04/04/2015
o a Mpeketoni, lo scorso anno.
Un colpo ancora alla già fragile industria turistica, uno dei principali vettori economici del paese, in cui giocano un ruolo importante anche attori italiani, specie nella zona costiera.
La situazione e’ tesa, ma lo era già da molto tempo, con piccoli attacchi, che non avevano raggiunto la stampa internazionale e frequenti warning da parte delle principali ambasciate, spesso letti come ingerenze nella vita del paese. L’ultimo appena qualche giorno
prima dell’attacco.
Come Mani Tese Kenya la nostra vicinanza va alle vittime e a tutto il paese. E la condanna di un atto che vuole alimentare la spirale di odio e di divisione. Auspichiamo che la risposta sia di unita’, di inclusione e che non venga dato spazio alla paura.
Il nostro lavoro nel paese, a fianco delle comunità, mira appunto a dare opportunità di miglioramento economico e sociale, specie ai giovani, categoria a rischio di radicalizzazione, e promuove la effettiva partecipazione ai processi decisionali dal basso delle comunità.
Antidoto questo alla non accountability della classe politica e alla corruzione, fertili terreni di coltura per la crescita terroristica. Il nostro auspicio e’ di più cooperazione, per ridurre l’abbandono di molte zone del paese, dove e’ più facile quindi per i gruppi radicali
fare presa, e per un forte impegno per la stabilizzazione della Somalia, abbandonata a se stessa per 20 anni.
Solo con una risposta unita e che eviti la polarizzazione e gli odi, si riuscirà a depotenziare queste schegge impazzite di odio, la cui strategia e’ dividere e radicalizzare.