Cibo, clima e città

II progetto Food Wave e le scuole di attivismo di Mani Tese. L’onda dei giovani europei per partecipare alla governance delle politiche pubbliche sul cibo e della transizione agroecologica delle proprie città.

di FRANCESCA GIACOMETTI, Area Advocacy di Mani Tese

Da sempre per Mani Tese il diritto al cibo è legato indissolubilmente a questioni di giustizia ambientale, sociale ed economica. Il modo con cui coltiviamo, ci nutriamo e produciamo scarti alimentari comporta effetti rilevanti sulla nostra salute e su quella dell’ambiente.

In questa direzione la nostra associazione ha realizzato diverse iniziative negli ultimi anni. Tra queste ricordiamo l’Expo dei Popoli del 2015, che con i suoi delegati ha chiesto a gran voce più sovranità alimentare e più agroecologia, il progetto “Agrecologia in Martesana” e l’installazione “La Terra mi sta stretta”.

Dal 2020 partecipiamo al progetto Food Wave, finanziato dalla Commissione Europea, coordinato dal Comune di Milano e realizzato in partnership con sedici enti locali e tredici organizzazioni della società civile, dislocate in sedici Paesi europei e in Brasile.

L’onda del cibo

Dati recenti hanno dimostrato che l’agricoltura industriale, da sola, è responsabile di circa un terzo delle emissioni di CO2 a livello globale. Allo stesso tempo è il settore che viene più penalizzato dagli stessi cambiamenti climatici che ha contribuito a causare. È come un’onda anomala che deve essere fermata.

Food Wave (letteralmente “l’onda del cibo”) vuole provare a infrangere l’attuale situazione paradossale dell’agricoltura industriale proponendo sistemi alternativi del cibo e generando una spinta al cambiamento a partire dai e dalle giovani europee. Il progetto ha infatti creato una rete europea con l’obiettivo di coinvolgere i giovani di 20 città sul tema del cibo e dei sistemi agroalimentari urbani sostenibili. Argomenti come la transizione agroecologica o i sistemi alternativi del cibo si inseriscono quindi nel contesto di Food Wave abbinandosi al problema del cambiamento climatico e alla dimensione urbana dell’agricoltura, andando a creare un nesso tra cibo, clima e città con molteplici sfide e altrettante opportunità.

I giovani che vivono nelle città europee sono chiamati all’azione in qualità di generatori di cambiamento. A partire dalle proprie abitudini alimentari e di consumo fino ad arrivare alle politiche pubbliche, servono nuovi paradigmi per far fronte a una transizione tanto urgente quanto necessaria.

Gli strumenti del cambiamento

Per generare cambiamento, però, servono degli strumenti adeguati, fondati su dati scientifici aggiornati e che sfocino in competenze utili nella pratica.

Uno dei pilastri di Food Wave affidati al coordinamento di Mani Tese è proprio quello legato alla formazione di giovani attivisti che possano interagire sia con la comunità locale, sia con le amministrazioni per portare avanti dei progetti di rigenerazione agricola e forestale e, in ultimo, contribuire allo sforzo comunitario di mitigazione e adattamento al cambiamento climatico.

A questo scopo, sono state organizzate in tutta Europa diverse scuole di formazione per attivisti e nello specifico, a Milano, due edizioni si sono susseguite tra l’inverno del 2020 e l’estate del 2021.

Organizzate in collaborazione con Fondazione Acra, il Comune di Milano e il comune di Torino, le due edizioni della scuola di attivismo “Cibo, Clima e Città” hanno dato l’opportunità a circa 60 ragazze e ragazzi di confrontarsi con esperti, rappresentanti della Milano Food Policy (che a ottobre scorso ha inoltre ricevuto l’Earthshot Price per gli Hub Antispreco) e realtà attive sul territorio cittadino (CasciNet per la rigenerazione agricola, Recup per la lotta allo spreco alimentare e Pane Quotidiano per il tema del diritto al cibo). In questo modo, i partecipanti – provenienti principalmente da Milano e Torino – hanno potuto conoscere meglio il panorama associazionistico e istituzionale milanese legato ai sistemi alimentari alternativi, agroecologici e inclusivi.

In parallelo alle scuole di attivismo, un bando del Comune di Milano per la realizzazione di “street actions”, attività aperte alla popolazione di diversi quartieri delle città di Milano e Torino, ha consentito di portare i temi di Food Wave al di fuori del cerchio degli addetti ai lavori, proponendo eventi pubblici ad alto contenuto creativo e partecipativo per le comunità coinvolte. Tutte queste attività contribuiscono a perseguire quello che è il vero obiettivo del progetto: costruire e rafforzare una rete di reti giovanili che nelle città target possa diventare un soggetto politico riconoscibile, capace di partecipare alla governance delle politiche pubbliche sul cibo, avanzare proposte concrete, in collaborazione con le associazioni e le Ong locali che da tempo di occupano del tema, monitorare la transizione agroecologica delle nostre città, in linea con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile che le Nazioni Unite intendono raggiungere da qui al 2030.

Foto di Alberto Martin