IL COUSCOUS
DI JEANNE

Testo di Cosimo Bizzarri
Fotografie Matteo de Mayda

Un sorriso largo, con pochi denti, si apre sul volto di Jeanne, mentre allunga a una donna del quartiere un pacco di couscous. La cliente estrae qualche franco, ringrazia e s’incammina lungo una strada di terra rossa, alla periferia di Koudougou.
Jeanne Collogo, 61 anni, rientra alla bottega in cui vende i prodotti della sua associazione. È stata fondata nel 2005 e si chiama Zeemstaba, che in moré - la lingua locale - significa “intesa per il lavoro”, ma anche “intesa per il gruppo”. Si tratta di un collettivo di una quindicina di donne di tutte le età, che hanno deciso di lavorare insieme per fronteggiare le difficoltà comuni.

“Prima di fondare l’associazione facevo la contadina nella savana”, ricorda Jeanne, “Poi l’urbanizzazione e la privatizzazione hanno ridotto le superfici coltivabili, così abbiamo deciso di lasciare il lavoro nei campi e fondare l’associazione”.

Due socie di Zeemstaba con le mascherine che usano per la trasformazione dei prodotti alimentari

I mercati locali erano inondati di prodotti trasformati altrove, così Jeanne e le sue compagne hanno deciso di creare una piccola azienda che trasforma e confeziona i prodotti della zona. La materia prima sono i cereali, che comprano nei mercati locali per preparare biscotti, couscous e spaghetti di mais.

Jeanne Collogo, 61 anni, presidente dell’associazione Zeemstaba

L’ostacolo principale è la mancanza di strumenti di trasformazione. Qui è entrata in gioco Mani Tese, che attraverso un finanziamento ha fornito a Zeemstaba una stufa professionale per il couscous, un forno per cuocere i biscotti e una tavola in acciaio inox, oltre a un ciclo di incontri di formazione che è rimasto impresso nella memoria di Jeanne.

Il couscous di mais o di riso è il prodotto principale di Zeemstaba.

“Il momento che preferisco è quella della condivisione delle esperienze”, racconta Jeanne, mentre guarda le donne più giovani sfornare una teglia di biscotti, “Spero che Zeemstaba diventi un centro di formazione per i giovani, le donne e i diplomati disoccupati e una struttura che crea lavoro per le generazioni che verranno”.

Una delle socie più giovani di Zeemstaba mostra i biscotti di mais cotti nel nuovo forno.

Mentre il sole scende rapidamente sul quartiere di Godin, a Koudougou, le donne di Zeemstaba puliscono la stufa e ramazzano il cortile, prima di incamminarsi verso casa, dove le aspettano i loro figli e le loro famiglie. “Quando non ci sarò più, mi piacerebbe che il mio sapere continuasse ad aiutare gli altri”, aggiunge Jeanne prima di seguirle”.

Le donne di Zeemstaba presso la sede dell’associazione nella città di Koudougou