Mi chiamo Paolo Greco, sono da sempre impegnato nel volontariato e nel sociale: negli anni ‘60 in doposcuola e nei c.d. “gruppi spontanei” poi in cooperative sociali e in associazioni di tutela di persone soggette ad attacchi di panico. Anche la mia attività lavorativa è iniziata prima nel sindacato poi è proseguita come docente universitario di diritto del lavoro. Dopo 42 anni sono andato in pensione anche perché non sopportavo di stare in categoria che aveva messo in secondo piano le tematiche di intervento sulla società.
Ho incontrato Mani Tese venti anni fa, quando mi sono messo a studiare la globalizzazione. Mi è subito piaciuta: hanno inciso la disponibilità, l’impegno e la qualità di Renato Briganti e del gruppo di Napoli. E perché l’impegno di giustizia mi sembrava essere un modo molto importante per orientare/contrastare maniera intelligente la globalizzazione.
Giudico assai prezioso il fatto che Mani Tese sia anche un’associazione di volontariato, una struttura nella quale vi sia una condivisione aperta e non orientata delle problematiche che riguardano lo sviluppo globale e il miglioramento delle condizioni di vita di tutti.
In Mani Tese il mio impegno è principalmente su due punti: a far crescere i momenti di coesione associativa e di comunicazione delle esperienze e delle relazioni e sviluppare la consapevolezza dell’urgenza di modificare un modello di sviluppo finora gestito in un modo ottuso e sostanzialmente suicida.