di seguire le lezioni a distanza è rimasto indietro.”

“I prossimi mesi – continua Petitti – saranno decisivi per cercare di ridurre la distanza tra gli studenti che hanno una situazione familiare agiata, una connessione stabile e un device a propria disposizione, e quelli che non sono in condizione di godere appieno da casa del diritto allo studio. È su di loro che occorre concentrare gli sforzi.”

“Mani Tese, con il proprio programma di contrasto alle povertà educative attivo in cinque regioni italiane, è accanto ai minori, agli insegnanti e ai genitori con progetti concreti, attraverso i quali faremo del nostro meglio per ridurre il gap e assicurare a tutte le bambine e i bambini le stesse possibilità di ricevere un’istruzione adeguata. ”

Qui puoi leggere il comunicato stampa della Global Campaign for Education Italia: https://www.gceitalia.org/post/indagine-gce-astraricerche

Qualche info sulla Global Campaign for Education Italia

La Global Campaign for Education Italia nasce l’11 dicembre 2008, quando un gruppo di organizzazioni che aderiscono alla campagna a livello internazionale e sono presenti in Italia lanciano la Coalizione italiana che si impegna a coinvolgere altre organizzazioni interessate e con competenza sul tema educazione, nonché partner strategici per sviluppare le attività della campagna. Aderiscono alla Coalizione italiana della Campagna Globale per l’Educazione (CGE): ARCS – Children in Crisis – CBM Italia – CIFA Onlus – Cisl Scuola – ICEI – Magis – Mais Ong – Mani Tese – Oxfam Italia – Plan International – PRO.DO.C.S. – RE.TE.Ong – Save the Children Italia Onlus – Sightsavers International Italia – VIS – WeWorld.

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Giacomo

Mi chiamo Giacomo Petitti di Roreto, e se dovessi dirlo in due parole, il cuore del mio lavoro è accompagnare i giovani di età compresa tra zero e novantanove anni nel loro percorso per diventare cittadini globali. È una strada che passa attraverso il riconoscimento della complessità, la comprensione dell’interdipendenza tra ambiente, economia e società, […]

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Commenti

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    Antonia Marchianò
    2 anni fa

    La Didattica a Distanza ha accentuato le differenze tra gli studenti e il 60% delle ragazze e dei ragazzi è rimasto indietro con compiti e lezioni. Il 60% dei ragazzi? Di tutte le scuole? Così sembrerebbe, da come è scritto! Non mi risulta, almeno nella mia scuola, un istituto tecnico industriale, quindi non un'isola felice, ma una scuola con tante realtà anche difficili, sia economicamente che socialmente. La scuola, però, ha distribuito computer, tablet e giga a tutti i ragazzi con problemi economici o di connessione. Solo la mia scuola? Dalle informazioni che ho, non mi sembra. Scuole chiuse? Dove? Ricordo di aver fatto lezione con i miei ragazzi ogni giorno. È andato e sta andando tutto bene? Non sempre! Tante difficoltà e poco aiuto concreto (da almeno trent'anni, questi sono i miei anni di insegnamento) Certo non ho mai sentito tante proteste e visto tanta attenzione verso la scuola come da quando è iniziata la DAD! Negli anni passati, qualche denuncia, ad inizio anno scolastico (mancanza di docenti, classi pollaio, edifici e classi in situazioni precari.... potrei continuare all'infinito, poi il silenzio e tutto è rimasto sempre uguale! Ho insegnato in tanti tipi di scuola e in realtà difficili e gli aiuti economici e non solo economici sono sempre utili per aiutare i ragazzi in difficoltà. Ma forse un vero aiuto sarebbe nella presa di coscienza che è la società che deve cambiare se vogliamo aiutare questi ragazzi e le loro famiglie. Una società chiassosa, rissosa e incollata ad uno schermo ( stressante se serve per la DAD), che non comprende o non vuole comprendere ( penso al film della Cortellesi e Albanese, " Come un gatto....") l'importanza della cultura e dell'acquisizione delle competenze necessarie per trovare un lavoro e migliorare così il futuro di questi ragazzi. Non ho sentito contestare nessuno quando hanno ridotto le ore di insegnamento delle materie di base( scuole elementari e scuole medie) però sento tante parole sui risultati Invalsi. Avete intervistato un campione di 2800 insegnanti che hanno lamentato insuccessi, ora provate ad intervistare quelli che, invece, tra mille difficoltà e con realtà veramente complesse, sono riusciti ad ottenere dei risultati. Così bilanciamo i dati e non alimentiamo inutili polemiche in un momento di pandemia dove la DAD è necessaria per limitare i contagi, perché la scuola non è un luogo sicuro, è come tutti gli altri luoghi chiusi con troppe persone dentro e poca distanza (un metro!!). Al contrario, vorrà dire che voi e questi 2800 docenti ( beati loro!) siete fra i pochi fortunati a lavorare in ottime scuole, con aule spaziose ed edifici adeguati e quindi più che ai danni del contagio, raccogliete i danni della DAD, dimenticando che viene utilizzata in un momento di pandemia con numeri impressionanti. Ovviamente, tutte le scuole devono cercare di prevenire e risolvere i problemi educativi con progetti e interventi. Ma basta con le polemiche e gli striscioni contro la DAD (i dati sui contagi parlano da soli).

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