Testo di Cosimo Bizzarri Fotografie Matteo de Mayda
Sorge il sole sul villaggio di Kindi ed Elisabeth Kabore, 43 anni, indossa la sua uniforme blu ed esce sul cortile di casa. Intorno starnazzano alcune galline. Sua figlia si stropiccia gli occhi. Sono le sette e presto la raggiungeranno altre dieci donne di Kindi, che da qualche anno sono anche le sue compagne nell’associazione Beo Nere, che in lingua locale significa “un domani migliore”.
“In passato, durante la stagione secca, noi donne stavamo a casa senza fare nulla”, spiega Elisabeth mentre si lava le mani con il sapone di Neem che produce insieme all’associazione, “Poi abbiamo avuto l’idea di organizzarci e mettere in piedi un’attività che potesse pagare la scuola ai nostri figli e far fronte alle difficoltà delle nostre famiglie”. Elisabeth è abituata a questo tipo di sfide. Rimasta orfana quando aveva otto anni, ha sempre fatto affidamento solo su stessa per pagare la scuola e mettere il cibo in tavola. Da ragazza ha mantenuto i suoi fratelli minori, ora manda avanti la sua famiglia..
Le donne dell’associazione Beo Nere di Kindi nella loro caratteristica uniforme blu
Oggi lei e le sue compagne si occupano della trasformazione di diversi prodotti, che poi vendono nei mercati locali. Si tratta di riso stufato, couscous di mais, soumbala (un dado vegetale usato per insaporire le pietanze) e attieké (una sorta di couscous a base di farina di manioca).
La preparazione dell’attieké, una sorta di couscous a base di farina di manioca.
Beo Nere produce anche sapone e olio di neem, che si ottengono dalle foglie dell’omonimo albero. Conosciuto per le sue proprietà antibatteriche, il neem è anche importante nella prevenzione della malaria, che a queste latitudini è un problema diffuso. “La base per fare il sapone è composta da burro di karité, soda caustica, olio di cocco e polvere di grani di neem”, spiega Elisabeth, “Usato in combinazione con l’olio di neem, il sapone aiuta a difendersi dagli attacchi di insetti e zanzare. Lo usiamo regolarmente per lavarci e fare la doccia”.
Il sapone di neem viene usato come antibatterico e per prevenire la malaria.
A mattina inoltrata, il cortile di Elisabeth si è trasformato in una piccola fabbrica a cielo aperto, animata dall’energia positiva e dalla forza di volontà delle dieci donne dell’associazione. Eppure i problemi sono davanti agli occhi di tutte. Mancano attrezzi, materiali, conoscenze. Mani Tese è intervenuta per dare una mano, organizzando seminari di formazione sul credito e sulla gestione aziendale, e offrendo un finanziamento per comprare la sabbia e gli altri materiali che consentiranno a Beo Nere di costruirsi una nuova sede al limitare del villaggio.
Elisabeth e le sue compagne nel cantiere della nuova sede dell’associazione.
“Dovrebbe essere pronta nel giro di pochi mesi”, spiega Elisabeth, felice di recuperare la privacy perduta e fare un passo in avanti nel suo progetto imprenditoriale, che però non si ferma qui. “Appena la linea dell’elettricità arriverà fino alla nuova sede, apriremo anche un piccolo ristorante”.