24/07/2018
INTERVISTA A KIRA BOE, RAPPRESENTANTE DELLA SOCIETÀ CIVILE NEL BOARD DELLA GLOBAL PARTNERSHIP FOR EDUCATION: “I GOVERNI CAMBINO ROTTA, PIÙ RISORSE PER UNA SCUOLA PUBBLICA E GRATUITA”
“Penso sia importante considerare davvero i giovani come il nostro futuro, non raggiungeremo niente senza avere i giovani dalla nostra parte. I giovani sono o molto attivi o non attivi assolutamente. Noi abbiamo bisogno che tutti siano attivi”.
Kira Boe, rappresentante della Società Civile nel board della Global Partnership for Education (alleanza internazionale attiva dal 2002 per sostenere il diritto all’educazione nei Paesi in via di sviluppo) chiama così, intervistata da Mani Tese, a un impegno collettivo che coinvolga tutti e soprattutto i giovani per sostenere il diritto all’istruzione di qualità per tutti, il quarto degli Obiettivi di Sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030, il documento approvato il 25 settembre 2015 dalle Nazioni Unite che definisce 17 obiettivi (Sustainable Development Goals – SDGs) articolati in 169 Target da raggiungere entro il 2030.
Mani Tese ha incontrato Kira Boe all’Università Cattolica di Milano, occasione nella quale ha rilanciato le iniziative della Settimana della mobilitazione globale (Global action week) per l’educazione per il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030.
Redazione: Come ci si può mobilitare per un obiettivo tanto importante, quanto ambizioso come l’istruzione per tutti?
Kira Boe: Penso che sia importante che ciascuno intervenga, che ciascuno faccia pressione sui governi, a livello internazionale, ma anche nel proprio Paese. In particolare, credo che in ogni Paese gli studenti abbiano un ruolo importante da giocare. L’Italia si trova in una situazione di transizione a livello politico, ma non appena il governo sarà completamente costituito sarà il momento di intervenire, perché i governi sappiano che il loro obiettivo fin dall’inizio sia quello dell’istruzione per tutti.
R: Come dovrebbero agire i governi in modo da essere più responsabili e trasparenti nel raggiungimento dell’obiettivo?
K: Penso che i governi debbano essere all’altezza delle loro promesse, quindi dal momento che nella conferenza di Dakar (la terza conferenza di rifinanziamento della Global Partnership for Education GPE, te-nutasi nella capitale africana a febbraio, ndr) la Cooperazione italiana, rappresentata dal capo delegazione Maestripieri, ha assicurato 12 milioni di dollari in tre anni in favore della GPE, vogliamo vederli, e desidero che questo sia solo il punto di partenza. Vogliamo che i governi mantengano promesse, ma se vogliamo che i governi siano responsabili, anche i cittadini devono esserlo: occorre che ci sia trasparenza nella filiera dei finanziamenti, trasparenza nelle priorità e occorre che venga data voce alla società civile: serve che i comitati di studenti e i comitati di insegnanti abbiano la possibilità di essere inclusi in questo processo.
R: Il ruolo della Global Campaign for Education è quello di dare spazio alla società civile, ancora ridotto in molti Paesi. Come possono invertire questa tendenza le organizzazioni della società civile?
K: Credo che la solidarietà internazionale sia la chiave con cui la Global Campaign for Education possa veramente avere un ruolo da giocare. Questo è possibile perché siamo diciotto coalizioni nazionali e numerose Ong, questa rete ci permette di parlare ai vari governi e agli stakeholders a livello globale, questa interazione a mio parere è necessaria per lottare contro questa tendenza e contro la riduzione degli spazi della società civile
R: La Global Action Week for Education 2018 riafferma l’importanza centrale di un’educazione gratuita. Qual è il messaggio ai governi nazionali a proposito di questo tema?
K: È importante che i governi siano consapevoli del fatto che è loro compito impegnarsi concretamente nel raggiungimento dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile, incluso il quarto sull’educazione di qualità per tutti, senza lasciare indietro nessuno. Nelle scuole in cui è richiesto il pagamento di una quota d’iscrizione, vengono automaticamente perse le persone più marginalizzate, i più poveri, spesso le ragazze e, così facendo, si escludono queste fasce di popolazione che hanno promesso di sostenere ed aiutare in modo particolare. Allora il messaggio ai governi è: “non intraprendete questa strada”. So che il sistema di educazione pubblica in molti Paesi è molto debole. Alla luce di questo, la risposta ad un sistema scolastico di bassa qualità non è un sistema privato basato sul pagamento di tasse scolastiche.
R: Qual è l’obiettivo principale della Global Campaign for Education a livello internazionale?
K: Penso che il focus più importante sia quello di invertire il trend dei finanziamenti per l’istruzione: sfortunatamente possiamo vedere come i finanziamenti per l’educazione siano stati ridotti negli ultimi anni, speriamo che il 2018 sia l’anno della svolta. L’obiettivo della Global Campain for Education è giustamente il raggiungimento di tutti gli obiettivi di sviluppo sostenibile e per fare ciò sono necessari finanziamenti per investire davvero nell’istruzione. Per questo è necessario invertire la rotta nei prossimi anni, altrimenti non raggiungeremo mai il quarto obiettivo di sviluppo sostenibile entro il 2030.