Giovanni

Mi chiamo Giovanni Mozzi e ho sentito parlare per la prima volta di Mani Tese alla fine degli anni ’60 dai miei compagni d’oratorio, che avevano partecipato alle marce caratterizzanti i primi anni dell’associazione.

Decisi allora di venire a Mani Tese per dare il mio contributo nell’allora Ufficio Tecnico (ora Area Progetti), che era totalmente composto da volontari. Da allora ho fatto di tutto, dalla raccolta degli ingombranti (con deludenti performance) alla presidenza.

A spingermi fu l’imperativo categorico della solidarietà, riassumibile in estrema sintesi nella sentenza dei padri della Chiesa “Nutri colui che è moribondo per fame, perché se non l’hai nutrito, l’hai ucciso”, ricordata dalla Gaudium et spes del 1965.

Poi con il tempo ho imparato ad apprezzare lo splendido spettacolo della generosità, di una generosità esagerata, entusiasta ed entusiasmante, che si vive in Mani Tese: mi apre il cuore, mi fa meditare sulla reale natura dell’essere, mi dà felicità.