02/07/2020
Se per le persone muoversi per il pianeta sta diventando un affare complicato in questo 2020 che ha costretto tutti gli esseri umani senza differenze di passaporto a limitare drasticamente i propri spostamenti, ciò non si può dire delle merci, e in particolare dei beni alimentari.
I cibi viaggiano. Percorrono il pianeta in lungo e in largo a bordo di navi, aerei, camion. Attraversano oceani e inseguono le stagioni, imballati in quintali di plastica e ricoperti di etichette, per presentarsi puntuali all’appuntamento negli scaffali dei supermercati, o meglio ancora direttamente davanti alla porta delle nostre case.
Molta della frutta che acquistiamo ha percorso più chilometri di quanti ne potremmo fisicamente percorrere noi in un anno, sballottata dalle logiche del commercio internazionale che vedono il cibo come semplice merce a vantaggio e profitto di pochi grandi attori.
Che conseguenze ha tutto questo sui contadini e sull’ambiente? Chi “paga” per davvero questi viaggi senza senso?
Quello della fame resta uno dei più grandi paradossi dei nostri tempi. Produciamo moltissimo cibo, forzando l’agricoltura industriale con conseguenze devastanti sull’ambiente, ma un terzo lo sprechiamo perdendolo nella filiera sia in fase di produzione che di distribuzione e consumo. E tra quello non sprecato ne usiamo molto per produrre energia e carne tramite l’allevamento intensivo.
Il risultato è che gli affamati restano una priorità nell’Agenda delle Nazioni Unite e, per completare il paradosso, i Paesi più ricchi sono alle prese con il problema dell’obesità, che gonfia la spesa pubblica di spese sanitarie.
Da chi non mangia a chi mangia troppo e male: ce n’è abbastanza per farne un tema/problema intorno a cui articolare apprendimenti trasversali, pratici e disciplinari. Il tema cibo/agricoltura è un argomento molto significativo in questo senso perché intorno ad esso ruotano alcuni dei principali problemi del mondo attuale:
Per questo motivo è uno degli otto esercizi di equilibrio che proponiamo nelle scuole di ogni ordine e grado. Si tratta di percorsi di riflessione articolati intorno ai grandi temi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, con l’obiettivo di fornire agli studenti gli strumenti per leggere la realtà con occhiali nuovi, senza nascondere i grandi problemi, anzi facendone una palestra di cittadinanza globale.
Tutti i segreti del cibo, quindi, ma non solo: attraverso giochi cooperativi e metodologie inclusive affrontiamo anche il tema dei cambiamenti climatici, delle migrazioni, delle schiavitù moderne, delle nuove economie, e provocando una riflessione su temi così globali ma al tempo stesso quotidiano, alleniamo le competenze trasversali. I ragazzi entrano attivamente nel processo di apprendimento, imparano a progettare soluzioni condivise insieme agli altri nel gruppo dei pari, selezionano e interpretano le informazioni, mettono in relazione lo sguardo globale con il locale.
In altre parole, fanno un’Educazione Civica che esce dai confini e cerca soluzioni globali a problemi globali. Da questa prospettiva, infatti, è più facile accorgersi che la fame, l’educazione per tutti, i cambiamenti climatici possono essere combattuti cercando un equilibrio tra i bisogni fondamentali delle persone e la cura del pianeta nel rispetto dei suoi limiti.
Otto esercizi per capire il mondo, e chiedersi come provare a cambiarlo.