01/12/2021

di ERICA BEUZER, FRANCESCO BUCCI, LUISA PODARU, Area Cooperazione Internazionale di Mani Tese

Quelimane, fondata dai portoghesi come stazione commerciale nel XVI secolo, è uno dei più antichi insediamenti del Mozambico. Dal 1793 è capitale amministrativa della Zambézia, la seconda provincia più popolosa del paese, situata nella zona centro-orientale.

La capitale amministrativa è la quarta città del Mozambico per numero di abitanti. Secondo l’ultimo censimento, nel 2017, contava 349.842 abitanti, con elevati tassi di crescita: nel 2021 Quelimane risultava essere la diciottesima città al mondo per tasso assoluto di crescita della popolazione (+5,14%) e secondo stime ONU la popolazione potrebbe più che raddoppiare entro il 2035, raggiungendo all’incirca gli 800mila abitanti.

Questi aspetti si intersecano con la condizione geografica del Mozambico che, con una popolazione stimata superiore ai 31 milioni di abitanti nel 2020, ha una delle coste più estese dell’Africa lungo la quale vive il 60% della popolazione, caratteristica che espone il Paese a intensi fenomeni atmosferici come cicloni e forti piogge, innalzamento del livello del mare e periodi di siccità che stanno minacciando il sostentamento e la salute delle sue comunità, oltre a limitarne lo sviluppo economico. I cicloni Idai e Kenneth nel 2019 e Eloise nel 2021 hanno provocato inondazioni ed erosione del suolo.

Crescita della popolazione ed esposizione costiera si combinano a Quelimane: la città sorge, infatti, sulle rive del fiume Bons Sinais, a circa 20 km dalla sua foce nell’Oceano Indiano. Parte della città si trova al di sotto del livello del mare con i residenti degli insediamenti informali nati nelle aree peri-urbane della città a seguito dell’afflusso nella città di persone dalle aree rurali, in conseguenza della guerra civile iniziata dopo la proclamazione dell’indipendenza nel 1975 e durata fino agli anni Novanta, particolarmente esposti alle inondazioni.

L’emergenza deforestazione

Ad aggravare la situazione, c’è il fenomeno del disboscamento delle foreste di mangrovie a opera dalle fasce di popolazione più povere, che ne utilizzano il legname per produrre carbone per riscaldarsi, cucinare e costruire case. La mangrovia è infatti una pianta che si sviluppa lungo le coste tropicali e utilizza a proprio beneficio l’acqua salmastra delle lagune o del mare. La pianta costituisce quindi la prima linea di difesa della città grazie alla sua funzione di barriera naturale che argina le maree e alla capacità di filtraggio dell’acqua che ne diminuisce la salinità. La rimozione dei mangrovieti rende sempre più difficile la produzione agricola, indebolita dagli alti livelli di sale che si ritrovano nelle falde acquifere del distretto di Quelimane (e lungo tutta la costa del Paese) e che degradano il suolo, minacciando quindi la sicurezza alimentare dell’area.

Gli impatti dei cambiamenti climatici sulla sicurezza alimentare risultano ancor più gravi se si considera che Quelimane e il Mozambico sono ancora fortemente dipendenti dall’agricoltura: circa 3,2 milioni di piccoli agricoltori sostengono il 95% della produzione agricola del paese. L’agricoltura è praticata su una superficie di poco inferiore al 10% del territorio agricolo disponibile e predomina l’agricoltura pluviale, il che rende l’intero settore vulnerabile agli shock climatici. A ciò si aggiungono gli effetti della pandemia da COVID-19 con la chiusura di molte attività economiche formali e informali.

Quelimane agricola e sostenibile: l’azione di Mani Tese

Tutto questo impatta maggiormente sui gruppi più ampi di popolazione come gli affamati nei villaggi e nelle città, i contadini marginalizzati, le vittime degli shock climatici.

Sono questi gruppi, queste persone, queste famiglie che Mani Tese ha sostenuto e sta sostenendo attraverso il progetto “Quelimane Agricola: produce, cresce e consuma sostenibile”. Il progetto, cofinanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, si propone di contribuire allo sviluppo sostenibile nei distretti di Quelimane, Nicoadala e Namacurra, attraverso il rafforzamento del sistema agroalimentare locale e dei suoi principali attori: produttori, settore privato e autorità locali. L’intervento, che è iniziato nel 2018 e terminerà alla fine del 2021, è realizzato in partenariato con UPC-Z (Unione dei contadini della Provincia della Zambézia), il Municipio di Quelimane, l’ONG ICEI, l’Università degli Studi di Firenze, il Comune di Milano, il Comune di Reggio nell’Emilia, la Fondazione E-35, e Gnucoop.

Nella città di Quelimane Mani Tese è impegnata a potenziare l’intera catena della produzione agricola, aiutando i contadini nelle campagne e collegandoli direttamente alle infrastrutture urbane, sia attraverso interventi di rigenerazione urbana con costruzioni di magazzini e riabilitazione di mercati sia attraverso l’organizzazione di fiere agro-ecologiche ed eventi di dimostrazioni culinarie.

Parallelamente alle attività più pratiche, il progetto prevede attività di formazione, sensibilizzazione e di attuazione di politiche pubbliche. La partnership con il municipio di Quelimane è sempre stata molto fruttuosa grazie al suo dinamismo continuo. A ottobre 2021 l’amministrazione della città è stata una delle prime in Mozambico a presentare un piano regolatore urbano, promosso attraverso il progetto Quelimane Agricola. Il municipio fa inoltre parte da diversi anni del network del Milan Urban Food Policy Pact (MUFPP) e, recentemente, in partnership con Mani Tese, è diventato uno dei primi 6 municipi membri del programma Green Cities Initiative, lanciato dalla FAO a giugno 2021.

Negli ultimi tre anni di intenso lavoro, attraverso il progetto Quelimane Agricola, sono stati raggiunti numerosi obiettivi. Al fine di supportare lo sviluppo delle capacità di produttori, 865 persone (che include il 65% di partecipanti donne) sono state coinvolte in campagne di formazione e informazione sulla corretta gestione delle risorse naturali. Parallelamente si è inteso migliorare la produzione agricola, sia in termini quantitativi che in termini qualitativi: in tal senso sono state realizzate 18 campagne agricole coltivate con tecniche di Agricoltura di Conservazione e Agricoltura Sintropica e sono stati distribuiti 1.055 kg di sementi per i campi agro-frutticoli e orticoli.

Nel distretto di Quelimane e nella zona peri-urbana della citta, inoltre, sono stati riforestati 4,4 ettari di mangrovie. La catena di commercializzazione dei prodotti agricoli locali è stata rafforzata tramite diverse azioni: nella città di Quelimane è stato costruito un magazzino per lo stoccaggio di prodotti agricoli, gestito da una cooperativa locale; sono stati riabilitati due dei più importanti mercati della città per ampliare gli spazi di vendita di prodotti locali e migliorare le condizioni igienico-sanitarie delle strutture; sono state distribuite 4 cargo bike ai comitati di gestione dei mercati che favoriscono l’approvvigionamento e lo scambio di prodotti agricoli nei mercati e tra i mercati; sono state realizzate numerose attività di formazione e scambio tra attori pubblici e privati mozambicani e internazionali per garantire la durata nel tempo di tutte queste opere.

L’obiettivo a lungo termine di Mani Tese è quello di creare una nuova integrazione tra spazi urbani, peri-urbani e rurali in grado di sostenere non solo le economie locali, ma anche le dinamiche culturali e sociali. A Quelimane i contadini produttori e i cittadini sono protagonisti nella costruzione del proprio territorio e nella creazione di una alternativa sostenibile e giusta.

Mercato di Quelimane (© Studio DBS)
trova tutti gli articoli
 
Commenti

iscriviti alla nostra newsletter
Ricevi i nostri aggiornamenti