Attualità

Giunea Bissau: i risultati del progetto “O prisoneiro um homi nobo “


24/06/2014

Il 25 giugno, nella Casa dei diritti a Bissau, Mani Tese e i suoi partner hanno illustrato le attività svolte per i detenuti.

Mani Tese ha organizzato una cerimonia con i partner e le istituzioni locali per la chiusura del progetto “O prisoneiro um homi nobo” (2012-2014) volto a rafforzare i diritti dei detenuti in Guinea-Bissau.

L’evento fa parte della  campagna “Um Mês de Projetos por uma Vida com Direitos”, organizzata da ACEP e dalla “Casa dos Direitos”.

Il progetto si è svolto in particolare nelle carceri Bafatá, Mansoa e nella stazione di polizia “Segunda Esquadra”.

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Molte le azioni che hanno permesso di migliorare le condizioni di vita nei penitenziari. Tra queste,  l’assistenza medica, psicologica, giudiziaria e legale a favore dei detenuti e delle loro famiglie; la formazione di fabbri,  orticoltori e agro-zootecnici; i corsi di alfabetizzazione ed educazione alla cittadinanza per una migliore integrazione sociale; l’istruzione e la formazione delle guardie carcerarie e della polizia sulle migliori pratiche per la coesistenza nelle prigioni e il rispetto delle procedure di detenzione.

 “È una grande opportunità celebrare questo evento nel cinquantesimo anniversario dell’ONG Mani Tese. Questo ci consente di sottolineare due aspetti, facce della stessa medaglia”, ha spiegato Fabio Iannuzzelli, rappresentante di Mani Tese in Guinea Bissau.  “La buona notizia è che sono cinquant’anni che l’ONG Mani Tese, in Italia e in molti altri paesi del mondo, si impegna e lotta affianco delle persone che chiedono il rispetto e l’affermazione della propria dignità. La brutta notizia è che sono almeno cinquant’anni che continua a sorgere la necessità di conquistare il rispetto e l’affermazione della dignità personale, dagli spazi aperti agli spazi di privazione della libertà, le prigioni”.

La giornata è stata anche l’occasione per presentare i risultati delle attività del progetto e, insieme con i rappresentanti delle istituzioni pubbliche, promuovere la riflessione sui diritti dei detenuti e discutere le prospettive per i futuri interventi nelle carceri.

“Chiudendo questo progetto desidereremmo che gli sforzi fatti siano di buon auspicio per una continuazione del lavoro su questo buon cammino intrapreso, con l’obiettivo di migliorare ancora, di cambiare, di risollevare la dignità nei luoghi più sconosciuti e rigettati nella maggior parte delle società del mondo.  Come organizzazione della società civile italiana impegnata all’estero a fianco dei nostri partner locali domandiamo questo a voce alta”, ha concluso Iannuzzelli.

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