
LE PAPAYE
DI DIDIER
Testo di Cosimo Bizzarri
Fotografie Matteo de Mayda
Poco fuori da Koudougou, nei pressi del villaggio di Ramongo, c’è un grande campo recintato. Indaffarati a recuperare l’acqua dal pozzo o solcare la terra rossa con un basile stanno una decina di uomini e donne, i membri della cooperativa Zaak Songo, che in lingua mooré significa “la casa buona”.
Il presidente dell’associazione è Didier, 34 anni, un uomo smilzo e dal fisico scattante, che fino a pochi anni fa lavorava come attore di teatro a Koudougou. Poi, durante un viaggio in Italia, Didier ha cominciato ad appassionarsi di agroecologia e ha scoperto che esistevano dei corsi da seguire in Burkina Faso.
“Mi ero stancato di fare lo scemo del villaggio,” racconta ridendo, “quindi ho deciso di fare il contadino”. Per i primi due anni, Didier si è concentrato sulla fertilizzazione del terreno con il con il compost, un’operazione fondamentale per combattere la progressiva desertificazione che affligge non solo quest’area, ma tutto il Burkina Faso.
Nel 2014, Didier ha fondato Zaak Songo e ha cominciato a piantare ortaggi e allevare animali: oggi ne possiede una trentina tra montoni, conigli e polli. Ma la sua passione è sempre stata la papaya, il frutto dolcissimo che a queste latitudini ci si trova a mangiare insieme, all’ombra di un albero.
Oggi, Didier possiede tredici piante di papaya, con cui produce marmellate, che poi vende presso le associazioni e i mercatini biologici della capitale. “Io non produco per tutti”, spiega Didier, “ma per quelli che capiscono il bisogno di mangiare sano”. La sua confettura, infatti, ha ottenuto la certificazione bio locale e contiene artemisia, una pianta locale che si usa per prevenire la malaria.
Didier ha certamente un talento innato per il marketing, ma l’aiuto di Mani Tese è stato fondamentale per selezionare le sementi, ottimizzare la struttura dell’organizzazione (che oggi coinvolge e produce reddito per circa sedici persone) e finanziare l’installazione di una recinzione per tener lontani gli animali e di una pompa d’acqua a energia solare.
Molti giovani del luogo aiutano Didier nelle attività quotidiane
Il futuro, per Didier e gli altri di Zaak Songo, è pieno di promesse. “Un giorno vorrei che questa fattoria diventasse un centro per fare ecoturismo nella savana,” dice Didier. “Fino ad allora, preferisco stare qui con i miei montoni piuttosto che nella confusione della città”.
Le donne del villaggio nei pressi della pompa d’acqua di Didier