AFRICA, IL RUOLO E IL VALORE DEI SOGGETTI LOCALI

Da diversi anni l’Africa è per Mani Tese il continente con il maggior numero di progetti e risorse allocate. Attualmente siamo presenti in cinque Paesi.

di GIOVANNI SARTOR, responsabile area Cooperazione Internazionale*

Da diversi anni l’Africa è per Mani Tese il continente con il maggior numero di progetti e risorse allocate. Si è presenti in cinque Paesi: Benin, Burkina Faso, Guinea Bissau, Kenya e Mozambico per un totale di 11 progetti, tutti di dimensione medio-grande, attualmente in corso. In questi Paesi, con l’eccezione del Mozambico, Mani Tese è operativa con un suo ufficio e un suo staff. I progetti sono tendenzialmente pluriennali e sono cofinanziati dall’Unione Europea, l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, la Cooperazione Decentrata e le Fondazioni di origine bancaria, oltre a privati cittadini.

Il settore di intervento più importante è quello della sovranità alimentare, che comprende azioni di sviluppo rurale con un approccio che promuove i piccoli allevatori e produttori agricoli, l’agroecologia, la diversificazione produttiva, il rafforzamento delle organizzazioni dei contadini, il ruolo delle donne e la finanza rurale, con un’attenzione particolare alle diverse fasi delle filiere dalla produzione alla trasformazione e commercializzazione dei prodotti. Altri interventi riguardano la protezione dei diritti umani, la giustizia ambientale, lo sviluppo di microimprese e le energie rinnovabili. Vi sono alcune caratteristiche che contraddistinguono l’operato di Mani Tese in Africa che è possibile riassumere in tre parole: il partenariato, la presenza e lo scambio.

Il partenariato

Da sempre Mani Tese opera in Africa supportando e valorizzando soggetti locali rappresentanti della società civile inseriti nel contesto di riferimento e profondi conoscitori delle problematiche e delle dinamiche del loro Paese. Si è passati però negli ultimi anni da forme di partenariato “semplice”, dove Mani Tese si rapportava ad uno o più soggetti locali con i quali implementava i diversi interventi, ad un partenariato complesso. Esso coinvolge più soggetti, non solo locali, ma anche italiani o di altri Paesi, spesso altre ONG ma anche realtà organizzate come Slow Food, Università, Imprese, Scuole. Mani Tese in alcuni casi ha la responsabilità di coordinare il progetto, in altri è partner per un’azione particolare. Ogni soggetto mette a disposizione le proprie expertise e capacità. Il ruolo di Mani Tese, quando ha la responsabilità del coordinamento, è quello del regista che conosce il contesto, gli attori locali e le diverse problematiche e può far da tramite tra le comunità target e i diversi soggetti esterni, che altrimenti farebbero fatica ad intervenire in maniera puntuale e corretta. Ed è questo un ruolo che sempre più Mani Tese dovrà svolgere in futuro: il nodo principale di una rete di relazioni e collaborazioni che vede diversi soggetti intervenire su un determinato progetto, che il nodo stesso garantisce si muovano verso un obiettivo comune, finalizzato alla risposta dei bisogni espressi dalle comunità locali con le quali si opera.

La presenza

Un’altra caratteristica fondamentale che Mani Tese ha rilanciato in questi ultimi anni è la presenza nei Paesi. Una presenza leggera, che si inserisce nel contesto e non si sostituisce ai soggetti locali, ma serve invece a rafforzare e rendere effettiva la collaborazione reciproca. In alcuni casi i partner locali sono gruppi e associazioni di villaggio, di donne come di contadini, ed è Mani Tese che segue l’evoluzione dell’intervento; in altri casi è una realtà più strutturata che esegue direttamente il progetto con il supporto dell’équipe di Mani Tese.

La presenza non è solo legata alla gestione delle azioni già previste ma è funzionale allo sviluppo di nuove idee progettuali sulla base dei bisogni che si rilevano ogni giorno e delle relazioni che si costruiscono sul campo con gli altri attori, siano essi locali o internazionali, con i quali già si collabora ma anche con soggetti nuovi che si incrociano nella stessa area di intervento o alle riunioni di coordinamento. La presenza infatti permette di essere presenti ai tavoli di confronto con altri attori della società civile, in alcuni casi anche con le istituzioni, ti dà l’opportunità di comprendere le priorità e le analisi che vengono fatte su di un determinato contesto e anche esprimere la propria opinione, in quanto soggetto riconosciuto e legittimato.

Questa dinamica è maggiormente efficace in Paesi piccoli come per esempio la Guinea Bissau o a livello di regioni dove Mani Tese opera. In Benin e Kenya, per esempio, i nostri uffici non sono nella capitale ma nelle regioni dove realizziamo gli interventi. Questo facilità le relazioni anche con le autorità locali, sempre più importanti dopo i processi di devolution che hanno coinvolto soprattutto il Kenya con l’istituzione delle contee ma anche il Burkina Faso e il Benin. La presenza è infine necessaria per garantire continuità nel tempo agli interventi: una cooperazione mordi e fuggi, che purtroppo esiste ed è spesso causata dal sistema dei finanziamenti spesso previsti senza una strategia di lungo periodo, non va da nessuna parte.

Lo scambio

Questo è un ambito che è sempre stato presente nel lavoro di Mani Tese: si pensi ad esempio ai seminari di approfondimento che spesso sono stati realizzati nel continente africano come le visite ai progetti dei gruppi locali che li sostenevano. Oggi lo scambio resta importante e in futuro sarà oggetto di sempre maggior attenzione. Non è ancora inserito in una strategia consolidata ma in questi ultimi anni vi sono diversi esempi del lavoro fatto. Il gruppo di Treviso, grazie alle relazioni avviate con le associazioni della diaspora del Burkina Faso in Italia, ha realizzato un primo corso per il rafforzamento delle capacità e competenze di donne immigrate intitolato “Quello che possono le mani. Incontri di donne burkinabé e donne italiane per condividere sogni e saperi”, percorso parallelo ad attività simili che si svolgono con le donne in Burkina Faso.

Quest’estate si è svolto il primo campo estivo in Kenya per volontari, che ha permesso di visitare i progetti realizzati da Mani Tese nel Paese e utilizzare le infrastrutture di accoglienza realizzate da un progetto di qualche anno fa e oggi gestite dalle comunità locali. Nell’ambito dell’educazione alla cittadinanza mondiale è stata realizzata un’azione di scambio e formazione degli insegnanti italiani e beninesi con un corso realizzato in Benin. Per quanto riguarda la giustizia ambientale i casi dei progetti in Guinea Bissau e Kenya sono stati presentati alla Summer School organizzata da Mani Tese in Italia e il caso del Kenya è stato poi scelto per un approfondimento.

L’idea che piano piano sta maturando è quella di andare verso un rapporto di reciprocità dove non esistono più progetti in Italia e progetti in Africa, ma programmi e una strategia che affronta problematiche sempre più globali che coinvolgono tutti con interventi appropriati ai diversi contesti e target di riferimento e coordinati da un’unica regia e con uno stesso comune obiettivo.

*Articolo comparso sul Giornale di Mani Tese di dicembre 2016