
IL BURRO
DI AGNES
Testo di Cosimo Bizzarri
Fotografie Matteo de Mayda
L’unico modo per raggiungere il villaggio di Banko è una pista che si snoda nella savana nei dintorni di Koudougou. La prima cosa che vedi sono le capanne di frasche. Poi un lungo edificio piatto. Infine un enorme albero di karité, alla cui ombra stanno accovacciate un gruppo di donne, che battono a turno un pestello, dando vita un ritmo ancestrale.
Agnes ha imparato dai suoi genitori a fare il burro di karité. Ora che è diventata adulta, porta avanti quest’attività, che è anche la fonte di sostentamento per la gente del villaggio. I suoi figli impareranno da lei, in una tradizione che si tramanda di generazione in generazione.
L’albero di karité è diffusissimo a queste latitudini. Le sue noci, dopo essere state raccolte, selezionate, lavate, tostate, battute, macinate e cotte al vapore, si tramutano in un burro bianco e dolcissimo, il cui profumo si diffonde nell’aria durante la preparazione. Le donne africane lo usano da secoli, in forma di olio, crema o sapone, per proteggersi dal sole, mantenere idratata la pelle, impomatare i neonati e lenire i dolori muscolari.
Quella che era un’attività tradizionale rischia però di scomparire lentamente. Negli ultimi anni, il taglio illegale degli alberi di karité ha ridotto la disponibilità di noci. Per continuare con la produzione di burro e aiutarsi a vicenda, Agnes e le altre donne del villaggio hanno deciso di creare Songtaaba, una cooperativa che produce e vende riso e farina di mais, oltre al burro di karité.
“L’unione fa la forza”, spiega Nana Zourata, 50 anni, la presidente di Songtaaba, “Ma restava un problema: non avevamo accesso a forme di credito per sviluppare la nostra impresa”. Qui è intervenuta Mani Tese, che ha offerto a Nana, Agnes e le altre donne dell’associazione la possibilità di seguire corsi di formazione, e le ha supportate nell’acquisto di una macchina per la torrefazione, una burrificatrice e un filtro per l’olio. Altre attrezzature arriveranno più avanti.
Oggi, il burro di karité di Songtaaba è venduto principalmente nei mercati locali, In futuro, le donne dell’associazione sperano di poter ampliare la gamma di prodotti dell’associazione ed esportarli all’estero. Nel frattempo, Nana e Agnes non si rassegnano a vedere scomparire l’ambiente in cui sono cresciute: “Devono smetterla di tagliare gli alberi. Stanno distruggendo la natura”.
La presidente di Songtaaba Nana Zourata, 50 anni, nel villaggio di Banko