10/12/2013
Oggi, mentre gli occhi di tutto il mondo sono puntati verso il continente che ricorda Nelson Mandela, Mani Tese celebra due importanti eventi nell’ambito dei progetti realizzati in Guinea Bissau e Sud Sudan per il rispetto e la difesa dei diritti umani.
“Prigioniero, uomo nuovo” è il titolo dell’intervento in Guinea Bissau che mira a promuovere e garantire ai carcerati condizioni di vita che non pregiudichino la dignità della persona umana e il rispetto effettivo dei loro diritti fondamentali. Nella giornata di oggi viene inaugurata, alla presenza della comunità, dei leaders delle organizzazioni della locale società civile e delle chiese, del Primo Ministro e del Ministro della giustizia della Guinea Bissau l’officina di saldatura annessa alla prigione di Bafatà, che conta una cinquantina di prigionieri, dove i carcerati avranno l’opportunità di formarsi ed imparare un mestiere, oltreché produrre e vendere i manufatti da loro creati al fine di migliorare le condizioni di vita della prigione e garantirsi un sostegno quando usciranno dal carcere o per le loro famiglie.
Con l’occasione verrà inaugurato anche il pollaio, costruito anch’esso per formare i prigionieri alla cura degli animali e garantire loro un piccolo reddito e l’orto, creato allo scopo di migliorare la dieta dei prigionieri. Queste attività si affiancano a quelle già in corso di assistenza giuridica, medica e psicosociale, garantite ai prigionieri anche nell’altro carcere del Paese a Mansoa e nelle celle di polizia giudiziaria a Bissau.
Per Mani Tese e i partner con cui collabora (ADIM, ACRESOR, ENGIM, GEIOJ), promuovere il diritto dei prigionieri significa permettere che il tempo passato in carcere possa diventare un momento privilegiato per ritrovare senso e motivazioni alla propria vita e per favorire la costruzione di un futuro migliore.
In Sud Sudan nello stato di Unity, al confine con il Sudan, Mani Tese è impegnata nel progetto “Terra, acqua e ambiente sano: un’iniziativa della società civile sui diritti ambientali”. Il progetto ha come obiettivo quello di aumentare la consapevolezza dei cittadini rispetto ai loro diritti di utilizzo delle risorse naturali presenti nel loro territorio e in particolare il diritto a vivere in un ambiente sano. In quest’area la popolazione è soggetta a degrado ambientale a causa della presenza dei pozzi petroliferi e della conseguente estrazione del greggio con tutte le problematiche ad essa connesse, inoltre è una zona fortemente esposta a fenomeni di deforestazione.
Oggi per la prima volta nello stato è stata celebrata la giornata per i diritti umani con un evento presso lo stadio della capitale Bentiù. Bruna Sironi, presente all’evento in rappresentanza di Mani Tese ci ha parlato di una grossa partecipazione popolare. Ci ha anche riferito che nel suo discorso il vice governatore dello Stato ha presentato le 3 scuole vincitrici del concorso per posters e slogan sul tema del diritto ad un ambiente sano organizzato da Mani Tese e dal partner locale UCOET nell’ambito del progetto. Al concorso hanno partecipato 11 scuole delle diverse province dello stato, e protagonisti sono stati i club di studenti impegnati nella promozione dell’igiene e nella lotta al degrado ambientale, che si sono formati nelle scuole stesse. Ha vinto la scuola secondaria di Kock con due posters uno che rappresentava da una parte ambiente sporco e persone malate e dall’altra ambiente pulito e persone sane, e un altro sul degrado ambientale creato dai pozzi petroliferi, seconda la scuola primaria di Leer con un poster sul valore e l’importanza degli alberi e la protezione dal fenomeno della deforestazione e terza la scuola primaria di Mayom che ha proposto lo slogan “Good people, good nation, good environnement”.
Questo è il risultato di un lungo percorso avviato dal progetto che ha previsto prima la formazione e la sensibilizzazione di 100 insegnanti e successivamente il supporto alle scuole con i materiali necessari a realizzare posters e slogan. Quest’attività si affianca a tutta una serie di iniziative che ha visto coinvolte le associazioni della società civile, i gruppi di donne, le autorità locali a diversi livelli e quelle tradizionali. Sono stati realizzati diversi seminari, che continueranno nei prossimi mesi, per la costituzione di un network della società civile e di un forum di donne sui diritti ambientali; sono in corso campagne di sensibilizzazione sulla tematica in diverse province dello Stato e il progetto si concluderà con la redazione di una carta della società civile sui diritti ambientali nello Stato di Unity.
Entrambi i progetti sono co-finanziati dall’Unione Europea nell’ambito dello “Strumento europeo per la democrazia e i diritti umani”.