21/05/2019
di Mani Tese Catania
INTEGRAZIONE E PRATICHE DI SOSTENIBILITÀ’ CONCRETA GUIDANO LE AZIONI DEL PROGETTO FIERI. IL GRUPPO LOCALE DI MANI TESE È RIUSCITO, INSIEME AD ALTRI PARTNER, A INSEDIARE IN UN CONTESTO DIFFICILE UN MODELLO DI LAVORO INNOVATIVO PER IL TERRITORIO.
La Sicilia, affacciata sul Mediterraneo – il mare tra le terre – è da sempre naturale approdo e crocevia di genti. A maggior ragione oggi che le popolazioni del Sud del Mondo vengono messe nelle condizioni di competere per risorse sempre più scarse e i conflitti che ne conseguono forzano lo spostamento verso regioni che potrebbero offrire condizioni di vita migliori. La Sicilia, però, si confronta essa stessa con le conseguenze di un modello di sviluppo che, dopo aver deturpato un ambiente bellissimo, non offre molte prospettive alla sua popolazione. Il progetto FIERI (Fabbrica Interculturale Ecosostenibile del Riuso) nasce proprio con l’obiettivo di offrire un’opportunità a chi arriva in Sicilia, fuggendo da condizioni di vita insostenibili, promuovendo nello stesso tempo un riequilibrio nel nostro rapporto con l’ambiente verso un’economia meno predatoria e diseguale che valorizzi i saperi che si sono stratificati nel tempo sull’isola.
Ci siamo posti dunque due domande: cosa può servire ai migranti dopo l’accoglienza? E nello stesso tempo: cosa manca a Catania e cosa serve alla città? Nel cercare le risposte a queste domande si è pensato a un progetto che potesse coniugare da un lato l’esigenza di creare opportunità lavorative per migranti e dall’altro la necessità di sviluppare delle attività di riuso, poco praticate a Catania, valorizzando nello stesso tempo le capacità degli stessi migranti che spesso provengono da Paesi in cui il riuso è pratica quotidiana. FIERi nasce nel 2015 quando 13 realtà (ARCI Catania, Ass. Mani Tese Sicilia, Ass. Rifiuti zero, Cooperativa Prospettiva, Ass. A’ Fera bio, Ass. Mauriziani di Catania, Cooperativa Al reves sartoria, Circolo ARCI Faber, Ass. Zeronove ciclofficina, Ass. Risorti Migranti, Ass. Makeba, Circolo ARCI Melquiades, Ass. Mettiamoci in gioco) si riuniscono con l’intento di pensare a un luogo dove creare opportunità formati ve e lavorative per i migranti presenti nel territorio attraverso attività legate al riuso. Lo spunto è arrivato grazie a un bando di Fondazione con il Sud che prevedeva degli aiuti per progetti sui migranti. È nata così la “Fabbrica Interculturale Eco sostenibile del Riuso”.
Il progetto FIERi
La prima parte del progetto FIERi prevedeva la ristrutturazione di un casolare con annesso terreno (di proprietà del Comune di Catania, partner anch’esso del progetto) da anni abbandonato, che è stato concesso in comodato d’uso e restituito alla collettività. Una volta completati i lavori, all’interno dei locali ristrutturati, è iniziata la seconda fase del progetto ovvero un’attività di formazione rivolta ai migranti, per la maggior parte minori non accompagnati, ospiti nelle strutture di accoglienza presenti a Catania. Preceduti da corsi di formazione per i docenti e di italiano per i migranti, si sono così avviati i laboratori di falegnameria, sartoria, riparazioni elettriche, saponificazione, serigrafia, eco-design, eco-gioielli e riparazione bici che hanno coinvolto circa 150 migranti e una decina di ragazzi catanesi. Nella fase successiva, le Officine, i ragazzi più motivati, che hanno partecipato alla formazione, hanno iniziato a sperimentare la realizzazione di oggetti e articoli che sono stati messi in vendita in diversi mercatini. Sulla base delle esigenze dei ragazzi ci si è dedicati soprattutto ai laboratori di falegnameria, di sartoria e di eco-gioielli, che sono le attività tutt’oggi prevalenti.
Dopo questa sperimentazione, constatato il buon riscontro che gli oggetti realizzati hanno avuto nei vari mercatini, si è passati all’ultima fase del progetto: la costituzione di una cooperativa di lavoro. La cooperativa FIERi si è costituita a dicembre 2018 e vede attualmente coinvolti 2 ragazze/i migranti e 3 italiani.
Rilevante è stato l’aspetto economico del progetto a causa dell’elevato costo di ristrutturazione dell’immobile del Comune. A fronte del finanziamento di Fondazione con il Sud pari all’80 % del costo complessivo è stato quindi necessario promuovere una campagna di raccolta fondi attraverso la piattaforma “Produzioni dal basso” per coprire, almeno in parte, i costi di cofinanziamento. I 20.000 euro raccolti sono la somma di tanti piccoli contributi delle molte persone che hanno creduto nel progetto e di due donatori maggiori, che hanno contribuito con una quota di 5.000 euro a testa (il Consorzio Le Galline Felici e Banca Etica).
Un’esperienza da proseguire
Il bilancio del progetto è sicuramente positivo: un bene pubblico in abbandono è stato ristrutturato e restituito alla città; 150 migranti hanno fruito di una formazione sulle tecniche di riuso che potranno utilizzare durante il loro progetto di vita; è nata una cooperativa di lavoro che vuole dare dignità alle persone coinvolte; il progetto ha dimostrato come diverse realtà possono lavorare insieme, con successo, per un obiettivo concreto. Non sono mancate criticità, dal turn over di giovani stranieri coinvolti, provenienti da strutture di prima accoglienza, che ha tolto continuità alle attività in quanto si trattava spesso di persone di passaggio, alle difficoltà di remunerazione del lavoro dei giovani coinvolti, puntando solo sul ricavato delle vendite.
Forti dell’esperienza fatta finora si progetta il futuro. La sostenibilità economica della cooperativa FIERi passa per il potenziamento della raccolta di materiali da riusare e riattare e dei canali di vendita e per la diversificazione dei prodotti.
La partecipazione regolare a mercatini artigiani, come il Pop-Up Market, verrà affiancata da uno spazio permanente allestito per l’esposizione e la vendita all’interno dei locali di FIERi e da spazi dedicati all’interno di alcune realtà commerciali di Catania che siano anche promozione di uno stile di vita meno consumistico e più responsabile. La possibilità di valorizzare la creatività di ognuno è uno degli aspetti più interessanti di queste attività: al momento, ad esempio, si sta lavorando alla creazione di gadget e di giochi in legno per bambini e alla realizzazione di una linea di vestiti e accessori che coniughino le diverse culture: stoffe africane e di riuso e stile afro/europeo.
L’importanza del mantenimento di questo progetto va ben oltre la soddisfazione di aver fatto un buon lavoro. FIERi si trova nella periferia di Catania, in uno di quei quartieri considerati difficili, dove le buone pratiche di rispetto ambientale sono meno diffuse e dove è più facile che ci sia diffidenza verso i migranti, dove minore è la fiducia delle persone nelle loro possibilità. FIERi è lì a mostrare che non è impossibile cambiare le proprie abitudini, è lì a far incontrare persone che altrimenti non ne avrebbero occasione, è lì perché se hai una buona idea forse con una “mano d’aiuto” potrai anche realizzarla.
Articolo pubblicato sul numero di Giugno 2019 del Giornale di Mani Tese.