Sicurezza alimentare e nutrizionale in Kenya

Un progetto per ridurre la fame in Kenya rafforzando le capacità dei produttori su scala familiare e migliorando la loro sicurezza alimentare e nutrizionale.

Il contesto

La zona d’intervento si trova nel Kenya centrale all’interno del bacino del fiume Molo, uno dei corsi d’acqua che nascono dalla foresta Mau. È la maggiore foresta pluviale di montagna dell’Africa orientale e la maggior riserva d’acqua del Kenya, gravemente disboscata nel corso degli ultimi decenni. La riduzione della foresta ha provocato un repentino cambiamento climatico, una riduzione drammatica della piovosità e della portata d’acqua del fiume e un degrado progressivo del territorio a valle. Questo ha avuto gravi ripercussioni sui mezzi di sussistenza della popolazione.

La sub contea di Marigat ha sofferto particolarmente le conseguenze del cambio climatico e della mancanza di piogge, a cui si sono aggiunte pratiche di allevamento e agricoltura poco sostenibili, che contribuiscono alla degradazione del già estremamente fragile territorio. Il ridursi delle risorse naturali disponibili ha anche innescato una pericolosa spirale di violenza e instabilità.

Gli obiettivi

Il progetto Sicurezza alimentare e nutrizionale in Kenya, di durata biennale, si è sviluppato attorno al miglioramento della sicurezza alimentare e nutrizionale su tre assi: miglioramento della produttività dei piccoli agricoltori, diversificazione della dieta con proteine animali e promozione del reddito da prodotti forestali non legnosi.

Il progetto è stato costruito sulle esperienze acquisite a seguito di un precedente intervento realizzato da Mani Tese e NECOFA nella zona.

Le attività

Miglioramento della produttività dei piccoli agricoltori.

In questa fase si sono consolidati i 15 gruppi collegati ad altrettanti campi dimostrativi. Essi sono formati principalmente da donne e giovani ed uno dei risultati più importanti del progetto, afferente alla tematica trasversale di genere, è stato quello di creare opportunità per le donne, di solito ai margini in particolar modo nelle comunità pastorali. 

Diversificazione della dieta con proteine animali.

Il secondo ambito di intervento ha riguardato l’aumento di consumo di proteine, che, a causa del basso livello di reddito, è molto scarso. Quasi la totalità delle famiglie del posto consuma proteine animali una o al massimo due volte alla settimana. 

Diversificazione della dieta con proteine animali: la pesca.

Sono state fornite formazioni sulla tutela ambientale e sulla gestione sostenibile della pesca, sulle norme di igiene e sulla preparazione dei cibi. Sono state inoltre fornite e in certi casi realizzate varie attrezzature. Per la realizzazione delle attività di acquacoltura sono stati identificati 4 gruppi di donne. 

Diversificazione della dieta con proteine animali: le capre da latte.

Il secondo animale scelto per l’integrazione proteica dell’alimentazione è stata la capra da latte. 10 gruppi, per un totale di 218 donne, sono stati allo scopo formati e dotati di 38 capre di questa particolare razza, che incrociate con 10 animali di razza locale si sono moltiplicate fino quasi a raddoppiare.

Diversificazione della dieta con proteine animali: i suini.

La terza forma proteica identificata è stata quella di origine suina, la cui domanda è in costante crescita sul mercato locale. Il progetto durante la prima annualità ha identificato due scuole come siti dimostrativi per l’allevamento di maiali. Sono stati realizzate sessioni di formazione con allievi e allieve, che con il personale ausiliario delle scuole sono coloro che curano gli animali.

Promozione del reddito da prodotti forestali non legnosi: il miele.

La contea di Baringo è una delle migliori zone del Kenya per la produzione di miele, ma il potenziale non viene sfruttato appieno. Il progetto ha lavorato in questi due anni distribuendo 100 arnie tradizionali migliorate, che, grazie agli accorgimenti adottati, hanno mostrato la loro migliore adattabilità alle condizioni climatiche del luogo con un incremento del 20-30% della produttività.

Un ultimo dato: in due anni la produzione totale di miele raffinato è stata di 6 tonnellate (pari a ca. 9 tonnellate il miele vergine raccolto) con un incremento di ca. il 200% rispetto alle condizioni antecedenti il progetto.