19/06/2018
In occasione del nostro evento “Consumare sostenibile: sogno o bisogno?“, nella cornice del Festival dello Sviluppo Sostenibile, tanti “affamati di alternative” si sono ritrovati il 3 giugno scorso nel Giardino Nascosto di Cascina Martesana per scoprire e discutere insieme le realtà sostenibili nella città di Milano.
Abbiamo vissuto condivisioni di esperienze, confronti e scambi di idee attorno a quattro tavoli e quattro temi: riuso e riciclo, consumo critico, cibo e alimentazione, spazi e comunità.
Partendo dai desideri e dai bisogni dei partecipanti riguardo a questi argomenti, abbiamo anche affrontato le problematicità che ostacolano il percorso verso il raggiungimento del bisogno comune di sostenibilità.
Ragionando insieme, siamo così riusciti a individuare tante alternative già presenti sul territorio della nostra “città sostenibile”, che abbiamo raccolto nella mappa sottostante (clicca e scoprile!).
Naturalmente sono molte, ancora, le realtà da scoprire, senza contare tutte le idee emerse ma non mappabili, come gli swap party, le Banche del Tempo, i repair party, i condomini solidali, le Social Street, gli orti urbani, i progetti del bilancio partecipativo, gli spazi di socialità, ruralità e sostenibilità per rivalorizzazione le periferie, e molto altro.
I partecipanti all’evento hanno poi potuto sperimentare l’aspetto creativo del riuso e del riciclo attraverso i nostri laboratori: creando cestini dai jeans usati, dipingendo con i colori naturali (prodotti da Recup a partire dagli scarti alimentari) e sporcandosi le mani con seed bombs e kokedama per rendere più verde la città e le nostre case.
La giornata si è conclusa con un esempio concreto e gustoso di alternativa sostenibile: un aperitivo preparato da Recup con il cibo recuperato nei mercati rionali di Milano.
Alla fine di questa fantastica esperienza, ci portiamo a casa un’enorme soddisfazione nel vedere che ci sono tante persone che, come noi, condividono il “bisogno” di uno stile di vita più rispettoso degli altri e dell’ambiente. Con la consapevolezza che questo è solo uno stimolante punto di partenza e che occorre trasformare questa fame di buone pratiche in un cambiamento di impatto.
Noi quindi non ci fermeremo qui! E voi?